La consigliera regionale toscana del Pd che sta coi talebani. Ma i dem si dissociano

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-08-26

In un’intervista al “Tirreno” la consigliera dem alle Pari opportunità della Regione Toscana Nura Musse Ali aveva detto che la presa del potere dei fondamentalisti rappresenta “una tappa obbligata”

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“I talebani? Una tappa obbligata per il Paese”. Pensieri e parole di Nura Musse Ali, avvocatessa, 35 anni, origini somale, residente a Pisa, consigliera regionale ed esponente dem della neonata Commissione Pari opportunità della Regione Toscana. Un ruolo che stona doppiamente con le dichiarazioni pubbliche di Musse Ali, che sembrano non solo sdoganare il regime talebano ma addirittura parteggiare per esso, in barba alla condizione miserabile in cui vengono tenute le donne (e non solo) in Afghanistan dai cosiddetti “studenti del Corano”.

In un’intervista al “Tirreno”, dal titolo inequivocabile “A favore del ritorno del regime talebano”, Musse Ali ha dichiarato, testuale, che “la presa del potere da parte dei fondamentalisti islamici è una tappa obbligata per un Paese, l’Afghanistan, ancora alla ricerca di un’identità politica e sociale, in cui l’occidente non è riuscito a costruire niente di rilevante nella vita della gente comune”.

Boom! Neanche il tempo di uscire fuori che l’intervista all’avvocatessa dem ha suscitato un vespaio di polemiche, a cominciare ovviamente da Matteo Salvini, a cui non sembra vero vedersi servire su un piatto d’argento un assist così prelibato per la sua propaganda permanente. Ma in questo caso, di fronte allo scivolone inaccettabile di Musse Ali, è ben difficile dargli torto.

“Le parole di Nura Musse Ali sono gravissime soprattutto perché pronunciate da una donna, come si può sostenere un regime guidato da criminali che ammazzano, stuprano, torturano e chiudono in casa le donne?” è stato il commento del leader leghista, che poi ha affondato come lama nel burro, tirando in bella i vertici Pd. “Siamo sicuri che Letta e Giani prenderanno le distanze, perché l’apologia dell’islam radicale è incompatibile con la nostra democrazia”. Gioco facile per Salvini, proprio nella stessa città, Pisa, del segretario dem. Da cui, al momento, non sono arrivati commenti sulla vicenda. Ma a dissociarsi con forza è stato tutto il Pd toscano e anche nazionale, dall’europarlamentare Simona Bonafè (“Il Partito Democratico si dissocia totalmente dalle parole pronunciate nell’intervista al Tirreno da Nura Musse Ali. I talebani sono stati e restano liberticidi e nemici dei diritti, persecutori delle donne. Sostenere che un regime è una tappa obbligata verso la maturazione sociale è inaccettabile”) a Enrico Borghi della Segreteria nazionale del Nazareno, che in una nota ha commentato.

“Le parole di Nura Musse Ali non rappresentano il pensiero del Pd, che si batte da sempre affinché sia riconosciuto il ruolo delle donne, in Italia come nel mondo. Per questo, nel dissociarci dalle sue parole e nel ribadire la nostra contrarietà verso ogni regime che azzera la dignità delle persone, chiediamo che si dimetta”.

Parole nette e di ferma condanna anche dal consigliere regionale dem Iacopo Melio, che in un post sui social prende le distanze da Musse Ali:

“Le parole di Nura Musse Ali, per quanto “stringate” dai giornali e “corrette” in seconda battuta, sono da condannare senza esitazione: in un periodo storico come questo, non è accettabile che chi ricopre un ruolo importante come componente della commissione pari opportunità, si lasci andare a una simile leggerezza”.

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