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La chat dello zio di Saman: "Un lavoro fatto bene". La madre: "Unica soluzione"

neXt quotidiano|

zio Saman Abbas

I dettagli che piano piano emergono sono sempre più inquietanti. A fornirne altri oggi è stata la Gazzetta di Reggio, quotidiano locale che riporta alcune indiscrezioni giudiziarie. Tra queste ve ne sono un paio che fanno ribrezzo. In una chat con una persona a lui molto vicina, lo zio trentatreenne Danish Hasnain, parlando della giovane Saman, avrebbe commentato così quanto appena fatto, subito dopo la scomparsa della nipote: “Un lavoro fatto bene”. Secondo chi indaga la frase significherebbe solo una cosa, che Saman sia stata uccisa e seppellita da lui stesso.

Ma non solo, sempre secondo quanto scritto dalla Gazzetta di Reggio, Saman aveva capito quello che le stesse succedendo. Perché aveva origliato un discorso tra i suoi familiari più stretti, in cui questi ripetevano che l’uccisione fosse il solo modo di metter fine a questo desiderio di Saman di vivere “da occidentale”. Lei lo aveva sentito e lo aveva riportato al fidanzato: “Stavano parlando proprio di me”, dice a lui, spiegando anche che la madre avesse detto “è l’unica soluzione” per chi non si attiene alle regole delle donne pachistane. Tant’è che a lui, prima di inviargli l’ultimo messaggio, aveva anche ribadito: “Se non mi senti nelle prossime 48 ore, chiama le forze dell’ordine”. Dettagli inquietanti, che farebbero capire che Saman sapesse a cosa stava andando in contro in quella notte tra il 30 aprile e il primo maggio.

Secondo chi indaga sarebbe stata uccisa proprio quella notte dallo zio, con il consenso dei genitori e l’aiuto dei cugini. Una tesi che però alcuni giorni fa il padre aveva smentito, dicendo -dal Pakistan e raggiunto da Il Resto del Carlino- che non fosse vero che la figlia fosse morta. Che lui l’aveva sentita, e che sarebbe in Belgio. Chiosando poi con un: “Il 10 giugno torno in Italia e spiego tutto”. Ma molto lascia pensare che lui in Italia non tornerà mai.