Mohamed Lahouaiej Bouhlel: chi è il killer dell'attentato con il camion a Nizza

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-07-15

Il killer di Nizza è stato formalmente identificato:si chiamava Mohamed Lahouaiej Bouhlel; lo rendono noto fonti di polizia. Si tratta un franco tunisino di 31 anni. La carta d’identità ritrovata nel camion

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Il killer di Nizza è stato formalmente identificato:si chiamava Mohamed Lahouaiej Bouhlel; lo rendono noto fonti di polizia, un franco tunisino di 31 anni. La carta d’identità ritrovata nel camion con cui è stato commesso l’attacco a Nizza corrisponde al guidatore abbattuto dalla polizia. Secondo quanto riporta l’altra rete all news Bfm Tv, nel veicolo sono stati trovati anche un telefono cellulare, un bancomat e una patente. Il veicolo, hanno confermato fonti di polizia, era stato noleggiato qualche giorno fa nella regione di Nizza.  L’autore della carneficina di Nizza “è nato a Sousse”, in Tunisia e “non è inserito in nessuna lista di ricercati per terrorismo”. Una seconda carta d’identità è stata ritrovata sul camion, secondo Nice Matin. L’abitazione del killer è stata perquisita stamattina: era un piccolo appartamento in un quartiere popolare dell’est della città. I reati comuni per cui era finito nei guai erano violenza coniugale e rissa. L’uomo lavorava come autista di consegne ed era padre di tre figli: stava divorziando dalla moglie. Il killer di Nizza, identificato da Nice Matin come Mohamed Lahouaiej Bouhlel, è stato condannato per violenze a marzo. Bouhlel è originario della zona di Msaken e viene descritto dai vicini come un uomo “solitario” e “silenzioso”, che non sembrava essere molto religioso. Sua moglie è stata fermata oggi pomeriggio dalla polizia, probabilmente per essere interrogata. L’attentatore di Nizza era il figlio di un membro del partito islamista tunisino Ennhada, noto per il suo estremismo. Lo rivela Tunisie-secret.com.

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Mohamed Lahouaiej Bouhlel: la foto del permesso di soggiorno (fonte)

Mohamed Lahouaiej Bouhlel: chi è il killer dell’attentato con il camion a Nizza

Bouhlel ha lasciato il camion parcheggiato per circa 9 ore nei pressi del luogo dell’attacco nonostante il divieto per i mezzi pesanti durante le festività. Tutte le strade intorno al luogo dell’assalto erano state chiuse alle 15. Ma fermato dalla polizia, l’uomo ha spiegato che stava consegnando gelati. Secondo alcune informazioni raccolte, Bouhlel era sotto controllo giudiziario in seguito ad un incidente: aveva tamponato quattro veicoli dopo essersi addormentato al volante.  Da quando era iniziata la procedura per il divorzio dalla moglie, Mohamed Lahouaiej Bouhlel, l’attentatore di Nizza, appariva “depresso e instabile”. Secondo un’altra testimonianza dei vicini, riportata stavolta da Bfm Tv, l’uomo “non aveva fatto per intero il Ramadan quest’anno” e non sembrava seguire strettamente i precetti della religione. A quanto pare l’attentatore aveva già avuto a che fare con la polizia ma per reati contro il patrimonio: nulla di collegato ad attività terroristiche. “Attualmente sono in corso diverse operazioni, soprattutto a Nizza”, ha aggiunto la stessa fonte. La polizia francese ha identificato dalle impronte digitali l’autore della strage nella notte a Nizza. Secondo BFMTV, la polizia è riuscita a verificare l’identità dell’autore della strage ma ancora non ha divulgato il nome. Gli inquirenti hanno comparato le impronte con un documento di identità trovato sul camion e che era a nome di un franco tunisino di 31 anni, che abitava a Nizza, che aveva precedenti per reati di delinquenza comune, ma che non era nel mirino dell’antiterrorismo. A bloccare il killer sono state tre persone: l’uomo “è stato neutralizzato da un uomo e due poliziotti”, uno dei quali è una donna, come ha raccontato a radio Europe 1 il presidente del Dipartimento delle Alpi Marittime Eric Ciotti. “Una persona è saltata sul camion per tentare di fermarlo – ha detto Ciotti -. E’ a quel momento che la polizia è stata in grado di neutralizzare questo terrorista”.  L’autore della carneficina di Nizza “è nato a Sousse”, in Tunisia e “non è inserito in nessuna lista di ricercati per terrorismo”
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A bordo di un autoarticolato bianco il killer ha percorso quasi due chilometri a una velocità stimata a 80 chilometri orari, travolgendo chiunque incontrasse. Nel caos e panico scoppiati immediatamente, la gente ha cercato di fuggire in qualsiasi direzione e modo. Un centinaio di persone sono state ripescate vive in mare: si erano gettate in acqua per scappare alla furia omicida dell’attentatore. A bordo del camion sono state ritrovate armi pesanti e granate e testimoni hanno riferito di spari in provenienza dal mezzo. Il portavoce del ministero dell’Interno Pierre-Henry Brandet ha smentito le voci di una presa di ostaggi.

