I ristoratori dissidenti depositano il marchio #ioApro

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-04-08

Ora il marchio #ioApro non è solo più un hashtag, ma diventa ufficialmente un logo registrato presso l’Ufficio brevetti e marchi del Mise

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Ora il marchio #ioApro non è solo più un hashtag, ma diventa ufficialmente un logo registrato presso l’Ufficio brevetti e marchi del Mise. Secondo quanto spiega il presidente nazionale della Confederazione imprese unite per l’Italia, titolare del marchio, l’azione è stata intapresa per tutelarsi dai negazionisti presenti su Telegram

I ristoratori dissidenti depositano il marchio #ioApro

Il marchio rappresenta una finestra tricolore aperta, con al centro un cucchiaio, una forchetta e un coltello. “Lo abbiamo fatto – spiega all’Adnkronos Stefano Agnesini, presidente nazionale della Confederazione imprese unite per l’Italia, titolare del marchio – per tutelare la nostra iniziativa dopo l’apertura di diversi canali Telegram a sfondo negazionista. Abbiamo fatto partire delle diffide e depositato il marchio proprio per prendere le distanze. La nostra è una iniziativa di disobbedienza civile, sì, ma abbiamo chiare le regole del gioco: distanziamento, mascherina, gel”.

Nata nel 2020 nel bel mezzo della pandemia, la Confederazione imprese unite per l’Italia ha appoggiato la protesta dei ristoratori che, a metà gennaio, decidevano di aprire le loro attività in barba ai divieti: “Ma non siamo e non vogliamo diventare un movimento politico”, puntualizza Agnesini. Ieri a Roma in Piazza Montecitorio ci sono stati tafferugli durante la manifestazione dei ristoratori: “A prescindere dalle vicende di ieri, sulle quali sono in corso degli accertamenti, io da presidente nazionale della Confederazione ci tengo a condannare gli atti di violenza e tutelo gli imprenditori che erano in piazza: gente disperata che cerca solo di lavorare”.

Intanto oggi il Corriere riporta un protocollo per la riapertura dei ristoranti, che prevede la misurazione della temperatura e l’igienizzazione delle mani all’ingresso, la mascherina per i clienti che non sono seduti al tavolo, che dovrà essere disinfettato alla fine del servizio, e l’utilizzo dei menù elettronici o comunque disinfettabili o usa e getta. Anche il pagamento elettronico dovrà essere utilizzato in via preferenziale:

La consumazione al banco è consentita solo con il distanziamento di un metro. Ai tavoli va garantito il distanziamento di un metro tra i clienti. Sono consentite massimo quattro persone per tavolo, salvo che siano tutti conviventi. Bisogna favorire il ricambio d’aria escludendo il ricircolo. Il buffet è consentito ma va affidato al personale e i clienti devono rispettare distanziamento e mascherina. Il self service è consentito solo con prodotti confezionati in monodose. Bisogna inoltre privilegiare l’utilizzo degli spazi esterni, sempre con il distanziamento di un metro. Il personale di servizio a contatto con i clienti deve indossare la mascherina. La postazione della cassa può essere dotata di barriere fisiche: in alternativa anche qui il personale deve indossare la mascherina.

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