Attualità
La busta con un proiettile indirizzata a Federica Angeli
neXtQuotidiano 07/04/2018
È stata recapitata alla redazione del Fatto. La Squadra Mobile ha sequestrato il plico e ha avviato indagini assieme alla Digos
Una busta con un proiettile indirizzata alla cronista di Repubblica Federica Angeli è stata recapitata alla redazione de “Il Fatto Quotidiano”. Ne da’ notizia il sito web di ‘Repubblica’. La giornalista dal luglio 2013 vive sotto scorta per le sue inchieste sulla malavita di Ostia.
La busta con un proiettile indirizzata a Federica Angeli
La Squadra Mobile ha sequestrato il plico e ha avviato indagini assieme alla Digos. Federica Angeli è stata recentemente sentita come parte offesa nel processo contro Armando Spada, il boss che nel 2013 l’aveva minacciata di morte, e il 19 aprile è prevista la sua testimonianza al processo contro Carmine Spada e il nipote Ottavio, imputati di tentato duplice omicidio. Il CdR di Repubblica ha espresso solidarietà alla giornalista: “Il Cdr e tutti i giornalisti di Repubblica sono al fianco di Federica Angeli e respingono con fermezza le intimidazioni all’indirizzo della nostra collega che da anni racconta con servizi e inchieste le violenze e le illegalità perpetrate dalla criminalità organizzata sul litorale romano. Chi pensa di fermare in questo modo il lavoro della nostra redazione, si sbaglia di grosso. Federica non è sola. Repubblica continuerà nel lavoro di cronaca e inchiesta giornalistica che svolgiamo ogni giorno nell’esclusivo interesse dei lettori”.
Angeli vive da alcuni anni sotto scorta per aver denunciato le infiltrazioni della criminalità organizzata a Ostia. “Volevate farmi sentire che sono nel mirino? Lo sapevo già. Non c’era bisogno vi scomodaste – ha scritto la giornalista poco fa sul suo profilo Fb – Volevate rovinarmi la giornata e farmi tremare lo stomaco? Ok. Bravi. Ma domani passa. Stringo forte tutti voi amici miei. Mandarvi un sorriso ora sarebbe ipocrita. Ma vi invito al coraggio, anche oggi. Anche se ce la mettono tutta per farci passare la voglia di lottare. Noi siamo qui. A schiena dritta”.