Attualità
La guerra scema tra Mario Adinolfi e Welcome to Favelas
Giovanni Drogo 16/09/2016
Adinolfi stuzzica i suoi “nemici” di Welcome to Favelas accusandoli della morte di Tiziana Cantone. E i “geniali” cattivissimi troll di Facebook vanno in tilt e abboccano
Mario Adinolfi, l’idolo delle folle del Family Day nonché ambitissimo personaggio di Pokemon Go, ha scoperto chi ha ucciso Tiziana Cantone. Non è certo l’unico che in questi giorni ha puntato il dito contro qualcosa e qualcuno per spiegarci che Tiziana Cantone l’abbiamo uccisa tutti noi. Ma appunto i vari Saverio Tommasi dell’Interwebs ci hanno ripetuto fino allo sfinimento che Tiziana è stata uccisa “dai maschi”, dall’Internet o dai bigotti. Mai hanno fatto nomi e cognomi o indicato un particolare gruppo di individui.
Mario Adinolfi vs Welcome to Favelas, capitolo 15
Lo ha fatto invece Adinolfi, che ha scritto su Facebook che i responsabili della morte della giovane donna sono gli utenti di Welcome to Favelas quella pagina che a volte vuole essere come Roma fa schifo e denunciare il degrado altre è semplicemente un luogo dove prendere in giro (e perseguitare) individui “particolari”. Nella fattispecie secondo Adinolfi i responsabili gli admin della pagina, dei quali il leader del PDF ha fatto nomi e cognomi in diretta su Canale 5 (forse perché andare in Questura a presentare denuncia non avrebbe avuto molto senso). Concetto ribadito su Stampa e Vangelo, la trasmissione via Facebook del Popolo della Famiglia TV dove Adinolfi commenta i fatti del giorno con edificanti letture delle Sacre Scritture. Ecco come Adinolfi ha spiegato il funzionamento “perverso” della macchina mortale di WtF:
Chi sono i responsabili allora? Molto semplice. Non i “social network”, ma Facebook Italia con i suoi dirigenti e i suoi solerti impiegati che bloccano le pagine di Alessandro Benigni, Danilo Leonardi, Filippo Fiani, Andrea Rossi perché sono cattolici e difendono la famiglia naturale, ma invece lasciano prosperare Welcome to Favelas e il suo infame business di adesivi e magliette imperniato sul dileggio delle persone, sulla quotidiana bestemmia, sugli insulti più vergognosi. Durante Stampa e Vangelo abbiamo denunciato l’ultimo post che Welcome to Favelas ha pubblicato per deridere la Cantone addirittura dopo il suo suicidio: novemila “mi piace”, centinaia di commenti di una volgarità rivoltante. Hanno capito che la nostra denuncia li avrebbe resi obiettivo facile dell’inchiesta della magistratura e vigliaccamente hanno rimosso il post: è l’omaggio che siamo riusciti a far rendere alla memoria di Tiziana. Almeno lo sputo sul cadavere caldo lo abbiamo fatto sparire dal web. Massimiliano Zossolo, il profilo che appare essere admin di Welcome to favelas, si è lamentato del fatto che abbiamo citato nomi e cognomi, ha fatto un post contro di me sia sulla pagina personale che su quella pubblica, ha fatto pubblicare una foto di me mentre rientro a casa riprendendo tutto il portone in modo che sia identificabile: un vero e proprio messaggio di minaccia fisica. Ma il suicidio di una ragazza pochi giorni dopo la fine delle vacanze estive apre in me ferite troppo profonde perché io riesca a non essere durissimo con chi l’ha provocato e con chi non ha avuto neanche la decenza di tacere una volta che la tragedia si era perpetrata.
Secondo Adinolfi Welcome to Favelas andava “educata” e per questo ha fatto segnalare dai suoi la pagina in modo che Facebook la sospendesse. La colpa? Aver contributo a diffondere il meme su Tiziana Cantone, quel “Stai facendo il video, bravoh” estratto dal famoso video fatto circolare su Internet da uno degli amici della donna che lo aveva ricevuto via WhatsApp. E a quanto pare per un po’ di tempo i crociati del PDF ci sono anche riusciti a far sospendere la pagina ma ovviamente WtF ha anche diverse pagine di riserva, perché non è certo la prima volta che i Adinolfi e Welcome to Favelas vengono a contatto. Qualche tempo fa ad esempio Marione aveva annunciato la sua dipartita da Facebook proprio a causa della “persecuzione” di alcuni utenti della pagina. Adinolfi prima si vanta di aver costretto gli admin a far rimuovere un post di insulti rivolti a Tiziana Cantone
Poi, annuncia con soddisfazione di aver fatto chiudere la pagina perché Facebook avrebbe riconosciuto “la loro funzione criminale”. Sicuramente si sarà recato alla Polizia dell’Internet che avrà processato per direttissima gli admin.
E invece no, perché gli admin della pagina, in modo abbastanza prevedibile, lo hanno accusato di sciacallaggio
Hanno continuato a postare foto di Adinolfi dalla pagina di Riserva
E sono riusciti a far tornare online la pagina principale dopo poco tempo, annunciando il loro ritorno con la consueta salva di sfottò
Naturalmente la reazione della pagina non si è fatta attendere, e una volta tornata online qualcuno ha prontamente postato una foto di un rarissimo Adinolfi Blu che si accinge a rincasare.
Nei commenti a quel post è comparsa anche Silvia Pardolesi, la madre della seconda figlia del leader dei sentinelli nostrani, che è stata coperta di insulti
Ma siccome Adinolfi non è proprio l’ultimo arrivato dell’Internet e quindi qualcosina sugli “hater” e i “troll” l’ha imparata (anzi ci gode a provocare reazioni inconsulte e a farsi insultare) ha pensato bene di tendere un’altra trappola a quelli dei Welcome to Favelas. Ha pubblicato infatti una foto della figlia in partenza per il primo giorno di scuola.
Un’esca perfetta, perché un conto è prendersela con Mario per le sue idee uno conto è insultare una bambina che non ha nessuna colpa (non possiamo davvero farle una colpa di essere figlia di Adinolfi dai). Abbiamo quindi Adinolfi che usa la figlia come arma finale per poter dire “i cattivoni di WtF insultano la mia bambina!” e poi ci sono i geni, non necessariamente provenienti da Welcome to Favelas ma anche da lì, che vanno in massa a commentare, dando di fatto ragione a Mario che può, ancora una volta, passare per vittima.
A questo punto è davvero difficile dire chi sia più intelligente, Adinolfi che da brava attention whore per far parlare di sé ha colto la palla al balzo per accusare quelli che, a suo dire, lo stalkerano. Oppure la massa di wannabe troll abbocca ad un’esca grande come una casa fornendo a Mario il pretesto per dimostrare che gli attacchi personali che subisce colpiscono anche sua figlia?