La guerra scema del Comune di Roma alla legge sui vaccini obbligatori

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-02-02

La sindaca Raggi strizza l’occhio ai no-vax e scrive al governo e alla Regione per “evitare che i bambini e le bambine non vaccinati, ma regolarmente iscritti, siano allontanati dalle strutture educative e scolastiche e che sia consentito loro di giungere alla conclusione dell’anno educativo e scolastico 2017/2018”. Ma per evitare l’allontanamento dalla scuola basta una cosa sola: la vaccinazione, così come prevede una legge dello Stato

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La legge 119/2017 sulle vaccinazioni obbligatorie prevede che i bambini che non sono in regola con le vaccinazioni non possano frequentare la scuola dell’infanzia. Limitatamente all’anno scolastico 2017/2018 la legge ha consentito l’accesso alle strutture scolastiche anche a quei bambini che – nella fascia d’età tra 0 e 6 anni – a settembre non erano ancora stati vaccinati. In questo modo il legislatore ha voluto lasciare del tempo (fino al 10 marzo) ai genitori affinché provvedessero a regolarizzare la propria posizione. Il Comune di Roma però evidentemente non “gradisce” la legge così come è concepita e ritiene che il voto dell’Assemblea Capitolina valga di più di quello del Parlamento.

Davvero i bambini non vaccinati non possono più andare a scuola fino alla fine dell’anno scolastico?

Per i più distratti la legge sulle vaccinazioni obbligatorie è stata ampiamente anticipata sui giornali ben prima della sua approvazione definitiva. Già durante l’estate era chiaro che la legge sarebbe stata approvata. Chi voleva davvero vaccinare i propri figli avrebbe potuto farlo entro l’inizio dell’anno scolastico. Non dimentichiamo che in base al calendario vaccinale la maggior parte dei vaccini attualmente obbligatori (esavalente e MPRV) andrebbe fatta entro il quindicesimo mese d’età. In poche parole tutti i bambini che vanno alla scuola materna (la scuola dell’infanzia) dovrebbero già essere vaccinati quantomeno con l’esavalente che comprende i quattro vaccini che erano obbligatori già prima dell’entrata in vigore del decreto.

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Come è noto però i genitori più esitanti e i no-vax duri e puri hanno approfittato della deroga concessa quest’anno per iscrivere i figli a scuola senza che i bambini fossero vaccinati. La legge infatti consentiva – limitatamente all’anno scolastico in corso – di poter iscrivere a scuola i propri figli anche se non vaccinati (o non in regola con gli obblighi previsti dai rispettivi piani vaccinali). Se da settembre a marzo i bambini non sono stati vaccinati (e il tempo c’era senz’altro) non è certo per colpa della Legge Lorenzin. Ad escludere dalla scuola (temporaneamente) non sono i vaccini, sono le decisioni prese in questi mesi da quei genitori che prima hanno sperato in una sentenza della Corte Costituzionale e ora aspettano il 4 marzo per vedere se qualche partito abolirà la legge 119/2017 (spoiler: non lo farà nessuno).

Il Comune di Roma contro una legge dello Stato

I nodi però vengono al pettine e la scadenza dal 10 marzo si avvicina. La circolare del Ministero dell’Istruzione, dell’Universita’ e della Ricerca e Ministero della Salute n. 26382 parla chiaro: “il minore non in regola con gli adempimenti vaccinali ed escluso dall’accesso ai servizi rimarrà iscritto ai servizi rimarrà iscritto ai servizi educativi per l’infanzia e alle scuole dell’infanzia”. Questo significa che in mancanza della presentazione della idonea documentazione entro i termini di legge il bambino non vaccinato sarà semplicemente escluso dai servizi. Ovvero non potrà entrare a scuola fino a che non verrà presentata la documentazione richiesta. Il che significa – che vaccinando i bambini, anche dopo il 10 marzo, il minore potrà tornare a scuola.

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Non si capisce quindi la ratio della mozione approvata dall’Assemblea Capitolina il 30 gennaio che impegna la sindaca Virginia Raggi ad adoperarsi nei confronti di Governo, Regione Lazio, Anci e degli altri enti competenti per “chiarire che i bambini e le bambini ancora non vaccinati ma regolarmente iscritti non siano allontanati dalle strutture educative e scolastiche, nel rispetto della normativa vigente”. La normativa vigente prevede l’esclusione da scuola (pur non annullando l’iscrizione) fino a che non saranno fatti i vaccini. La soluzione è molto semplice: vaccinando i bambini (che come abbiamo già spiegato dovrebbero già essere vaccinati) non ci sarà alcun problema di salvaguardare la “continuità didattica”. Ed è solo un caso che la mozione sia stata presentata dal gruppo consiliare del MoVimento 5 Stelle. La sindaca di Roma ha quindi scritto alla Regione e al Governo per ribadire che  «L’intera Assemblea Capitolina ha ritenuto la mancata vaccinazione non ostativa al prosieguo e alla continuità dell’attività e del percorso educativo». Secondo Repubblica il Partito Democratico è uscito dall’aula durante la votazione ma risulta invece che i consiglieri Dem Baglio e  Pelonzi fossero in Aula e abbiano votato a favore della mozione M5S. Ma è interessante il fatto che l’Assemblea Capitolina abbia delle opinioni che sono in contrasto con la legge in vigore. Legge che nemmeno il 5 Stelle pare avere intenzione di abolire.

 

 

 

 

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