La Russia torna a minacciare la terza guerra mondiale

di Enzo Boldi

Pubblicato il 2022-04-26

A dirlo è il ministro degli Esteri Sergei Lavrov che accusa la Nato di fare una “guerra per procura”

article-post

Nel mirino di Sergei Lavrov non c’è solamente l’Ucraina, ma – come è chiaro da tempo – l’Occidente e la Nato. Per questo motivo, ancora una volta, il Ministro degli Esteri russo è tornato a parlare del rischio concreto che quel che sta accadendo in territorio ucraino possa portare a un’escalation che provocherebbe la terza guerra mondiale. Da Mosca, dunque, proseguono le accuse al patto Atlantico e agli altri Paesi Europei (compresa la Gran Bretagna) per l’escalation di violenze dopo l’invasione russa e la guerra iniziata lo scorso 24 febbraio. E per parlare di ciò, Lavrov cita lo spauracchio “nucleare” e il coinvolgimento in un conflitto dai confini molto più ampi.

Terza guerra mondiale, la Russia (con Lavrov) torna a minacciarla

Secondo Lavrov, il continuo invio di strumentazioni belliche (armi, missili e droni) da parte degli Stati Uniti e della Gran Bretagna non possono far altro – secondo la visione russa – che fagocitare una reazione da parte di Mosca. E l’inizio dell’epilogo di queste tensioni internazionali potrebbe essere quell’escalation chiamata terza guerra mondiale. Perché alla domanda su questa possibilità, il Ministro degli Esteri russo ha messo tutti in guardia parlando di “pericolo reale”, prima di fornire la versione del Cremlino della storia delle tensioni negli anni passati:

“La Russia ha già fatto molto in molti modi, per anni. Durante l’amministrazione Trump abbiamo difeso al più alto livello che Mosca e Washington riaffermassero la dichiarazione di Gorbaciov e Reagan del 1987 che non ci possono essere vincitori in una guerra nucleare e che non deve mai accadere”.

Terza guerra mondiale e spauracchio nucleare. Parole che non fanno altro che acuire tensioni, con il conflitto in Ucraina sullo sfondo. Perché secondo Lavrov Kyiv ha le sue responsabilità continuando a fare sponda sui “suggerimenti” di Biden e Johnson:

“La buona volontà ha i suoi limiti. E se non è ricambiata, non contribuisce al processo negoziale. Ma continuiamo a condurre negoziati con il team delegato dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, e questi contatti continueranno”.

Potrebbe interessarti anche