Attualità
La folla ucraina nelle stazioni ferroviarie per cercare di lasciare il Paese
neXtQuotidiano 07/03/2022
Una delle tante foto simbolo di questa guerra arriva dalla stazione di Kharkiv: migliaia di persone assiepata nel tentativo di salire a bordo di uno dei pochi treni disponibili

È una guerra che, dopo aver parlato attraverso proclami propagandistici, parla per immagini. Dall’alba di giovedì 24 febbraio arrivano dall’Ucraina una serie di testimonianze dirette di questa invasione russa. Foto e video di attacchi missilistici, di truppe che avanzano per le strade in direzione della capitale. Filmati che raccontano testimonianze di chi è lì e sta vivendo sulla propria pelle quel che gli sta accadendo attorno. E poi ci sono quegli scatti che mostrano un popolo costretto a tentare la via della fuga, tentando di lasciarsi alle spalle quelle bombe e quella paura. Ma, come accaduto a Kharkiv, abbandonare il Paese non è così semplice.
Non so in Ucraina purtroppo, sono nei Baltici. Non ho quindi i miei occhi come fonte. Ma ho accanto una signora, una rifugiata con 3 bambini arrivata ieri da Leopoli, alla quale hanno girato questa foto della stazione di Kharkiv.
La Stiamo guardando insieme#Ukraine️#Putin pic.twitter.com/yypypwpLUs— francesca paci (@frapac71) March 7, 2022
Kharkiv, le immagini delle stazioni ferroviarie prese d’assalto
Questa foto dalla stazione ferroviaria di Kharkiv è uno dei tanti simboli di questa guerra. Migliaia di persone assiepate nel tentativo di salire a bordo di uno dei pochissimi treni in partenza. Non c’è e non ci sarà mai spazio per tutti. Uomini (pochi), donne e bambini. Famiglie intere che provano a lasciare la città per fuggire alle bombe e a quei missili che hanno devastato strade, palazzi, abitazioni, scuole, uffici. Immagini, come spiegato anche dalla Gazzetta del Sud che ha pubblicato anche un video, che arrivano da tutto il Paese.
Una foto che, nel suo piccolo, racconta l’immane tragedia che ha colpito l’Ucraina e il suo popolo. Uno scatto simbolo di come sia impossibile lasciare il Paese. Impossibile mettersi in salvo lasciando dietro di sé la propria storia, la propria vita. Perché molte di quelle persone aspetteranno invano un treno per abbandonare quella Kharkiv che, inesorabilmente, non sarà più come prima. Come prima rispetto all’invasione russa.