Il tribunale di Ravenna e la scritta «neg*o» sul fascicolo di un cittadino nigeriano

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-21

Il caso raccontato dall’ex giudice del lavoro Roberto Riverso. L’avvocato di parte civile dei due agenti, esponente locale di Fratelli d’Italia, ha negato che appartenesse al suo studio

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Un fascicolo portato in tribunale nell’aula del Gup con sopra scritto ‘negro’. Accade a Ravenna e a denunciarlo sui social con tanto di foto e’ Roberto Riverso, ex giudice del lavoro. L’udienza riguardava il caso di un cittadino nigeriano accusato di lesioni personali per aver aggredito due poliziotti in stazione a Faenza due anni fa. L’incartamento apparterrebbe a un legale di Forlì. L’avvocato forlivese di parte civile per i due agenti, Francesco Minutillo, esponente locale di Fratelli d’Italia, ha categoricamente negato che quel fascicolo appartenga al suo studio: “I miei sono timbrati”, ha riferito. “Sono rimasto senza parole, bisogna però reagire”, ha dichiarato Roberto Riverso. “I giuristi hanno il dovere di testimoniare, hanno un dovere in più nei confronti della collettivita’. Occorre riconoscere e denunciare il razzismo”, ha aggiunto.

Il tribunale di Ravenna e la scritta «negro» sul fascicolo di un cittadino nigeriano

Su facebook Riverso ha scritto: “L’avvocato, di Forli, si presenta oggi in udienza davanti al gup ed al pm del Tribunale di Ravenna ed esibisce un fascicolo sul quale identifica la propria controparte (l’imputato di colore, nei cui cfr si costituisce parte civile ) non con le sue generalità ma chiamandola NEGRO…E qui devo sospirare profondamente. Perché le parole vengono meno….”. Dice poi di aver “oscurato i nomi delle parti per evitare inutili clamori …per ora”. E ha minacciato di segnalarlo all’Ordine degli Avvocati.

roberto riverso negro tribunale ravenna 1

Secondo Ravenna e dintorni Riverso, che ha postato la foto coprendo i nomi leggibili, sottolinea poi un dettaglio più tecnico: «Nella intestazione frontale il nome dell’imputato è riportato per esteso. “Negro” compare solo sul dorso e questa per me è un’aggravante perché l’avvocato ha scelto di scriverlo così pur avendo scritto il nome giusto poco distante. Ora che la vicenda è di dominio pubblico, mi auguro che qualcuno prenda provvedimenti: ci sono tutte le condizioni per un procedimento disciplinare ma non è nemmeno da escludere che ci siano gli estremi per una diffamazione aggravata dalla motivazione razziale». Sempre secondo il quotidiano il legale protagonista dei fatti è un 40enne del foro di Forlì, già noto alle cronache per vicende a sfondo razziale.

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