Il rapporto del Censis sugli italiani ansiosi, precari e stressati

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-12-07

Secondo il Censis ben sette italiani su dieci vivono uno stato d’animo d’incertezza. Ma non si arrendono

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Gli italiani sono ansiosi, precari e stressati. Secondo il Censis ben sette italiani su dieci vivono uno stato d’animo d’incertezza. Ma non si arrendono. Emettono in campo stratagemmi individuali per difendere il futuro. Prima di tutto: il furore di vivere. «Un furore che fino ad oggi ha vinto su tutto», ha spiegato al Corriere della Sera oggi Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis, alla presentazione del rapporto annuale. Poi ha aggiunto:«Tra gli stratagemmi più utilizzati c’è l’accumulazione in chiave difensiva della liquidità e un po’ di nero di sopravvivenza». Con il risultato che negli ultimi dieci anni abbiamo avuto un +33,6 per cento di contanti e depositi bancari.

Siamo stressati, incerti. E cerchiamo appoggi nel nostro smartphone: un italiano su due (50,9) lo consulta come primo gesto al mattino e non va a dormire senza averlo consultato di nuovo, certifica il Censis. Aggiungendo che un italiano su quattro non esce di casa senza portarsi dietro il caricabatterie. Interpellato dal Censis, il 70 per cento degli italiani si è detto convinto che nell’ultimo anno siano aumentati gli episodi di razzismo e di intolleranza (il 58 per cento valuta anche un aumento di episodi di antisemitismo); intanto gli immigrati non soltanto sono sempre più tra noi (nelle scuole un bimbo su dieci è straniero)ma fanno più impresa di noi (dal 2008 al 2019,g li imprenditori italiani sono diminuiti del 16,3%, quelli stranieri sono aumentati del 48,4%).

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Il rapporto del Censis (Corriere della Sera, 7 dicembre 2019)

Svela il Censis: l’occupazione tra il 2007 e il 2018 è aumentata (+321.000 occupati) e la tendenza è continuata nei primi mesi del 2019. Ma è un «bluff»
che non produce reddito e crescita. Il bilancio del periodo è di -867.000 occupati a tempo pieno e 1,2 milioni in più a tempo parziale. In pratica oggi «ogni cinque lavoratori uno è impegnato sul lavoro per metà del tempo».

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