La lettera aperta ai No-vax dalla mamma di un malato “imprigionato” in reparto

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-09-09

Tre giorni fa la giornalista Zita Dazzi aveva spiegato su Twitter di non poter vedere il figlio malato a causa del rischio di un’epidemia di Covid in ospedale, attirandosi decine di messaggi d’odio

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“Cari No Vax, cari manifestanti contro il Green Pass obbligatorio, vi scrivo da un grande ospedale milanese, dove sto assistendo mio figlio di 16 anni, colpito da una patologia importante, che non ha nulla a che vedere con il Covid”.

Comincia così la lettera aperta di Zita Dazzi, giornalista de “la Repubblica” che tre giorni fa aveva pubblicato un tweet nel quale ringraziava ironicamente (e amaramente) i No-vax e i No-pass per non poter più vedere e assistere il figlio 16enne, imprigionato – come racconta la stessa Dazzi – in reparto senza poter ricevere visite nemmeno col Green Pass.


Un tweet che aveva, come prevedibile, aperto un acceso dibattito tra i tanti che le hanno espresso solidarietà e altrettanti che hanno colto la palla al balzo per attaccarla con le solite tre o quattro argomentazioni care ai No-vax. Una su tutte, è ritornata più volte, sintetizzata da questa risposta di Nicola Albano, che ricorda alla giornalista come “un vaccinato non è immunizzato dal contagio (attivo e passivo)”, citando (a sproposito) le parole di Ilaria Capura a DiMartedì.

Polemiche che hanno spinto la stessa Dazzi a rispondere in maniera più ampia di quanto le consentano i 360 caratteri di Twitter. Lo ha fatto con una lunga lettera ospitata dal suo giornale, “la Repubblica”, con la quale spiega le ragioni di quel tweet e la rabbia contro chiunque scelga di non vaccinarsi.

“Io ho il massimo rispetto per i dubbi e le paure altrui, ma credo anche nella forza dei numeri, che stanno dimostrando come i vaccini siano l’unica arma utile al momento per combattere il Coronavirus. Chi deve stare in ospedale a lungo, anche se ha ricevuto già due dosi di vaccino, anche se ha il Green Pass, come mio figlio, non può vedere nessun parente, anche se si tratta di persone che hanno il certificato verde. Volete sapere perché? I medici ce lo hanno spiegato: ‘A causa della situazione che c’è fuori dall’ospedale, dove il virus continua a circolare, con cinquemila contagi al giorno, non ci possiamo permettere focolai in reparti dove ci sono pazienti immunodepressi, sottoposti a terapie pesanti’.”

Dazzi prosegue poi parlando del significato stesso della parola “libertà”, così spesso usata, strumentalizzata, a tratti stuprata dai manifestanti anti-vaccino.

“Ma voi che rivendicate la vostra libertà di non vaccinarvi – e quindi magari di ammalarvi e di contagiare altri – ci pensate mai a tutti quelli che non hanno la libertà nemmeno di vedere un fratello o una sorella durante mesi difficili di terapia e di attesa di una guarigione? Io sono sempre stata a favore della libertà di pensiero, ma credo che alla mia libertà esista sempre un unico limite: il limite è quello del punto dove iniziano le libertà degli altri.”

Dazzi conclude citando le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che pochi giorni fa ha detto:

‘Vaccinarsi è dovere morale e civico. Non si invochi la libertà, chi si sottrae mette a rischio la vita e la salute degli altri”.

“Aggiungo solo una mia piccola considerazione da mamma” ha spiegato Dazzi. “Prima di andare a fare la prossima manifestazione con quegli insensati e vergognosi richiami alla Shoah, pensate un attimo alle persone chiuse in ospedale. Agli anziani e ai bambini che rischiano di ammalarsi perché tanta gente non si vaccina. Solo un attimo. Grazie”.

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