Attualità
Il ragazzo tunisino della citofonata pronto a denunciare Salvini
neXtQuotidiano 22/01/2020
Il ragazzo, insieme al padre, ha preso contatti con l’avvocata Cathy La Torre, attivista per i diritti civili
Si tutelerà legalmente il ragazzo della famiglia tunisina a cui il leader della Lega Matteo Salvini ha citofonato ieri in via Deledda, al quartiere bolognese del Pilastro. L’ex ministro aveva chiesto “suo figlio è uno spacciatore?”. L’agenzia di stampa ANSA scrive che il ragazzo, insieme al padre, ha preso contatti con l’avvocata Cathy La Torre, attivista per i diritti civili.
Il ragazzo tunisino della citofonata pronto a denunciare Salvini
Il ragazzo è un 17enne, nato in Italia, e non era in casa quando il leader leghista, accompagnato da una donna che gli ha indicato l’abitazione, ha citofonato alla sua famiglia. L’avvocata Cathy La Torre alcuni mesi fa ha lanciato la campagna ‘Odiare ti costa’, per perseguire, in sede civile, diffamazioni, calunnie e minacce lanciate attraverso Internet, in particolare sui social. Intanto a Radio Capital Osama Sghaier, vice presidente del Parlamento tunisino, ha parlato di “un atteggiamento razzista e vergognoso che mina i rapporti tra Italia e Tunisia”. “Salvini è un irresponsabile – ha detto ancora Sghaier a Radio Capital – perché non è la prima volta che il signor Salvini prende atteggiamenti vergognosi nei confronti della popolazione tunisina. Lui continua ad essere razzista e mina le relazioni che ci sono tra la popolazione italiana e la nostra. I nostri paesi hanno ottimi rapporti. I tunisini in Italia pagano le tasse e quelle tasse servono anche a pagare lo stipendio di Salvini. Dunque – conclude Sghaier – si tratta di un gesto puramente razzista”.
Anche l’ambasciatore tunisino a Roma, Moez Sinaoui, ha espresso “costernazione per l’imbarazzante condotta di un senatore della Repubblica italiana” dopo che i leader della Lega Matteo Salvini ha citofonato davanti alle telecamere ad un cittadino di origine tunisina accusandolo di spaccio di droga in un quartiere di Bologna. E’ una “provocazione senza alcun rispetto di un domicilio privato”, ha detto all’AGI l’ambasciatore, citando le sue parole contenute in una lettera inviata alla presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati. L’ambasciatore sottolineato che e’ “stata illegittimamente diffamata una famiglia tunisina”, e ha voluto precisare che tra Italia e Tunisia “ci sono ottimi rapporti in ogni settore”.
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