Attualità
L’incredibile intervista al consulente di Toninelli condannato per bancarotta
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2018-09-16
Il Fatto a colloquio con Gaetano Intrieri, che sulla sua condanna racconta una storia completamente diversa da quella scritta nella sentenza…
Il Fatto Quotidiano oggi pubblica un’intervista a Gaetano Intrieri, l’esperto di Toninelli condannato per bancarotta, in cui lui dà una versione completamente diversa della vicenda per cui è finito tra le grinfie dei giudici. Tanto diversa da far pensare che qualcuno menta e la parte curiosa della vicenda è che lo stesso Intrieri non la fornisce nella lettera che ha inviato al direttore de La Verità Maurizio Belpietro. Chissà perché. Ecco l’intervista di Daniele Martini, che oggi, non a caso, firma anche un articolo sull’indagine della GdF riguardo l’Air Force Renzi rivelata proprio da Intrieri:
Perché è stato condannato?
Quando nel 2003 fui chiamato in Gandalf a fare l’amministratore, trovai una società sospesa dalla Borsa e in un uno stato comatoso. Per salvare l’azienda e rilanciarla fui costretto a pagare 420 mila euro a una società americana,la Aws, che per Gandalf aveva effettuato una mediazione con i lessor di alcuni aerei e curato l’ingresso di altri Boeing 737 necessari per dare un futuro alla compagnia.Perché pagò di tasca sua?
Pagai io, ma erano soldi che mi erano stati consegnati dalla società. Gli americani non volevano essere pagati ufficialmente da Gandalf, perché temevano fallisse e non volevano perdere i soldi. Non avevo scelta se volevo salvare l’azienda e tutelare lavoratori e azionisti.
Ora, basta confrontare questa versione con quella della sentenza per capire che qualcosa non torna. La condanna risale a una vicenda del 2003, quando Intrieri è stato amministratore delegato della compagnia aerea Gandalf: dopo il fallimento della compagnia, che risale al 2004, è stato condannato a tre anni e sei mesi, con pena ridotta a due anni e quattro mesi e poi cancellata dall’indulto del 2006, quello a cui Grillo era contrario. Intrieri avrebbe sottratto dalle casse della Gandalf quasi mezzo milione a fini personali. «I 429mila euro da me incassati sono serviti per appianare i debiti con la Banca Intesa», ha detto lui al PM e la Cassazione nella sentenza ha scritto perché «versò i soldi sui suoi conti correnti facendone un uso personale (…) tutti soldi introitati con il pretesto di dover soddisfare debiti sociali». Intrieri, che ha un account su Twitter, ha pubblicato una lunga lettera di replica a Maurizio Belpietro dopo la pubblicazione dell’articolo di Amadori. Nella lettera ammette la condanna ricevuta ma sostiene che sia servita ai piccoli azionisti per ricevere i loro soldi indietro ma non parla per nulla di questo pagamento di 420mila euro alla AWS:
Curioso, no?