Il senso di NCD per il Family Day

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-01-30

Il partito di Alfano si dice contrario al DDL Cirinnà. Ma non farà cadere il governo sulle Unioni Civili. Anche se glielo stanno chiedendo a gran voce. E l’opzione referendum rischia di trasformarsi in un boomerang

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“Oggi saremo in piazza per dire no al ddl Cirinnà, una legge bluff che apre all’utero in affitto e che cerca di rendere legale in Italia quello che per legge è illegale. E’ una legge aberrante, scritta male e confusionaria che non crea diritti ma permette solo un abuso di diritto. Noi, invece, vogliamo affermare che avere un bambino non è un diritto ma un dono e che quel bambino ha dei diritti che devono essere tutelati e che non possono essere modificati con un disegno di legge”. A dirlo è Valentina Castaldini, portavoce nazionale del Nuovo Centrodestra che oggi è al Circo Massimo per partecipare al Family day.


Il senso di NCD per il Family Day

La Castaldini attacca anche la Lega: “Dov’è Salvini oggi? E’ al Family day del 30 giugno? Allora, piuttosto che strumentalizzare la famiglia per fare propaganda, faccia proposte concrete e venga in piazza. L’unica cosa che Salvini sa fare quando non ha idee, è prendersela con il ministro Alfano. Gli facciamo notare – prosegue l’esponente di Ncd – che è proprio grazie ad Area Popolare al governo che la famiglia è più tutelata, con provvedimenti che vanno dal bonus bebè al Family Act che abbiamo presentato in Parlamento, e lo sarà ancora di più ora che abbiamo anche la delega. La Lega Nord, in concreto, cosa ha mai fatto per le famiglie italiane?”. Ma c’è chi fa notare che NCD è in piazza ma non andrà molto oltre la passeggiata. “Mi auguro che Alfano, Lupi e Formigoni abbiano il coraggio di far cadere il Governo su una battaglia su cui non si possono immaginare mediazioni”, fa notare Mario Mauro, presidente dei Popolari per l’Italia, nel giorno del family day. “Penso che sui senatori di Ncd e di Udc penda una responsabilità enorme – afferma -: devono decidere in che campo stare. Se piegare la testa all’ideologia o contrapporsi non semplicemente votando no ma utilizzando l’unico strumento che hanno a disposizione e cioè la messa in discussione dell’alleanza di governo”. “È ovviamente una linea coraggiosa ma è l’unica possibile davanti a un partito di maggioranza relativa che cerca di imporre la sua ideologia su un tema che non rientra nei programmi di governo e che rappresenta per Ncd ed Udc una clamorosa smentita delle ragioni stesse della loro esistenza”, conclude.

Il bluff del referendum

NCD ha anche nei giorni scorsi parlato di referendum: «L’opzione non è da scartare. Penso che a fronte di una così difficile decisione parlamentare, se davvero la legge fosse percepita come un punto di eccesso, in una direzione o nell’altra, potrebbe essere una scelta razionale affidarsi al popolo. Ma è un fatto di domani – ha detto Alfano qualche giorno fa a Radio Capital – per l’oggi c’è una partita parlamentare che può condurre a una direzione di buonsenso, che non prevede l’equiparazione al matrimonio e l’apertura alle adozioni». Ma è inutile far notare che NCD non ha la forza necessaria per raccogliere le firme per il referendum abrogativo. Una raccolta firme avrebbe successo solo se riuscisse a movimentare l’associazionismo cattolico oggi in piazza al Family Day. Con un rischio: i referendum sui temi etici o su leggi discusse come il divorzio, convocati dai cattolici, hanno sempre visto la loro sconfitta (il referendum sulla fecondazione assistita era stato indetto per abrogare la legge oscurantista votata con l’assenso dei cattolici). E il rischio è che, se la storia si ripete, potrebbe essere la sconfitta più cocente per il popolo del Family Day.

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