«Un disabile che fa tenerezza? È come cercare una bionda tettona»

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-05-26

Non tutti credono che il casting Rai abbia sbagliato a cercare disabili “che ispirino tenerezza”. Ne abbiamo parlato con Umberto Guidoni, atleta disabile e studente, il quale ci ha detto che con la polemica si è persa un occasione per arrivare ad una vera uguaglianza

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Il caso del casting alla ricerca di nani o disabili che “ispirino tenerezza” per la nuova serie televisiva diretta da Francesca Archibugi ha causato la forte presa di posizione da parte dell’agenzia di casting che ha “scaricato” la collaboratrice che sulla sua pagina Facebook aveva pubblicato il singolare annuncio per la ricerca di attori. Tra quelli che si sono indignati e quelli che sono andati sulla pagina facebook a proporsi in modo ironico come “disabili teneri ma non in punto di morte” ci sono anche alcuni che hanno salutato con una certa soddisfazione il licenziamento dell’addetta al casting.
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Trattateci come persone e non come persone da proteggere

Non tutti i disabili si sono però sentiti offesi dalla richiesta della produzione. È il caso di Umberto Guidoni, laureando in Psicologia, giocatore nella squadra di Parma di hockey in carrozzina, la “Gioco ANMIC Parma” e appassionato di cinema. Umberto non ha usato mezzi termini su Facebook definendo “rompicoglioni” quelli che si lamentano della richiesta di un attore che trasmetta tenerezza. Il suo ragionamento è molto semplice: se ci fosse stato scritto “cerchiamo ragazza, bionda, tra i diciotto e i vent’anni con seno prosperoso” probabilmente nessuno avrebbe avuto nulla da ridire. Perché non c’è nulla di male nel cercare una ragazza con il seno prosperoso e – naturalmente – nulla di sbagliato nell’esserlo. Secondo Umberto se la Rai o chi per lei stava cercando un certo tipo di disabile allora ha tutto il diritto di specificarlo chiaramente: «se ci fermiamo a queste stupidate – conclude Umberto – una vera uguaglianza non ci sarà mai, soprattutto se siamo noi, gli stessi disabili, a piagnucolare per queste cose». Il punto di vista di Umberto è interessante, non solo perché è disabile ma perché, così come Max Ulivieri (che per primo ha sollevato la questione) ritiene che per avere una vera uguaglianza tra disabili e normali si debba lasciare da parte quell’atteggiamento misto di buonismo, politically correct e ipocrisia che le persone senza (ma anche con) disabilità tengono quando si deve parlare di questioni legate alla disabilità. Se Max si era sentito offeso dal perpetuarsi di una visione che vede la persona affetta da una disabilità come qualcosa di puccioso e carino Umberto invece mette le cose in prospettiva: era un casting, non la vita vera. Umberto ha accettato di parlarne con Nextquotidiano.
È interessante che sia tu che Max Ulivieri partiate dallo stesso presupposto: ovvero trattateci come persone e non come persone da proteggere
Assolutamente sì
Però la tua opinione rispetto alla vicenda del casting alla ricerca della tenerezza è opposta rispetto a quella di Max
Io penso che in quel casting, in quella richiesta non ci sai niente di sbagliato. È un casting per una fiction per cui cercano persone specifiche. Qui cercavano un disabile carino che facesse tenerezza. Non vedo il problema, se cercavano un disabile con i capelli rossi e gli occhi azzurri sarebbe stato offensivo anche quello?
Vero, però le persone come Max hanno trovato offensivo il riferimento alla tenerezza, immagino (da quello che ho capito) che loro vogliano vivere la disabilità senza essere “coccolati” nel senso, lui dice: non siamo persone tenere, siamo persone
Ma se si parla di vita di tutti i giorni posso capire. Ha ragione, nel senso che a nessuno piace essere trattato come “il povero disabile sfortunato che va trattato come un eterno bambino” qui si parla di fiction e in quel caso specifico vogliono un tipo di disabile specifico
Quindi, mi pare di capire, tu dici che quella richiesta specifica in realtà era un modo di trattare i disabili come tutti gli altri perché se cercano una ragazza “bona” lo scrivono giusto?
Esatto! Per esempio, Se avessero cercato una bionda con due tette enormi e fare ammiccante nessuno avrebbe detto niente. eppure non tutte le donne sono fatte così, ma in quel caso evidentemente avevano bisogno di una bionda con le tette. Per me l’uguaglianza è uguaglianza dire a un disabile sai fare questo? Bene, ti assumo
Chiaro, fermo restando che ovviamente nessuno parla per “tutti i disabili” e che ognuno ha la sua sensibilità, secondo te quelli che si sono offesi hanno sbagliato o c’è stato qualche errore di comunicazione visto che l’argomento è sensibile? Soprattutto sapendo che intorno alla disabilità chi non è disabile ha spesso atteggiamenti ipocriti non è che poteva essere detto meglio?
Guarda, se fossi stato lì intanto che scrivevano le richieste di casting probabilmente avrei fatto presente che si sarebbe offeso qualcuno. Perché c’è tanta ipocrisia anche nel mondo dei disabili. Tra disabili, dico
In che senso? 
Nel senso che c’è tanta gente arrabbiata col mondo che non aspetta altro di sfogare la propria rabbia. Secondo me con questa polemica si è persa un’occasione di uguaglianza con i normodotati per quanto riguarda il cinema. Non so se mi sono spiegato bene

