Attualità
Il terribile video sull'educazione gender a scuola
neXtQuotidiano 17/08/2015
Circola su Whatsapp e Facebook, ed è arrivato attraverso Fosche fonti. Dura cinque minuti ed è infarcito di messaggi a caratteri cubitali che mettono in guardia il povero genitore dalla crudeltà crudelissima del Gender a scuola. Poi mostra un bambino costretto a seguire una lezione gender a scuola. Costretto? A seguire? Una lezione gender? A scuola? Sicuri?
Da uno degli angoli più Foschi della rete emerge oggi questo video già oggetto di passaparola su Whatsapp e Facebook, e che vi racconta la crudele realtà dell’educazione gender e delle lezioni gender a scuola. Il video dura circa cinque minuti ed è infarcito di messaggi a caratteri cubitali che mettono in guardia il povero genitore dalla crudeltà crudelissima del Gender a scuola. Poi ci avverte che “le seguenti immagini sono state girate in un asilo, dove i maschi vengono obbligati a truccarsi da femmina”. Ohibò, uno scandalo non trovate? Ecco il video sull’educazione gender a scuola.
Il video sul Gender che gira su Whatsapp di next-quotidiano
IL VIDEO SULL’EDUCAZIONE GENDER A SCUOLA
Il filmato si conclude con la testimonianza dell’avvocato Gianfranco Amato, che abbiamo già incontrato qui quando come membro dei Giuristi per la Vita cercava di dissuadere il sindaco di Roma Ignazio Marino dal trascrivere le nozze gay. Subito dopo tocca a Papa Francesco denunciare il tentativo di colonizzazione ideologica in atto. “Colonizzano il popolo con un’idea che cambia o vuole cambiare una mentalità o una struttura. Durante il sinodo i vescovi africani si lamentavano di questo. Perché colonizzazione ideologica? Perché prendono il bisogno di un popolo per farsi forti. Con i bambini. Ma non è una novità questa. Lo stesso hanno fatto le dittature del secolo scorso. Hanno rovinato con la loro dottrina: pensate ai Balilla o alla Gioventù Hitleriana. Hanno colonizzato il popolo. Ma volevano farlo”. Le parole di Papa Francesco sono state pronunciate il 20 gennaio 2015 durante un volo di ritorno da Manila.
Ora che avete visto il filmato sui terribili pericoli dell’educazione gender, possiamo anche passare a una verifica di massima. E concentrare l’attenzione sulle prime immagini che si vedono nel video, ovvero quelle del bambino “costretto” dalle maestre a mettersi il rossetto durante la lezione di gender a scuola. Come avrete notato, purtroppo (e del tutto casualmente, ci scommettiamo), in quel punto lì il video non permette di ascoltare perfettamente l’audio. C’est dommage, n’est pas? Andando però a cercare un po’ di più in profondità, possiamo trovare questo articolo su un giornale brasiliano: quelle divise non sembrano proprio le stesse del video?
Anche il Journal de Brasilia riporta la storia, e qui possiamo ammirare proprio lo spezzone del video in oggetto. Insomma, quello che è successo nel video, è successo in Brasile. Ma cosa è successo esattamente? C’entra con il gender, questa storia? Gli articoli che parlano della storia ne raccontano un’altra. Nella scuola in questione le maestre sono state indagate per maltrattamento dei bambini, e questo a causa di due video. Uno è quello in questione; nell’altro si vedono le maestre che rimproverano aspramente un altro alunno per essersi fatto la pipì addosso. I due filmati sono stati consegnati dai genitori di uno dei due bambini per fornire una prova dei maltrattamenti nell’asilo. Il caso è accaduto ad Águas Claras, nel Distrito Federal e a fare scalpore è stata la minaccia di costringere uno dei due bambini (una femmina) a camminare in giro nuda per l’aula se urinerà di nuovo nei vestiti. Ci ha pensato poi un gruppo ultracattolico brasiliano a dire che nel primo video a essere messo sulla bocca del bambino è un rossetto (ipotesi possibile, anche se improbabile) e che il tutto fa parte di una lezione gender a scuola, il che è proprio una bufala visto che l’accusa non compare nella contestazione dei genitori e proprietari del video. Assolutamente probabile che il video metta in mostra una pratica di violenza nei confronti di un bambino, che dalle immagini sembra costretto a mettersi quello che sembra un rossetto. Del tutto impossibile è che la scena facesse parte di una normale lezione a scuola.
COSA VUOL DIRE GENDER
E allora, per non cascare nelle prossime bufale, ripassiamo, come a scuola, i fondamentali. Gender è la parola inglese per “genere” inteso come genere sessuale. Da circa trent’anni la parola è associata ai Gender Studies ovvero quelli che in italiano vengono chiamati studi di genere. Questi studi mirano a individuare e a spiegare i motivi per cui ad un dato genere (maschile o femminile) vengano attribuiti dei ruoli specifici non strettamente legati alle caratteristiche sessuali (ad esempio perché le donne guadagnano meno degli uomini). Questi studi non hanno prodotto una “teoria unificata” ma assomigliano più ad una costellazione di singole ricerche e modelli scientifici; poi, recentissimamente, qualcuno ha cominciato a dire che invece ci sarebbe stata una teoria unitaria, di cui però gli studiosi non sanno nulla. Non esiste quindi una teoria usata dalle “Lobby Gay” per scardinare l’istituto della famiglia e men che meno insegnare l’omosessualità nelle scuole. Come spiega l’Ordine degli Psicologi del Lazio in questo articolo l’ideologia del Gender è invece una teoria costruita dalle stesse persone che la criticano che hanno l’hanno inventata per avere uno strumento per attaccare le legittime richieste delle persone omosessuali:
Esistono molteplici studi di genere che analizzano come i ruoli attribuiti all’uno o all’altro sesso (maschio/femmina) siano sociali e strettamente legati alla cultura di appartenenza. Altrove, nel mondo, ci sono dipartimenti interi.
Quindi possono variare da paese in paese e anche nello stesso paese nel tempo.
NON esiste teoria che rifiuti la differenza biologica tra maschi e femmine (e non uomini e donne, concetto di genere, non biologico sebbene in parte legato anche a questo ambito).
Né esistono le fantasiose varianti « ideologia del genere », « teoria del genere sessuale », « teoria del genere queer », « ideologia delle femministe del gender ».
Ma come è nata la storiella della fantomatica ideologia Gender? È tutto merito dell’opera di convincimento messa in atto dal Pontificio Consiglio per la Famiglia che già da diversi anni ha iniziato a diffondere l’idea dell’esistenza di un’ideologia «che nega limportanza della differenza dei sessi e favorisce lesercizio sterile e ludico della sessualità. Si arriva a considerare la famiglia un residuo storico destinato a scomparire in un prossimo futuro». In un documento intitolato Famiglia, matrimonio e unioni di fatto pubblicato nel 2000 in cui vengono mosse molte critiche al concetto (all’epoca se ne parlava molto) delle unioni di fatto. Nel testo si invitavano i governi a eliminare le leggi a sostegno delle unioni civili delle coppie di fatto la cui equiparazione con le famiglie unite dal matrimonio (religioso). Il documento mira ad avvertire «sui pericoli che scaturirebbero da un tale riconoscimento ed equiparazione per l’identità dell’unione matrimoniale e sul grave deterioramento che ne deriverebbe per la famiglia e per il bene comune della società».