Josh Cavallo, il primo calciatore professionista ad aver fatto coming out

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-10-27

Il centrocampista dell’Adelaide United, squadra che milita nella Serie A australiana, vuole essere di esempio per gli altri affinché si normalizzi una situazione normale

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A breve compirà 22 anni e ha deciso di dare una scossa a quel tugurio mentale in cui si è sempre nascosto il mondo del calcio. Josh Cavallo, centrocampista centrale dell’Adelaide United (squadra che milita nella A-League, il massimo campionato australiano), ha deciso di infrangere il muro del silenzio diventando il primo calciatore professionista a fare coming out. Il giovane giocatore ha raccontato, attraverso una lettera pubblicata sui suoi canali social, i motivi che lo hanno spinto a rendere pubblica la propria omosessualità. Una pensiero a fin di bene, affinché anche gli altri calciatori gay trovino il coraggio di illuminare quell’ombra oscurantista che circonda il mondo del pallone. A livello mondiale.

Josh Cavallo, il primo calciatore professionista ad aver fatto coming out

Un atto di coraggio. Perché il mondo del calcio (ma anche quello dello sport, fatte salve alcune eccezioni) – soprattutto a livello professionistico – sembra vivere in un universo parallelo, dove l’omosessualità è un tabù da nascondere. O, almeno, dove c’è una grande paura di raccontare l’essere se stessi. In tutte le proprie sfaccettature. Perché mentre vengono mitizzati i classici cliché del calciatore e della velina (declinati in tutte le sfaccettature) e i ruoli da “tombeur de femmes” di moltissimi protagonisti del mondo del pallone, l’omosessualità sembra esser vissuta sulla perenne linea della discriminazione nascosta. E questo fa assumere la connotazione “coraggiosa” alla lettera scritta dal giovane Josh Cavallo.

“Oggi sono finalmente pronto a parlare di qualcosa di personale, sono orgoglioso di annunciare pubblicamente che sono gay. È stato un viaggio arrivare a questo punto della mia vita, ma non potrei essere più felice della mia decisione. Ho combattuto la mia sessualità per oltre sei anni ormai, ma ora sono felice di smettere di farlo. Le persone che mi conoscono sanno quanto io sia riservato. Crescendo ho sempre sentito la necessità di nascondermi perché mi vergognavo. Mi vergognavo di non poter mai fare ciò che amavo ed essere gay. Nascondere chi sono veramente per inseguire un sogno che ho sempre desiderato fin da bambino, giocare a calcio ed essere trattato allo stesso modo non è mai stata una possibilità. Ho dovuto imparare a mascherare i miei sentimenti per adattarmi allo stampo di un calciatore professionista, essere gay e giocare a calcio sono due mondi che non si erano mai incrociati. Ho vissuto la mia vita presumendo che questo fosse un argomento di cui non si sarebbe mai parlato. Nel calcio hai solo una piccola finestra per raggiungere la grandezza, e fare coming out pubblicamente potrebbe avere un impatto negativo sulla carriera. So che ci sono altri giocatori che vivono in silenzio. Voglio aiutare a cambiare questo, per dimostrare che tutti sono i benvenuti nel gioco e meritano il diritto di essere se stessi. È sorprendente sapere che non ci sono altri giocatori gay dichiarati in attività, non solo in Australia ma nel mondo. Spero che questo possa cambiare rapidamente in futuro. Spero che, facendo vedere chi sono, possa anche mostrare a chi si identifica con la comunità LGBTQ+ di essere tutti i benvenuti nel mondo del calcio. Dal momento che il calcio continua ad espandersi, voglio aiutarlo per una crescita ulteriore, e far sì che altri giocatori nella mia situazione non si sentano soli. Sono incredibilmente grato per il supporto ricevuto, alla mia famiglia, ai miei amici, alla mia squadra”.

Parole che non pesano come un macigno, ma alleggeriscono un universo fatto di machi e macisti e che – anche per colpe proprie – silenziano tutti coloro i quali non si sentono pronti a ricevere il giudizio dei tifosi, della stampa (e delle persone in generale) sul proprio orientamento sessuale.

Le reazioni e gli applausi

Per tutti questi motivi la lettera di Josh Cavallo merita solamente applausi. Ha squarciato il velo del silenzio e ora in tanti potrebbero seguire il suo esempio, liberandosi dal peso di un costrutto mentale che deve essere affrontato per essere completamente messo nel cassetto dei cattivi ricordi. Tutto ciò è evidenziato dalle reazioni arrivate a queste parole, da buona parte dei tifosi della sua squadra, dai sostenitori di tutto il mondo e dagli “attori protagonisti”.

“Hey Joshua, non ho il piacere di conoscerti personalmente, ma voglio ringraziarti per questo passo che fai. Il mondo del calcio è molto indietro e tu ci stai aiutando ad andare avanti”, scrive il difensore e capitano del Barcellona Gerard Piqué. La sintesi del ringraziamento che il mondo intero (e non solo quello del calcio) deve al coraggio di Josh Cavallo.

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