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La squadra di hockey in carrozzina dove gioca Umberto Fonte Facebook.com Credits Gioco-Anmic Parma

Credo di aver capito tu dici che se si fossero rivolti ai disabili come trattano tutti gli attori allora sarebbe stato un passo verso una vera uguaglianza
Loro ci hanno trattato come tutti gli altri, Brad Pitt, per farti un esempio lavora e ha successo per certe specifiche fisiche, è la stessa cosa.
Ti ricordi di Christopher Reeve?
Lui però dopo l’incidente non ha più lavorato no?
Lui dopo che rimase paralizzato fece il remake di “una finestra sul cortile” venne preso perché era su una carrozzina come Gregory Peck nel film di Hitchcock. Venne preso perché era un attore bravo e perché era su una carrozzina. Perché non poter uscire di casa era uno dei punti cardine della storia
Non mi ricordavo quel film, hai ragione
Cercavano un attore su una carrozzina, punto. Boh non capisco tutto questo casino.
C’è però il fatto che il casting cercava ragazzi giovani, magari psicologicamente più fragili rispetto la disabilità, qualcuno può essersi sentito offeso da questo secondo te?
Non credo, io gioco in una squadra di hockey in carrozzina e quelli che scherzano di più sulla loro disabilità sono i più giovani, di solito sono i genitori e i disabili “anziani” che creano problemi.
Quindi secondo te quale dovrebbe essere l’atteggiamento della società nei confronti dei disabili? Che ruolo gioca il senso di colpa dei non disabili che non sapendo creare forme concrete di sostegno alla disabilità rischiano di cadere in atteggiamenti troppo politically correct? Ad esempio, parcheggiamo la macchina sul marciapiede o davanti alla rampa e poi ci indigniamo per questo
Guarda io credo la società dovrebbe limitarsi a seguire le regole del vivere civile perché se metti la macchina sul marciapiede piede è vero che io poi non ci passo ma non ci passa neppure la mamma con la carrozzina e il bimbo, idem per le rampe d’accesso. Io vedo troppa paura di offendere i disabili. E probabilmente è stata anche colpa nostra (o di alcuni di noi). L’esempio del casting è perfetto, ho letto adesso che la responsabile è stata licenziata…. assurdo.
In realtà dicono che abbia presentato le dimissioni, ma qui magari la colpa è anche di chi (come me) ha dato la notizia?
No, voi dovete parlarne di queste cose il dibattito è sempre utile.
Però la vicenda è stata strumentalizzata?
Da qualcuno sì.
Ci sarà però qualcosa che davvero ti offende quando si tratta di rapporto tra disabili e “normali”
Mi dà fastidio quando non posso entrare nei negozi/locali a causa di barriere architettoniche. Poi le classiche auto mal parcheggiate. Del resto, come strani sguardi, non me ne frega niente.

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