Nizza: il video del camion che forza il blocco


L’hotel Negresco a Nizza è stato trasformato in ospedale da campo, dove vengono portate le persone ferite. L’attacco non è stato per ora rivendicato, ma su account Telegram affiliati all’Isis sono stati pubblicati messaggi di giubilo, dichiarando l’azione una vendetta per la morte del comandante militare dello Stato islamico Omar Al Shishani in Iraq. L’uccisione del comandante jihadista, noto come Omar il Ceceno, è stata confermata dall’Isis mercoledì sera. Il presidente francese Francois Hollande, che si trovava ad Avignone, è tornato a Parigi per presiedere l’unità di crisi. La sezione antiterrorismo della Procura di Parigi ha avocato a sé l’inchiesta. A Nizza, dove le autorità hanno chiesto agli abitanti di non uscire di casa, l’esercito presidia le strade.

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Mohamed Lahouaiej Bouhlel: la dinamica dell’attentato con il camion a Nizza (fonte: National Post)

Cosa sappiamo dell’attentato con il camion a Nizza

Il bilancio dei morti è fermo a 84, almeno una decina potrebbero essere bambini, secondo le autorità locali. Intanto i feriti, di cui 18 gravissimi, sono circa un centinaio. E 54 sono i bambini ricoverati a Nizza, all’ospedale Lenval, rimasti coinvolti nell’attentato. Sono almeno tre gli italiani che risultano dispersi secondo gli appelli lanciati sui social, in particolare su Twitter attraverso l’hashtag #RechercheNice lanciato dopo l’attentato di Nizza in cui sono morte almeno 84 persone. Si tratta del 71enne Angelo D’Agostino e della moglie Gianna Muset. “Cerchiamo Angelo D’Agostino, 71 anni, era sulla promenade con la moglie al momento dell’attentato!!#Cerchiamo#GiannaMuset#”, ha scritto la nuora su Twitter. E di un giovane, Vittorio Di Pietro. “Non possiamo escludere che dei cittadini italiani siano coinvolti” nell’attentato di Nizza “data la gravità della situazione”. Lo ha dichiarato Claudio Taffuri, direttore dell’Unità di crisi della Farnesina.”Le indagini sono in corso. Chiediamo ai connazionali di mantenere la calma e di seguire le indicazioni delle autorità francesi. A Nizza risiedono circa 30mila italiani, più quelli presenti per ragioni di vacanza”.
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Intanto continua la ricerca dei dispersi, mentre i diversi ministeri degli Esteri comunicano di volta in volta il numero dei dispersi o delle vittime accertate, tra cui figurano cittadini russi, britannici, ucraini, secondo le informazioni disponibili. E i social network stanno svolgendo un ruolo importante. Un bimbo di otto mesi, che era stato perso dai genitori nel caos assoluto scoppiato con l’attacco terroristico sul lungomare di Nizza, è stato ritrovato grazie a un appello lanciato sul web con l’hashtag #PortesOuvertesNice. Il 31enne franco-tunisino, al volante di un autoarticolato bianco da 19 tonnellate, ha percorso quasi due chilometri a una velocità stimata a 80 chilometri orari, travolgendo chiunque incontrasse sul lungomare di Nizza. Nel caos e panico scoppiati immediatamente, la gente ha cercato di fuggire in qualsiasi direzione e modo. Un centinaio di persone sono state ripescate vive in mare: si erano gettate in acqua per scappare alla furia omicida