Attualità
Il Veneto ha voglia di Stacchio
Giovanni Drogo 08/04/2015
Il “benzinaio eroe” vicentino è diventato, suo malgrado, il simbolo di una regione spaventata da tutto e tutti che cerca di risolvere i suoi problemi facendo la faccia cattiva e sperando di spaventare i cattivi di turno. Spoiler: non funziona
Il Veneto ha paura: lo Stato ruba ai veneti i sudati guadagni imponendo tasse troppo alte e allora ci si inventa il referendum per l’Indipendenza del Popolo Veneto. La Crisi ruba il lavoro e svuota i capannoni, l’orgoglio della locomotiva del Nord Est e gli imprenditori si suicidano, la colpa è dello Stato e delle aziende (venete) che delocalizzano all’Est. Alla fine arrivano gli immigrati che “rubano” ai veneti gli alloggi nelle case popolari e non ultimi i rapinatori che assaltano ville, villette e esercizi commerciali. L’episodio del “benzinaio eroe” di Ponte di Nanto (Vicenza) ha dato la stura alla voglia di giustizia fai da te, nella migliore tradizione della regione delle ronde (e delle rotonde).
SIAMO TUTTI STACCHIO?
Noi siamo Stacchio, scrivevano alcuni all’indomani della fallita rapina allo Zancan Store di Ponte di Nanto, sventata proprio dal coraggioso intervento di Graziano Stacchio. Qualcuno però l’ha preso in parola e a quanto riporta il Giornale di Vicenza c’è stato un vero e proprio boom nelle iscrizioni al poligono di tiro. In poco meno di due mesi ci sono state 200 nuove richieste per il porto d’armi, se si pensa che nel 2014 le richieste erano state in tutto 300 c’è poco da stare allegri a girare in un veneto sempre più armato. Messi da parte gli scomodi e antiquati Tanko insurrezionalisti un numero sempre crescente di veneti sembra preferire di gran lunga fucili e pistole. Il pezzo del Giornale oggi in edicola non lesina sulle descrizioni di quei cittadini ovviamente esasperati e disperati che si iscrivono ai poligoni di Vicenza o di Treviso. A quanto pare ci sono proprio tutti, mancano giusto i bambini e gli studenti fuoricorso (ma si sa che quelli hanno simpatie komuniste).
A decidere di «farsi la rivoltella» c’è un campionario della nostra civilissima e dimenticata società civile: dal pensionato alla casalinga; dall’architetto al funzionario pubblico; dall’artigiano al geologo; dal professionista al medico della mutua, fino al politico o al disoccupato. Tutti in fila per sparare contro una sagoma di cartone. Nella speranza che mai debba essere umana, ma almeno con la consapevolezza
di potersi, qualora fosse il caso, difendere. […] Al poligono in Fonderia hanno così cominciato a presentarsi facce nuove, quelle di uomini e donne, gente qualunque oggi angosciata,sfiduciata, soprattutto dimenticata dalle istituzioni preposte a proteggerci.
La colpa, naturalmente, non è loro. Nessuno vorrebbe (Dio non voglia!1) sparare contro un malvivente anche se per vent’anni hanno votato un “sindaco sceriffo” che aveva proposto di sparare agli immigrati dopo averli vestiti da leprotti.
La colpa è dello Stato, che “ha abbandonato” i veneti a difendere, da soli, le proprie fortune. Che in Veneto (ma un po’ ovunque ci sia un benessere diffuso da difendere) ci sia voglia non tanto di farsi giustizia da soli ma di non farsi trovare impreparati e indifesi di fronte alla minaccia criminale non è però una novità. E il ritornello dello Stato che abbandona a sé stessi i propri cittadini lo si sente ripetere più o meno dalla comparsa della Liga Veneta. Un refrain che ha fatto la fortuna della Lega Nord in Veneto la stessa Lega che dopo venticinque anni di governo regionale ininterrotto (di cui una decina buoni passati al Governo a Roma) non è riuscita a risolvere la situazione. Ma la colpa ovviamente è “dello Stato”.
Le Ronde Padane però, non giravano armate. La loro era una guerra contro “il degrado”, un termine tornato di moda dopo gli editti del sindaco leghista di Padova Massimo Bitonci. Il pericolo invece viene sempre dalla stessa parte: stranieri, immigrati e zingari (che sono italiani ma non è il caso di sottilizzare). A cavalcare la tigre generalmente sono soprattutto i leghisti, il sindaco di Verona Flavio Tosi è stato uno dei primi sostenitori delle Ronde e l’indossatore di moda giovane Matteo Salvini non ha perso l’occasione di farsi immortalare in Piazza del Popolo a Roma con la maglietta pro-Stacchio.
QUELL’IRREFRENABILE VOGLIA DI SPARARE
A leggere i giornali sembra quasi che il Veneto sia il nuovo far west, con decine di pistoleri pronti a difendere la propria abitazione o il proprio negozio a fucilate. I politici locali ci si mettono d’impegno, come l’assessore della Provincia di Treviso Mirco Lorenzon che ha sorpreso i ladri in casa (durante una cena a base di nutria) e li ha allontanati a fucilate. Lorenzon in seguito si è dichiarato contrario sia alle ronde che alla giustizia fai da te, però nel frattempo sul suo profilo Facebook ha pubblicizzato la raccolta firme per tutelare gli abitanti di una frazione di Oderzo che hanno imbracciato i fucili “come Stacchio” per difendersi dai ladri.
L’arresto del figlio del rapinatore rimasto ucciso nella sparatoria di Ponte di Nanto per una vicenda legata a furti delle slot-machine in diversi bar ha riacceso gli animi, così titolava la Tribuna di Treviso il primo aprile dopo l’arresto della banda di giostrai:
Più che prendere in mano la questione sicurezza a quanto pare si preferisce delegarla ad un “povero cristo” che dovrà pagare per tutti (Graziano Stacchio è indagato dalla Procura di Vicenza, un atto dovuto ma di sicuro una situazione poco piacevole), dicono infatti alcuni esercenti: «Peccato, comunque, che non ci sia uno Stacchio anche qui», questi sono quelli che hanno capito bene la situazione, meglio non sporcarsi le mani e lasciare fare al supereroe di turno, che dovrà fare i conti con la Legge e con la propria coscienza. In una delle prime dichiarazioni il benzinaio di Ponte di Nanto dice chiaramente che quello che è successo è qualcosa che si porterà dentro per tutta la vita. Qualcosa su cui gli sceriffi in erba che si allenano sparando alle sagome di cartone probabilmente non hanno ancora riflettuto abbastanza. Nessuno invece sembra riflettere sulle conseguenze di una “popolazione armata”; al di là degli inevitabili incidenti e delle pistole “lasciate incustodite” in casa negli USA i crimini contro la proprietà non sono diminuiti anzi la violenza è aumentata, perché se un malvivente si aspetta di trovare una persona armata in casa ci va armato anche lui. Non ci resta che restare attesa di una sfida all’O.K. Corral tra le rotonde del produttivo Nord Est.
Foto copertina via Littlemonsterscomic.com