Fatti
Kateryna Dyachenko, la ginnasta di 11 anni morta sotto alle bombe a Mariupol
neXtQuotidiano 24/03/2022
La giovanissima atleta è deceduta insieme al padre dopo il crollo della palazzina in cui abitava. Ricoverati in gravi condizioni anche la mamma e il fratellino
Aveva solamente 11 anni. Amava la ginnastica ritmica e sognava di rappresentare il suo Paese, l’Ucraina, ai Mondiale e ai Giochi Olimpici. Un sogno interrotto dalle bombe su Mariupol che piovono sulla città da settimane. La piccola Kateryna Dyachenko è morta insieme a suo padre a causa del crollo della palazzina in cui abitava. La sua casa, come quella di centinaia di migliaia di suoi connazionali, è stata bombardata dai mezzi militari russi.
Visualizza questo post su Instagram
Kateryna Dyachenko, la ginnasta di 11 anni morta sotto alle bombe a Mariupol
A dare la notizia della morte della giovane Kateryna Dyachenko e del padre è stata la sua allenatrice, Anastasia Meshchanenkova che su Instagram ha condiviso un’immagine recente della piccola sorridente con al collo una medaglia d’oro e in mano un trofeo appena vinto. Uno scatto che risale alla fine di dicembre, dodici settimane fa. Due mesi prima dell’invasione russa, della guerra in Ucraina e all’Ucraina. Una foto che sembra immortalare un periodo lontanissimo nel tempo rispetto alla realtà attuale.
“Non pensavo che queste cose potessero accadere nel XXI secolo. Questa meravigliosa, giovane ginnasta è morta a Mariupol. È ingiusto quando i bambini innocenti muoiono. Non ho parole, solo dolore”.
Dolore per una giovane vita persa tra le macerie. Per colpa delle bombe. Purtroppo Kateryna Dyachenko è solamente una delle tante giovanissime vittime di questo conflitto. Solo ieri, secondo le stime ufficiali, erano 128 i bambini morti dall’inizio della guerra in Ucraina. Particolarmente colpita la città di Mariupol, nella zona Sud del Paese, dove il rumore dei missili e dei bombardamenti non si è mai interrotto dall’alba del 24 febbraio scorso. Un mese fa. Un mese in cui sono stati bombardati ospedali e teatri trasformatisi in rifugi per tutte quelle persone che avevano perso la casa a causa delle bombe.