La mamma di un bimbo immunodepresso spiega a Virginia Raggi dove sta sbagliando sui vaccini

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-02-05

Lorenzo è un bambino di quattro anni iscritto ad un asilo nido di Roma e affetto da una malattia genetica a causa della quale non può fare il vaccino contro il morbillo. Qualche giorno fa la sindaca Raggi ha difeso il diritto allo studio dei figli dei free-vax dimenticando però di difendere i diritti dei bambini immunodepressi. Che la sindaca stia applicando la soluzione trovata qualche tempo fa dalla senatrice Elena Fattori?

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Virginia Raggi e il Comune di Roma hanno deciso di dichiarare guerra alla Legge Lorenzin sui vaccini obbligatori. La sindaca della Capitale ha scritto all’ANCI e al Governo per chiedere che i bambini non vaccinati possano andare a scuola anche dopo il termine del 10 marzo. La ministra della Salute ha replicato dicendo che “il percorso interpretativo proposto si pone in palese violazione della legislazione vigente”. Anche perché contrariamente a quanto sostiene la sindaca i bambini non vaccinati non saranno esclusi da scuola da qui alla fine dell’anno scolastico ma solo fino a quando non saranno “regolarizzati”.

La sindaca che si preoccupa dei bambini sani ma non di quelli malati

La strategia del 5 Stelle, che per voce del suo consulente scientifico fa sapere che non verrà tolto l’obbligo vaccinale, è chiara. Già diverse amministrazioni a 5 Stelle (ad esempio a Vigonovo in provincia di Padova) hanno iniziato ad approvare mozioni d’indirizzo per evitare “l’esclusione dei bimbi”. Un’analoga mozione è stata presentata (e successivamente respinta) dai consiglieri regionali del M5S in Piemonte. Che senso hanno tutte queste mozioni se il M5S non è contro l’obbligo vaccinale né contro la Legge Lorenzin? Evidentemente l’unico obiettivo è quello elettorale di strizzare l’occhio ai genitori novax e a quelli che non sono contro i vaccini ma contro l’obbligo (e che non vaccinano lo stesso).

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Insomma la situazione è strana: da un lato l’esperto parla apertamente di epidemia di morbillo in corso e spiega che anche con il 5 Stelle al Governo l’obbligo rimarrebbe. Dall’altro la sindaca di Roma si adopera per andare contro la legge. Nel mezzo ci sono genitori e bambini. Secondo la Raggi però le vittime sono i figli dei free-vax, che rischiano di essere esclusi da scuola “ingiustamente”. Genitori che magari commentano dicendo che in Italia non c’è alcuna epidemia di Morbillo. Non è così. Prendiamo ad esempio i dati dell’ultimo bollettino dell’ISS, che fa il punto sull’epidemia di morbillo che c’è stata in Italia nel 2017. Il 17,4% dei casi (870 bambini) aveva meno di
cinque anni di età. Si dirà: sono pochi visto che l’età mediana dei contagiati è 27 anni. Ma se si guarda l’incidenza si scopre che quella nella fascia d’età tra 0 e 4 anni è la più alta (34,8 casi/100.000). Addirittura tra coloro al di sotto dell’anno di età (282 bambini) l’incidenza è di 60,3 casi ogni 100.000. Nel 2017 l’incidenza di casi di morbillo a livello nazionale è stata pari a 8,2 casi ogni 100.000.

Lorenzo, il bambino di quattro anni che non può fare il vaccino contro il morbillo

Altri genitori invece ci dicono: “che problema c’è, se c’è l’obbligo e sono tutti vaccinati che male c’è se qualcuno non è vaccinato?”. Perché è chiaro che i freeriders pensano che il mondo si divida in due categorie: chi si vaccina e chi non si vaccina. E se i primi sono vaccinati non corrono alcun rischio per colpa dei secondi, giusto? Sbagliato. Perché c’è una terza categoria: quelli che non si possono vaccinare. E non per motivi “filosofici” ma perché il loro organismo non sarebbe in grado di reggere. Sono i bambini immunodepressi. Bambini affetti da malattie molto gravi (ad esempio la leucemia) che vengono sottoposti a trattamenti chemioterapici o a trapianti di midollo e per questo motivo hanno le difese immunitarie azzerate.

