La manifestazione per l'indipendenza del Veneto!

di Chiara Lalli

Pubblicato il 2014-09-17

Referendum per l’indipendenza: perché la Scozia sì e noi no?

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L’occasione era troppo perfetta per lasciarsela scappare: perché la Scozia sì e il Veneto no? E così oggi la Lega è andata a protestare in piazza Montecitorio (Lega: protesta davanti a Camera con Tosi per indipendenza Veneto, Agi, 17 settembre 2014). In prima fila Flavio Tosi, segretario della Liga veneta e sindaco di Verona, per sostenere la causa dell’indipendenza del Veneto. Con lui altri parlamentari leghisti, con magliette e striscioni e bandiere della Serenissima.
 
IL REFERENDUM PER L’INDIPENDENZA DEL VENETO
Gli slogan vanno da «In democrazia il popolo è sovrano» a «Il futuro del Veneto nelle mani dei Veneti». Non si capacitano del fatto che il governo non consenta il referendum consultivo sull’autonomia del Veneto. Lo scorso 8 agosto il Consiglio dei ministri aveva impugnato la legge regionale al riguardo. Niente da fare per Tosi e gli altri. All’indomani della bocciatura (Roma boccia i referendum per l’indipendenza del Veneto, la Padania, 9 agosto 2014) i commenti erano stati molto piccati.

Lo Stato centrale tenta di fermare il cammino del Veneto verso l’indipendenza. Ma Zaia avverte: andiamo avanti più motivati di prima, questa è la dimostrazione che hanno paura della democrazia.
«Renzi vuole tappare la bocca al popolo veneto. Lanciamo la resistenza democratica, nel segno del Leone di San Marco. Questa è una battaglia di legittima difesa nei confronti di uno Stato che ci sta uccidendo di tasse»: così i deputati Matteo Bragantini, Filippo Busin, Roberto Caon, Marco Marcolin, Emanuele Prataviera e i senatori Raffaela Bellot, Patrizia Bisinella, Emanuela Munerato, Erika Stefani e Paolo Tosato. «Se pensano di poter azzittire un popolo si sbagliano di grosso – sostengono i parlamentari del Carroccio. Più tenteranno di accanirsi contro il Leone di San Marco, più scateneranno l’indignazione di una terra che è stanca di regalare ogni anno 21 miliardi di tasse a Roma, per non ricevere in cambio mai niente».

Chiaro? Zaia poi si era anche avventurato in terreni filosofici. Prima citando Voltaire sul dare la vita per le tue pessime idee – e poi Gandhi. Domanda: «È forse il caso di mettere in discussione i metodi gandhiani?». Risposta: 
«Io sono un irriducibile pacifista. Non credo che la violenza e i proclami servano. E poi chi amministra ha la responsabilità, come rappresentante delle istituzioni, di indicare la via. Chi è violento sa che non fa parte della mia squadra». Violenza no, però qualche proclama oggi è arrivato. «È un fatto di democrazia» si è lamentato Tosi «la Scozia si può esprimere e in Italia non si consente a un popolo di esprimersi con un referendum consultivo. È illiberale impedire che si svolga un referendum sull’autonomia». Secondo Tosi il referendum è costituzionale «perché non sancisce una divisione del paese». Ha poi concluso: «Io personalmente non sono secessionista, ma federalista. Tutti dovrebbe avere autonomia fiscale. E comunque è un fatto che in Europa ci si possa esprimere su queste vicende mentre in Italia no».

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