Ma davvero sulle nostre spiagge arriveranno i vù cumprà kamikaze?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-04-14

Il Giornale e Libero parlano di “vù cumprà” addestrati dall’ISIS in Senegal per colpire le spiagge italiane con finte cinture di Gucci esplosive, ma qualcosa non torna

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Ieri il Giornale (e di seguito anche Libero) ha lanciato un clamoroso allarme: l’ISIS starebbe preparando un assalto alle nostre spiagge utilizzando i vù cumprà senegalesi. La storia sembra incredibile e del resto in tutti questi anni l’ISIS, o meglio l’incarnazione nordafricana di Al Qaida nel Maghreb islamico (AQIM), aveva lasciato relativamente in pace quello che è considerato uno dei paesi “più stabili” della regione. Di recente però alcuni eventi hanno cambiato questa percezione del Senegal. Il primo sono stati gli attacchi alle strutture alberghiere in Mali (a novembre 2015) e in Burkina Faso (a gennaio 2016). Il secondo è la notizia che tra i combattenti dell’ISIS in Libia ci sarebbero almeno una trentina di senegalesi.
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Dove sono i campi di addestramento dell’ISIS in Senegal?

Questo ha portato a ritenere che anche un paese come il Senegal, fino a poco tempo fa considerato immune dalla minaccia del terrorismo integralista islamico possa essere al tempo stesso un obiettivo dei jihadisti, vista la forte presenza di turisti stranieri e gli stretti rapporti tra Senegal e Francia (che sono tra le motivazioni degli attacchi in Mali) e un nuovo bacino di reclutamento perché l’ISIS sta lentamente espandendo la sua zona di influenza dalla Nigeria verso quei territori dell’Africa nordoccidentale. L’attenzione delle autorità senegalesi pare al momento concentrata sul centro turistico di Saly, una cittadina balneare poco distante dalla capitale Dakar e dal lato opposto del paese rispetto al confine con il Mali.

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Saly, la cittadina vicino alla quale – secondo Il Giornale – ci sarebbe un campo di addestramento dell’ISIS

Il Giornale infatti riferisce che il capo della polizia di Saly ha fatto sapere che i jihadisti si stanno addestrando poco distante dai resort, e per questo la zona sarebbe fortemente presidiata dalle forze di polizia e dall’esercito. Al di là della notizia riportata dal quotidiano italiano però non sembra che l’allarme lanciato dal capitano Seck Pouye (e nemmeno quello del più importante Colonnello Adama Gueye) sia stato ripreso da altre testate, nemmeno dai giornali africani. Riguardo ai campi di addestramento dell’ISIS in Senegal, che pure potrebbero esistere, appare inverosimile che siano situati vicino agli obiettivi da colpire, soprattutto in un’area che – pur essendo nella fascia senegalese del deserto del Sahel – sembra essere abbastanza popolata e urbanizzata.


Gli analisti concordano del dire che il Senegal, ed in particolare l’area di Saly, possano costituire un possibile obiettivo per i gruppi jihadisti, vista la forte presenza di turisti stranieri di origine europea, almeno così riportava Africa News appena due giorni fa. Strano che il sito non faccia menzione dell’allarme su vù cumprà kamikaze pronti a colpire il nostro paese. Ed è strano che neppure sul giornale online senegalese Senego vengano riportate le parole che il Giornale attribuisce al direttore dell’hotel Les Bougainvilles Boubacar Sabaly. Nel pezzo del Giornale Sabaly racconta:

È qui, a due passi dal nostro albergo che i terroristi preparano i loro piani di battaglia, per due volte hanno dato fuoco alle auto parcheggiate. Ci minacciano di continuo

Su Africa News e su Senego invece Sabaly lamenta un calo nelle presenze turistiche dovuto, anche dalla forte presenza di militare nella città e non solo non menziona la presenza di campi “a due passi dal nostro albergo” ma nemmeno parla di auto bruciate. Insomma in Senegal, come in molti altri paesi del nordafrica, ci sarebbe una certa preoccupazione riguardo il rischio che Daesh o AQIM possano arrivare a colpire nel paese, nel frattempo però gli USA continuano a usufruire degli accordi in vigore con il Senegal dal 2009 per trasferire i prigionieri detenuti a Guantanamo (l’ultimo trasferimento è di pochi giorni fa). Secondo Il Giornale invece il piano dell’ISIS è ben diverso, tra tutti quelli addestrati nei pressi di Saly i senegalesi sarebbero coloro destinati ad attaccare l’Italia:

Un kalashnikov al posto della borsa contraffatta di Louis Vuitton, oppure una cintura esplosiva invece di quella simil Gucci. La mente malata dei jihadisti sembra aver partorito una nuova strategia del terrore: colpire le spiagge italiane con radicalizzati travestiti da vu cumprà, per mettere in pratica il delirante piano di un medico diventato uomo di fiducia di Al Baghdadi in Senegal.

Peccato che dell’allarme lanciato dalla polizia di Saly, del nome di Peter Saadi (per il Giornale la mente dell’ISIS in Senegal) e di questo piano non si parli da nessuna parte. Senza contare che nell’articolo si menziona solo l’ISIS e non Al Qaida nel Maghreb islamico, ovvero l’organizzazione che ha rivendicato gli attacchi in Mali e in Burkina Faso e che secondo un dossier pubblicato da ISPI rappresenterebbe il vero pericolo per il Senegal e per gli stati del Sahel. Non si spiegherebbe poi come mai, avendo la possibilità di attaccare in maniera relativamente facile un grosso bersaglio come i resort di Saly i jihadisti dell’ISIS opterebbero per inviare dei vù cumprà kamikaze in Italia anche perché uno degli obiettivi principali di AQIM è il ritiro delle forze francesi dalla regione. La storia del Giornale invece ricorda molto quella dei terroristi dell’ISIS pronti a colpire l’Occidente con l’Ebola, e si sa come è andata a finire.

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