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Ora succede che alcuni di questi bambini vadano anche a scuola, quando lo stato di salute glielo consente. Per ovvie ragioni però sono più esposti al rischio di contagio. E questo non è perché, come scrive qualche sensibile genitore “i bambini non giocano più per terra” e vivono “in ambienti asettici”. C’è di più: per questi bambini il morbillo non è “un tagliando” come invece ritiene il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio.

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Prendiamo ad esempio il caso di Lorenzo, un bambino di 4 anni che frequenta un asilo nido romano e la cui storia è stata raccontata dalla sua mamma, Marzia, in un post sulla pagina Facebook della sindaca. Lorenzo, spiega la mamma era affetto da Scid, immunodeficienza grave combinata, una malattia genetica che è stata curata con un trapianto sperimentale dall’équipe del prof. Franco Locatelli del Bambin Gesù di Roma. Lorenzo non aveva nessun sistema immunitario a proteggerlo e anche se oggi sta meglio (ha trascorso quattro mesi in ospedale in isolamento) non può fare il vaccino MPRV, quello contro il morbillo. Gli altri vaccini li ha fatti mentre quello proprio non lo può fare perché per lui sarebbe molto pericoloso.

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La sindaca Raggi si preoccupa tanto di garantire la continuità didattica dei bambini non vaccinati per scelta dei genitori. Ma perché non si preoccupa della continuità didattica dei bambini che non possono essere vaccinati perché immunodepressi? Lorenzo ad esempio l’anno scorso è stato ritirato dall’asilo (una struttura comunale) a marzo, per precauzione ed evitare che prendesse il morbillo. Quest’anno le cose vanno meglio. Sua mamma ha raccontato a Nextquotidiano che i bambini della sua classe (e anche dell’altra) sono tutti vaccinati. Le famiglie sono a conoscenza della situazione di Lorenzo e hanno deciso di proteggerlo vaccinando i propri figli. Chi tutela il diritto di Lorenzo ad andare a scuola e a socializzare? I più attenti ricorderanno la bella risposta data dalla senatrice Fattori ad una domanda simile quando disse che i bambini immunodepressi non dovrebbero andare al nido fino ai tre anni. Insomma emarginare bambini malati si può. Peccato però che Lorenzo (che ha quattro anni e un fratellino di un mese) sarebbe fuori anche dalla cosiddetta “soluzione Fattori” per gli immunodepressi. Secondo Marzia “La Raggi ha fatto questa cosa, stizzando l’occhio a no vax e a genitori contro l’obbligo quasi per fare intendere che loro faranno qualcosa per togliere l’obbligo”. Una manovra a fini elettorali, insomma. La mamma di Lorenzo non sa se essere rassicurata dal fatto che Guido Silvestri ha detto di recente che il M5S non abolirà la legge Lorenzin, il problema è “il fatto che venga dato spazio a posizioni non mediche e non scientifiche”.

Chi difende i diritti dei bambini immunodepressi?

Fortunatamente ora Lorenzo sta bene, e nella sua classe sono tutti vaccinati. Ma Lorenzo non va solo all’asilo, come tutti i bambini fa anche altre cose, ad esempio va in piscina al corso di nuoto. Chi lo protegge lì? Se tutti i bambini fossero vaccinati sicuramente sua mamma e suo papà avrebbero una preoccupazione in meno. Ma non c’è solo il caso di Lorenzo. C’è anche Davide, anche lui ricoverato al Bambin Gesù, anche lui immunodepresso a causa di una leucemia. Sua madre, Cristina Lollai, ha raccontato la sua storia che è stata ripresa in un post da Roberto Burioni. Qualche tempo fa Nicola Pomaro è stato indegnamente attaccato dai “free vax” per aver scritto una lettera al Presidente del Veneto Luca Zaia nella quale parlava del caso di sua figlia.

Ci sono purtroppo tantissime grandi piccole storie di bambini e bambine che lottano nei reparti di oncoematologia pediatrica e che a causa della loro malattia non possono vaccinarsi e rischiano la vita in una classe di bambini figli di “free-vax”. È troppo comodo mettere ai margini i malati e i sofferenti per dare spazio a chi agisce in base a pregiudizi antiscientifici. Ed in effetti non si capisce come mai ci siano genitori che possono pretendere di avere “libertà di scelta” quando la stessa libertà non è garantita ai genitori dei bambini immunodepressi, costretti semplicemente a restare a casa. Per loro evidentemente la continuità didattica non è un diritto.

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