La furia di Sgarbi, fermato al confine in Svizzera: superava le auto nel traffico con il lampeggiante

di Asia Buconi

Pubblicato il 2022-08-10

Il critico d’arte è stato tenuto “in stato di fermo” per più di mezz’ora in dogana mentre rientrava dal Film Festival di Locarno

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Sempre protagonista di vicende un tantino sopra le righe, Vittorio Sgarbi è tornato a far parlare di sé ieri, quando ha pronunciato parole di condanna contro la Svizzera in un video di sette minuti pubblicato su Facebook e rimosso subito dopo (ma che ha comunque ottenuto qualche centinaio di visualizzazioni). Il motivo dell’invettiva è da rimandare a una disavventura al confine: il critico d’arte, infatti, è stato tenuto “in stato di fermo” per più di mezz’ora in dogana mentre rientrava dal Film Festival di Locarno sabato scorso.

Il motivo? Mentre era alla guida (ancora in territorio svizzero), l’autista di Vittorio Sgarbi avrebbe azionato la luce lampeggiante blu dell’auto per superare una colonna di macchine ferme a causa del traffico intenso. L’episodio, confermato pure dalla polizia del Canton Ticino, è costato al critico una multa di 500 franchi “per abuso di luci blu prioritarie”, cifra che corrisponde più o meno a 500 euro.

La reazione di Vittorio Sgarbi, multato in Svizzera: cosa è successo

La contestazione è partita da alcuni automobilisti, che hanno notato l’auto di Vittorio Sgarbi superare quelle in fila per il traffico e hanno segnalato il numero di targa alla Polizia. A quel punto, quando l’auto del critico d’arte ha raggiunto il confine di Chiasso-Brogeda, la Polizia svizzera l’ha fermata e gli ha contestato la violazione del codice della strada.

La multa di 500 franchi, pagata subito da Sgarbi, è in realtà una cauzione: le autorità cantonali dovranno adesso calcolare l’esatto ammontare della sanzione. La vicenda ha fatto inalberare (e non poco) il critico d’arte, che nel video poi cancellato l’aveva così commentata: “Mai più Svizzera, mai più Ticino. Si può stare nella vita senza andare in Svizzera. Mi dispiace per il mio amico Mario Botta”. D’altronde, pagare quando non si rispettano le regole non è sempre così semplice da digerire.

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