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Ilenia Fabbri aveva denunciato l’ex marito per percosse: perché non è stata protetta?
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2021-03-04
Ilenia Fabbri era finita al pronto soccorso dopo che l’ex marito Claudio Nanni l’aveva afferrata con le mani al collo. Lei aveva denunciato. E raccontava di avere paura. E ora è morta: non si poteva fare niente per evitarlo?
Ieri Chi l’ha visto? si è occupato dell’omicidio di Ilenia Fabbri, del quale è accusato l’ex marito Claudio Nanni come mandante, che è stato arrestato ieri insieme a un’altra persona, che secondo quanto racconta Federica Sciarelli avrebbe già dei precedenti penali per aver picchiato una persona disabile, e sarebbe l’esecutore materiale del delitto. Ilenia Fabbri aveva denunciato l’ex marito per percosse. Perchè non è stata protetta?
Ilenia Fabbri aveva denunciato l’ex marito per percosse: perché non è stata protetta?
“La afferrava con le mani al collo nella parte posteriore e al polso sinistro e la strattonava contro il muro facendole battere la testa con minacce verbali”, è scritto nella denuncia che nel 2017 Ilenia Fabbri aveva presentato dopo essere finita al pronto soccorso. L’ex marito l’aveva aggredita, ma solo quando la figlia, che pure era presente in casa, stava ascoltando la musica con le cuffie al piano di sopra, e non poteva accorgersi di nulla. Ma dopo la denuncia poco era cambiato: Ilenia in alcuni messaggi mostrati in trasmissione spiegava di avere molta paura.
“Ho chiamato la questura, ho spiegato e raccontato che mi ha già minacciato e sono molto impaurita perché ci sono già denunce in corso”, raccontava. Ilenia Fabbri e il marito erano già in fase di separazione, ma nonostante i problemi causati da Nanni un giudice aveva stabilito che la coppia dovesse rimanere sotto lo stesso tetto:
Ilenia trova difficoltà presso i Carabinieri a denunciare: le dicono per due volte di aspettare. La Fabbri scopre di essere spiata. Ma dopo le indagini viene archiviato tutto. La donna era oggetto di violenze fisiche e verbali, una vessazione senza fine che finisce solo quando nel 2018 lui lascia la casa, anche se l’ex marito continua a farle la guerra. Lei prova a rifarsi una vita, trova un lavoro. Ma ha ancora paura. E aveva ragione. Ora è morta. Secondo gli inquirenti l’ex marito ha assoldato un killer per ucciderla. Si poteva evitare ascoltando le sue grida di aiuto prima? Qui il video della puntata con il servizio su Ilenia Fabbri circa dal minuto 40.
Ilenia Fabbri: l’alibi dell’ex marito e il video che lo incastra
Si era precostituito un alibi certosino. E’ quanto hanno rivelato gli approfondimenti degli inquirenti effettuati sulla figura dell’ex marito di Ilenia Fabbri, la donna uccisa a a Faenza, sospettato di aver incaricato qualcuno per l’omicidio. Proprio le indagini hanno messo in risalto la figura di un conoscente dell’ex marito, di 53 anni, pluripregiudicato residente in provincia di Reggio Emilia, dalle fattezze fisiche compatibili a quelle segnalate dalla testimone, un’amica della figlia, e con il quale l’ex marito aveva avuto dei contatti nei giorni precedenti l’omicidio.
Il 19 gennaio, infatti, il telefono dell’ex marito era stato localizzato a Rubiera (Reggio Emilia), nei pressi dell’abitazione del conoscente, e il 20 e 29 gennaio 2021, l’autovettura di quest’ultimo, di colore grigio metallizzato, veniva immortalata a Faenza dal sistema di letture targhe comunale. In questa ultima data, la visione delle immagini dell’impianto di videosorveglianza del distributore dove è collocata l’officina dell’ex marito, mostrava un incontro tra i due. Gli ulteriori accertamenti hanno permesso di riscontrare come l’autovettura fosse presente a Faenza la mattina dell’omicidio, in orari compatibili con l’evento criminoso, catturata dai lettori di targhe comunali.
Inoltre, la visione delle immagini degli impianti di videosorveglianza privati, posti nelle immediate vicinanze del luogo dove si era consumato il delitto, ha rivelato la presenza di un’autovettura dalle caratteristiche totalmente compatibili con quella in uso al conoscente, ripresa mentre si aggirava nei pressi dell’abitazione della vittima e che il medesimo veicolo si era intrattenuto all’interno dell’area di interesse investigativo per un lasso temporale compatibile con l’omicidio, per poi allontanarsi da Faenza