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In ricordo di Giorgio Bocca, morto il giorno di Natale di 10 anni fa

Il 25 dicembre del 2011 moriva Giorgio Bocca, uno dei più grandi giornalisti italiani. Partigiano, fu tra i fondatori di Repubblica insieme a Eugenio Scalfari

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Partigiano dopo l’8 settembre del 1943 nella zona della Val Grana, comandante della decima divisione “giustizia e libertà”. Tra i fondatori – insieme a Eugenio Scalfari – di uno dei quotidiani di maggiore successo, Repubblica. Firma di punta de L’Espresso. Giornalista, allievo ufficiale degli alpini. Giorgio Bocca morì a 91 anni il giorno di Natale, il 25 dicembre del 2011. Era nato a Cuneo nel 1920. Ha vissuto il mestiere come una vera e propria missione: “La sostanza del giornalismo – raccontò negli studi di Che tempo che fa – è cercare di capire quello che sta succedendo al mondo. E allora scrivi la storia cercando di capire che cosa accade intorno a te. Questo è abbastanza semplice, credo che tutti i giornalisti lo vogliano fare. Poi alcuni si vendono e non lo fanno”.

La carriera di Giorgio Bocca, morto a Natale 10 anni fa

Dopo aver iniziato la sua carriera a ridosso dell’inizio della Seconda Guerra Mondiale, alla fine del conflitto scrive per il giornale Giustizia e Libertà, viene assunto alla Gazzetta del Popolo di Torino per fare poi il grande salto a Milano, nel 1954, scrivendo per L’Europeo. Poi per Bocca venne la stagione del Giorno, dove firmò una lunga serie d’inchieste e si affermò anche come inviato speciale seguendo ad esempio la Guerra dei Sei Giorni. Fu chiamato dal direttore Italo Pietra, ex-partigiano come lui.

Nel ’76 Bocca fa parte della prima “squadra” di Repubblica, accettando la scommessa di Eugenio Scalfari e Carlo Caracciolo, sfidare il Corriere della Sera, la Stampa, il Messaggero. Lì racconta gli anni di piombo del terrorismo: “Era molto difficile fare il giornalista nei giorni del terrore. Il nemico che poteva ucciderti o gambizzarti poteva essere il signore della porta accanto, o un amico di tuo figlio”.

Tra i tanti i libri da lui pubblicati, si ricordano “Storia dell’Italia partigiana” e “Il terrorismo italiano 1970-1978”. Nel gennaio 2012 è stato pubblicato postumo il volume “Grazie no. Sette idee che non dobbiamo più accettare”, un suo “testamento” ideale.