Il vaccino per il Coronavirus

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-09

Prima di poter utilizzare un vaccino ad hoc nell’uomo passeranno “da uno a tre anni”, dicono gli esperti. Alcuni test già in estate

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“Alcuni report hanno realizzato modelli matematici in base ai quali risulta che l’indice di infettività di questo coronavirus è abbastanza alto: ogni paziente sembra infettare 2,64 persone. Con questi dati si deduce che il numero di casi raddoppia ogni sei giorni e dunque oggi sarebbero più di 150 mila gli infettati in Cina” rispetto ai 38 mila casi verificati “dai cinesi”. Lo ha detto Rino Rappuoli, scienziato italiano celebre nel mondo, intervenendo a Mezz’ora in piu di Lucia Annunziata (RaiTre).

Il vaccino per il Coronavirus

Rappuoli, Chief Scientist e Head of External R&D di Gsk Vaccines, che di vaccini ne ha inventati molti, ultimo in ordine di tempo quello contro la meningite B, ha aggiunto che “occorreranno almeno 6 mesi per un vaccino”, ma poi ci sono i tempi necessari alla sperimentazione e all’autorizzazione. Insomma, prima di poter utilizzare un vaccino ad hoc nell’uomo passeranno “da uno a tre anni”, ha detto l’esperto.

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Coronavirus 2019-nCov: i sintomi e il contagio (Il Messaggero, 31 gennaio 2020)

Lo stesso “pronostico” sui tempi è stato fatto dal direttore scientifico dello Spallanzani, Giuseppe Ippolito: “Per il vaccino ci sono tante piattaforme vaccinali, ci vorranno almeno 6 mesi, poi andra’ valutato. E’ difficile che avremo un vaccino disponibile su larga scala prima di un anno”. La corsa allo sviluppo di un vaccino contro il coronavirus cinese vede impegnata in prima linea anche un’azienda italiana, la Advent Srl di Pomezia, che produrrà le prime 1000 dosi che serviranno per gli studi clinici che il team di ricerca dello Jenner Institute dell’università di Oxford sta preparando. Il vaccino sarà infatti creato nei laboratori dell’università e poi trasferito all’azienda laziale per cominciare la trafila degli studi clinici e valutare sicurezza ed efficacia. La ricerca del team inglese è partita da un altro vaccino già creato per un altro coronavirus che ha causato la Mers, la sindrome respiratoria che ha colpito il Medio Oriente negli anni passati. Sul fronte anti-coronavirus c’è anche il laboratorio di Microbiologia del dipartimento di Malattie infettive dell’Imperial College di Londra che sta sviluppando un altro candidato vaccino.

Il Coronavirus 2019-nCov

Richard Hatchett, amministratore delegato della Coalition for Epidemic Preparedness Innovations, auspica che il vaccino possa essere applicato a una sperimentazione clinica in un periodo di 16 settimane, ma che una sperimentazione di fase 1 può richiedere dai due ai quattro mesi. Impegnata a finanziare e coordinare lo sviluppo di nuovi vaccini, l’alleanza con sede in Norvegia ha annunciato che offrirà una sovvenzione di 12,5 milioni di dollari a tre istituzioni per sviluppare vaccini per il nuovo coronavirus. “Il nostro obiettivo è di essere in grado di produrre più di 200.000 dosi di un nuovo vaccino, dimostrare la sicurezza e la probabilità di efficacia, ed essere pronti per lo schieramento sul campo in soli sei mesi”, ha dichiarato a Xinhua il dottor Keith Chappell, co-direttore di un progetto sul vaccino presso la University of Queensland australiana.

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Coronavirus: i sintomi (La Repubblica, 26 gennaio 2020)

Pietro Di Lorenzo, presidente della società Irbn di Pomezia, che nel 2014 ha prodotto il vaccino anti-ebola, dice che i test cominceranno già in estate: “Noi abbiamo già avviato le procedure per la produzione di un primo lotto di vaccini – afferma Di Lorenzo – entro l’estate speriamo possano cominciare i test sugli animali”, mentre la sperimentazione sull’uomo dovrebbe avvenire entro l’autunno. “La sperimentazione sarà all’estero – continua Di Lorenzo – riusciamo ad accorciare i tempi rispetto agli iter tradizionali perché l’adenovirus è già noto, è una piattaforma che abbiamo testato più volte. I test ci serviranno per verificare la sua qualita’ in associazione al gene necessario alla produzione della proteina Spike del coronavirus”. Come funzionerebbe il vaccino? “Negli individui vaccinati – spiega Di Lorenzo – gli anticorpi prodotti contro la proteina Spike, possono legarsi al coronavirus che e’ entrato nell’organismo umano e impedirgli di causare un’infezione”.

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