dell’attentatore, che è stato ucciso dalla polizia. A bordo del camion, che era stato affittato due giorni prima, sono state ritrovate armi pesanti e una granata e testimoni hanno riferito di spari in provenienza dal mezzo. Ma secondo altre fonti la granata non era in grado di esplodere e i fucili erano fasulli. Prima di essere abbattuto dalla polizia, l’uomo avrebbe sparato diversi colpi d’arma da fuoco. Una squadra di artificieri è al lavoro dopo la segnalazione di un camion sospetto, un mezzo preso a noleggio nei pressi dell’84 Route de Turin, una delle vie principali di Nizza che si dirige verso l’autostrada. Gli artificieri della polizia di Nizza hanno anche fatto brillare un pacco sospetto nei pressi dell’abitazione di Bouhlel. Secondo Le Figaro, l’uomo viveva da solo da circa due anni, non aveva amici e non aveva contatti con i vicini che neanche salutava. Secondo una vicina era molto chiuso, quasi depresso. Secondo un’altra, tale Jasmine, era “un uomo malvagio”. Abitava da due anni nella zona ma non salutava mai e non aveva contatti con nessuno. Una vicina, Alexia, ha dichiarato di aver parlato con il 31enne soltanto una volta, per un problema elettrico, perché aveva tagliato i fili del contatore sbagliato. Anan, un’altra vicina, ha dichiarato che si trattava di “un bell’uomo ma fissava troppo le mie due nipoti”.

Le foto della casa di Mohamed Lahouaiej Bouhlel a Nizza

 

La Car Jihad

La ‘car jihad’, la tecnica cioè di usare un autoveicolo per portare un attacco terroristico non ha esordito ieri a Nizza, ma è stata adottata più volte in passato. E, come ha ricordato il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, risponde ad una precisa ‘fatwa’ lanciata nel settembre del 2014 dal portavoce dello Stato Islamico, Abu Muhammad al Adnani, con il quale si invitava a colpire gli ‘infedeli’ con qualunque mezzo a disposizione. “Se non siete in grado di procurarvi un ordigno esplosivo o una pallottola – disse Adnani – allora scegliete un infedele americano o francese o qualunque altro loro alleato e rompetegli la testa con una pietra, o accoltellatelo, investitelo con un’auto, buttatelo giù da un’altura, strangolatelo o avvelenatelo”. Già nel maggio del 2013, peraltro, a Londra, due attentatori di origine nigeriana si scagliarono con la loro auto contro un soldato dell’esercito britannico per poi infierire sulla vittima con un’arma da taglio. Mentre il 20 ottobre 2014 in un sobborgo di Montreal un 25enne canadese convertitosi all’Islam ha volontariamente investito con la propria auto due militari canadesi, uno dei quali è rimasto ucciso mentre l’altro soltanto ferito. Anche il 20 giugno 2015 è stato raccolto l’appello alla ‘car jihad’, quando un 26enne austriaco di origine bosniaca si è scagliato a Graz con la propria auto sulla folla per poi iniziare a pugnalare i passanti. L’azione, che ha causato tre morti, era stata in un primo momento addebitata allo stato psicopatologico dell’uomo. In precedenza, nel 2008, un arabo-israeliano si era gettato su auto e passanti nel centro di Gerusalemme con una ruspa sottratta poco prima in un cantiere.
La foto di Mohamed Lahouaiej Bouhlel è stata diffusa in questo servizio di Al Jazeera

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