In Alto Adige un documento pubblico parla ancora di razza: basta!

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-10-28

La novità che porta nel passato arriva dall’Alto Adige dove forse nelle Asl non si sono accorti che le persone non distinguono per razza

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In Alto Adige il tema della razza deve evidentemente essere caro ai più, fosse solo perché ciclicamente (inspiegabilmente) torna a campeggiare la parola razza su documenti ufficiali. Ma veniamo all’ultimo capitolo di questa frustrante saga, scenario è il questionario dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige per le scuole.

Il modulo, da compilare a cura degli insegnanti con la valutazione dell’alunno, chiede di indicare tra gli elementi identificativi, il “gruppo etnico o razza dell’alunno”. Dove, per pure analisi grammaticale, gruppo etnico e razza sono messi in rapporto uno con l’altro.

Come detto però non si tratta di una novità. Il caso era già venuto alla luce nel gennaio del 2019 suscitando interventi anche a livello parlamentare.

In Alto Adige un documento pubblico parla ancora di razza: basta!

Ora, come riferisce il quotidiano Alto Adige, viene sollevato da Giuseppe Augello, ex ispettore della Sovrintendenza scolastica, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Bolzano III, che ha segnalato l'”anomalia” al sovrintendente Vincenzo Gullotta. “Trovo la dicitura inaccettabile, eticamente scorretta e fuori da ogni logica, stridente con i principi del vivere civile – ha dichiarato Augello – e ho dato disposizioni ai docenti del mio istituto di rimandare al mittente i moduli in questione”. Il modulo, derivato da un modello standard in uso negli Stati Uniti, avrebbe dovuto essere modificato da più di due anni, dopo le proteste di inizio 2019. All’epoca, infatti, l’Azienda sanitaria aveva precisando che il termine “razza” era stato utilizzato “per un errore di traduzione dal testo originale che è in lingua inglese e che è stato standardizzato a livello mondiale”. “Il modulo verrà rivisto a brevissimo”, assicurava l’Azienda sanitaria, il cui direttore generale, Florian Zerzer, si era scusato “per il fatto che tale termine sia stato utilizzato in questo contesto”. La modifica non c’è stata e, anzi, è solo di pochi giorni la protesta di un paziente che si era rivolto al Servizio di medicina dello sport dell’Azienda sanitaria altoatesina trovando l’indicazione della razza su un altro questionario.

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