Un silenzio assordante sulle Comunarie a Palermo

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2016-12-28

Guardando i profili social degli onorevoli indagati per il caso delle firme false alle Comunali del 2012 sembra quasi che oggi a Palermo non si stia votando per decidere il futuro candidato sindaco del M5S

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Oggi Beppe Grillo ha annunciato che su Rousseau, la piattaforma di voto del MoVimento 5 Stelle, prendono il via le comunarie per la scelta dei candidati consiglieri comunali per le prossime elezioni che si svolgeranno a Palermo. Comunarie che, comunque vada, saranno ricordate come quelle delle “firme false”. La vicenda, legata alla raccolta firme per la presentazione delle liste alle elezioni comunali del 2012 e che ha visto coinvolti i deputati palermitani Riccardo Nuti, Claudia Mannino e Giulia Di Vita ha infatti gettato nel caos il M5S palermitano compromettendo proprio le Comunarie che non a caso Grillo aveva deciso di sospendere.
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E così mentre Nuti, Mannino e Di Vita assieme alle senatrici Chiara Di Benedetto e Loredana Lupo (che non sono indagate dai PM di Palermo) hanno presentato un esposto per denunciare il “regista occulto” del complotto ai danni dei Cinque Stelle di Palermo gli attivisti sono chiamati a scegliere quello che potrebbe diventare il prossimo sindaco della città. Lo fanno dopo che una ventina di candidati (su 122) si sono ritirati dalla corsa. Tra loro, oltre a quello della leader Lgbt Daniela Tomasino e degli attivisti storici Renato Marchiafava e Adriano Varrica c’è anche quello di William Anselmo (che in un post su Facebook ha attaccato la gestione del “vecchio meetup”) mentre rimane in campo di Ugo Forello avvocato e fondatore di Addiopizzo, nonché colpevole – stando all’esposto – di aver manovrato Claudia La Rocca, la deputata regionale che ha confessato il suo coinvolgimento nel caso delle firme false. Nel frattempo però i tre onorevoli indagati tacciono. Tutti e tre si sono rifugiati nella trincea scavata dal post della Di Benedetto pubblicato a Santo Stefano dove la senatrice accusa di arrivismo alcuni attivisti del M5S e adombra l’ipotesi di complotto che chi si è ritirato dalla corsa lo faccia per boicottare le Comunarie. Secondo la Di Benedetto infatti chi si è ritirato avrebbe intenzione di costituire una lista contro il MoVimento in modo da potersi conquistare la poltrona.

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Giulia Di Vita si è limitata a retwittare il tweet di Grillo

Ma è davvero difficile sostenere che chi si ritira da una competizione elettorale lo faccia per boicottarla mentre è più facile dire che chi non scrive nulla a proposito delle Comunarie (come appunto Nuti, Mannino,Di Benedetto e Lupo) le stia di fatto boicottando dal momento che non sta invitando gli attivisti a parteciparvi. Così come è assurdo che chi si avvale della facoltà di non rispondere davanti ai PM vada a chiedere spiegazioni agli altri, invece che fornirne. Siamo già a metà giornata, le votazioni si chiuderanno alle 19, e nessuna delle persone coinvolte nella vicenda delle firme false ha detto qualcosa sulle Comunarie.
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Rimane la risposta data dalla Di Benedetto ad un’attivista che le ricordava che a luglio era stato deciso non dare corso alle comunarie: la decisione è stata presa dallo Staff di Beppe Grillo (scavalcando quindi l’esito della votazione di luglio), questo significa che i parlamentari indagati ormai non hanno più voce in capitolo, così come non ne ha più il meetup Il Grillo di Palermo e che stiamo assistendo di fatto ad un commissariamento del M5S palermitano.
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Nel frattempo la Di Vita condivide un pezzo di Sabina Guzzanti del dicembre 2015. Guardare indietro è più facile che guardare avanti, come scrive Tiziana Di Pasquale, candidata alle Comunarie che secondo molti è sostenuta dai nutiani.
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