La donna partigiana di 97 anni che da un mese attende la chiamata per il vaccino anti-Covid

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-03-17

Il caso di Laura Wronkowski, la partigiana milanese di 97 anni che il 19 febbraio scorso ha prenotato il vaccino e, a distanza di un mese, attende ancora di essere chiamata

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Ha 97 anni, è stata partigiana, ha vinto l’Ambrogino d’Oro, massimo riconoscimento della città di Milano, si è prenotata per il vaccino il 19 febbraio scorso e, da allora, Laura Wronkowski, attende ancora di ricevere la chiamata per il vaccino anti-Covid. Accade nella sua città, Milano, accade nella regione del “modello Lombardia”, così come viene riportato dal quotidiano “la Repubblica”. Una storia, tra le tante, che racconta moltissimo del disastro nel piano vaccinale da parte della giunta Fontana, che ad oggi è già costato qualcosa come 22 milioni di euro, come abbiamo raccontato oggi su “Next Quotidiano”. Ma quella di Laura Wronkowski non è una mera questione di soldi. E’ una questione di dignità e di rispetto e parla del fallimento di un modello sociale, prima ancora che economico, che, dopo decenni di decantata efficienza, ha ceduto di schianto, crollato sotto i colpi del Covid, travolto dagli scandali, sepolto tra gli sprechi e che ha messo a nudo, a più riprese, l’incapacità di far fronte all’emergenza.

“Aspetto ancora quella chiamata”

“Aspetto ancora la chiamata per il vaccino senza aver ricevuto neanche un messaggio di scuse” racconta Wronkowki. Era il 19 febbraio scorso quando, tramite il suo medico di base, seguendo la procedura prevista per la vaccinazione domiciliare, si è prenotata per la somministrazione del vaccino anti-Covid.

“Ma oggi a distanza di quasi un mese, ancora niente, neanche un sms dalla Regione Lombardia per chiedere scusa del ritardo – si legge su “la Repubblica” – Ovviamente Wronowski, per la sua età, è un soggetto a rischio e deve stare più attenta degli altri: “Dall’ottobre scorso sono chiusa in casa, e mi mancano i due passi fino al panettiere e al minimarket sotto casa. Ma mio figlio è stato inflessibile: dalla seconda ondata in poi, niente uscite!”. Gli anziani stanno pagando un prezzo molto pesantissimo e si lamentano delle vaccinazioni che vanno a rilento, nonostante tutte le promesse: “Abbiamo combattuto da partigiani per una Costituzione che garantisce il diritto alla salute. Anzi, il testo parla di fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. E mai come in questo caso c’è stata perfetta coincidenza tra singoli e comunità, visto che tutelando se stesso ciascuno protegge anche gli altri, e viceversa. Si dice: “ma è stata una guerra contro qualcosa di imprevedibile”. Però tutte le guerre cominciano all’improvviso, e se uno Stato è preparato a combatterle, non si lascia sorprendere dal nemico”.

Un altro caso, l’ennesimo, che racconta il dramma vissuto dagli anziani nella seconda e più importante fase della lotta al Coronavirus: la campagna vaccinale. L’augurio è che, leggendo la sua vicenda, qualcuno dalle parti del palazzo regionale provi un istinto tardivo di vergogna e chiarisca quello che è accaduto, risolvendolo con tante scuse. E’ il minimo che si deve non solo a una Wronkowski come donna partigiana che ha combattuto per questo Paese ma a Laura come donna di 97 anni che ancora, a un mese dalla prenotazione e tre dall’inizio della campagna vaccinale, attende ancora che il telefono squilli.

 

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