Attualità
La storia dei passi carrai “antifascisti” del comune di Parma
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2019-10-30
In un modulo per ottenere la concessione del passo carrabile il cittadino deve dichiarare l’adesione ai valori della Costituzione e di ripudiare il fascismo e il nazismo. Per il Giornale è un pretesto per attaccare il “delirio buonista” di chi vuole essere antifascista e negare il diritto ad essere razzista, xenofobo o sessista. Tute cose che in Italia sono vietate per legge, ma forse al Giornale non lo sanno
«Delirio buonista a Parma Certificato antifascista per avere il passo carraio» questo il titolo che il Giornale ha sparato oggi a tutta pagina per raccontare un fatto curioso. A Parma se vuoi chiedere la concessione del passo carrabile, il divieto di sosta davanti al cancello o al box, «devi essere antifascista e attestare la tua adesione ai valori della Resistenza con una dichiarazione firmata al Comune». È vero? Sì. È un delirio buonista? No.
Cos’è il COSAP e cosa c’entra la dichiarazione antifascista
Andiamo con ordine. Se si consulta il portale istituzionale del Comune di Parma alla ricerca della modulistica COSAP (acronimo per canone per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche) al fine di ottenere l’occupazione permanente di suolo pubblico per passi e accessi carrabili si può scaricare l’apposito modulo nel quale si devono indicare una serie di informazioni noiose ma necessarie come l’ubicazione del passo carraio, il civico, la planimetria, il tipo di utilizzo e così via.
Tra le varie dichiarazioni spicca quella scovata dal quotidiano diretto da Sallusti dove tra le dichiarazioni aggiuntive si legge che il richiedente dichiara di «riconoscersi nei principi costituzionali democratici e di ripudiare il fascismo ed il nazismo», di «non professare e non fare propaganda di ideologie nazifasciste, xenofobe, razziste, sessiste o in contrasto con la Costituzione e la normativa nazionale di attuazione della stessa».
Si chiede inoltre di «non perseguire finalità antidemocratiche, esaltando, minacciando od usando la violenza quale metodo di lotta politica o propagandando la soppressione delle libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la democrazia, le sue istituzioni ed i valori della Resistenza» e di «non compiere manifestazioni esteriori di carattere fascista e/o nazista, anche attraverso l’uso di simbologie o gestualità ad essi chiaramente riferiti». All’apparenza tutto vero insomma, se vuoi un passo carrabile devi dichiarare di essere antifascista e di riconoscerti nei valori della Costituzione.
Al Giornale si sono accorti che l’Italia è costituzionalmente antifascista?
Ma che c’entra la Costituzione con un banalissimo passo carraio? Il Comune di Parma all’AdnKronos spiega che «per avere la concessione di un passo carrabile non bisogna dichiarare di essere antifascisti. Non funziona così, ma la concessione dei passi carrabili rientra in una normativa più ampia che è quella dell’occupazione di suolo pubblico che non fa il Comune di Parma». Ed il Comune di Parma è stato uno tra i primi a chiedere il “certificato antifascista” per chi volesse chiedere l’occupazione temporanea di suolo pubblico per gazebi, comizi o manifestazioni.
Ma dal momento che i passi carrabili rientrano nel regolamento di occupazione del suolo pubblico ecco che la “clausola” si ritrova anche nella modulistica scoperta dal Giornale. Altrimenti si sarebbe dovuto stralciare i passi carrabili dal regolamento COSAP. Dal Comune amministrato da Pizzarotti fanno sapere che Parma non è un’eccezione e che anche Bologna ha introdotto una clausola simile per la concessione di spazi pubblici per comizi e manifestazioni. E sicuramente le cose potevano essere fatte meglio, per evitare di trasformare la concessione di un divieto di sosta davanti casa nel pretesto per l’ennesima battaglia di libertà di certa destra (pensate voi come sono messi). Ma sbaglia il Giornale a parlare di “buonismo”. Perché non c’è nulla di “buonista” nell’essere antifascista. Per il semplice motivo che la Repubblica italiana è una repubblica antifascista per legge. E quella legge è scritta nella Costituzione alla XIII Disposizione finale dove si legge che «è vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista».
Le battutine di Paolo Bracalini sul passo carraio che non viene concesso se “contesti lo sbarco di migranti” o se “ti permetti di fare battute sessiste ad una donna” servono solo a banalizzare il tema. Quasi che i principi di uguaglianza e pari dignità sociale, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche e di condizioni personali e sociali non fossero scritti all’articolo 2 della nostra carta fondamentale ma fossero delle fantasie di quelli che fanno i girotondi, giocano coi gessetti colorati e blaterano di porti aperti e di accoglienza. In un paese democratico come il nostro (non dimentichiamocelo che il Fascismo fu una dittatura) dovrebbe essere normale riconoscersi nella Costituzione ed essere antifascisti e antinazisti. Nel nostro Paese non puoi essere razzista, xenofobo o sessista per legge (ci sono nel codice penale dei reati ben precisi), non perché hai firmato una dichiarazione per ottenere un passo carraio. E non è una follia buonista: è così che funziona in una nazione democratica. Sorprende che al Giornale se ne siano accorti solo grazie alla modulistica del Comune di Parma. Forse allora era davvero necessaria.
Foto copertina via Flickr.com
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