La denuncia dello scrittore Jonathan Bazzi: “Deriso in strada perché gay da un padre con il figlio al seguito”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-08-15

È accaduto a Todi, in Umbria. Il genitore ha richiamato l’attenzione del bimbo e di un amico “per unirsi anche loro all’incontenibile sollazzo del contemplare due invertiti a passeggio”

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L’omofobia non è fatta solo di parole, ma anche di gesti. E diventa ancor più grave quando gli adulti tentano di coinvolgere anche i più giovani in questi comportamenti diseducativi e discriminatori. Quel che ha denunciato lo scrittore Jonathan Bazzi è l’esatto emblema di come una porzione di cittadini italiani sia ancora schiava di quei retaggi “culturali” atti a irridere una o più persone per via del loro orientamento sessuale. Il tutto è accaduto in Umbria, a Todi. Nel centro di una delle cittadine maggiormente riconosciuta a livello storico e culturale durante il Medioevo.

Jonathan Bazzi racconta l’episodio di omofobia subìto a Todi

Il romanziere si trovava a passeggio per le vie del centro di Todi in compagnia del suo compagno. E proprio durante questa camminata, un padre – in compagnia anche di un amico – si è rivolto al figlio chiedendo al piccolo di spostare l’attenzione su quella coppia gay. Con il chiaro intento di irriderli.

“Centro di Todi. Due amici quarantenni con bambino sette-ottenne al seguito passeggiano per il corso prima di pranzo. Passiamo io e il mio ragazzo, il padre del bambino ferma tutti, sghignazzando con gli occhi esplosi dallo spasso chiede al figlio e all’amico di girare a guardarci per unirsi anche loro all’incontenibile sollazzo del contemplare due invertiti a passeggio. Anche per questo l’educazione alle differenze in questo Paese resta impossibile: quando si parla di identità e relazioni i bambini vanno “lasciati stare” affinché possiate insozzarli bene, sin dalla lallazione, con la vostra lordura retriva e psicopatologica, buona ad assicurarvi un paio di secondi di adrenalina a scapito della dignità del primo che passa. E gli anni che ci aspettano non faranno che garantire legittimità a questo tradizionalissimo film dell’orrore in cui il senso di contare qualcosa, di avere consistenza e rilevanza, viene ottenuto prendendo di mira la gente per il solo fatto di esistere, ovvero sognando la soppressione – almeno morale – dell’altro da sé”.

Atteggiamenti omofobi e diseducativi da parte di un genitore che dovrebbe avere a cuore l’educazione di un figlio. Soprattutto sui temi di diritti sociali.

(Foto IPP/Pamela Rovaris/Pacific Press via ZUMA Wire)

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