Fact checking
Il metodo Lega applicato alla cosa pubblica: prima gli stipendi (dei leghisti)
di Giovanni Drogo
Pubblicato il 2020-02-10
Erano quelli che volevano uscire dall’euro. Per ora sono solo riusciti a farlo uscire dalle tasche dei contribuenti. Dal Veneto di Zaia che aumenta di sette milioni di euro il costo del Consiglio regionale alla giunta del Piemonte che si aumenta di mille euro lo stipendio, passando per Biella, Ferrara e Legnano dove i sindaci si sono aumentati le indennità
La Lega che una volta si faceva chiamare Lega Nord era quel partito che prima ancora che i grillini scoprissero l’odio per la casta se la prendeva con l’odiata Roma ladrona. Sono passati ormai quasi trent’anni e la Lega di Matteo Salvini è perfettamente integrata nel sistema. Al punto che quando è arrivata al Governo – ironia della sorte proprio grazie al M5S – ha messo in conto agli italiani lo staff di esperti della comunicazione che gestiscono i profili social del capo e la propaganda del Carroccio.
Tutte le volte che la Lega fa pagare il conto ai cittadini
Ma non è l’unico caso. In Veneto ad esempio la giunta regionale uscente di Luca Zaia ha deciso di cambiare lo statuto aumentando il costo del consiglio regionale di sette milioni di euro (ma tanto con l’autonomia differenziata è un attimo). In Sardegna una delle prime proposte di legge della maggioranza guidata dal leghista Christian Solinas fu un provvedimento assai discusso sulle cosiddette “indennità differite” che – se approvato – avrebbe consentito ai consiglieri di mettere da parte qualcosa in vista della pensione (500 euro al mese) ai quali si sarebbe aggiunta una “contribuzione a carico del bilancio del consiglio regionale” pari a 2.75 volte il contributo versato dal consigliere regionale che avrebbe comportato un esborso pari a 5 milioni e mezzo di euro a fine legislatura. Per fortuna questa norma però è stata stralciata. Ma già che c’è la giunta della Sardegna sta lavorando ad un’altra legge-poltronificio.
Tutto qui? No. Perché come sottolinea oggi su Facebook il Segretario regionale del PD Paolo Calvano «più delle parole contano i fatti, e questi ci dicono che il “vizietto” della Lega al governo è diventato l’aumento degli stipendi. Il caso della giunta piemontese che aggiunge 1000 euro in più in busta paga è solo l’ultima imbarazzante scivolata della Lega». Qualche giorno fa infatti che il capogruppo della Lega in Piemonte Alberto Preioni ha presentato un progetto di legge che avrà l’effetto di alzare di mille euro al mese lo stipendio degli assessori della giunta leghista guidata da Alberto Cirio. Soldi meritatissimi, per carità, nessuno lo mette in dubbio.
Però poi uno legge che a Ferrara la giunta guidata da Alan Fabbri e Nicola “Naomo” Lodi si sono aumentati lo stipendio annullando l’effetto del taglio del 10 per cento deciso dalla giunta precedente. Stesso identico provvedimento preso dalla giunta comunale leghista di Legnago (Verona) che ha deciso a luglio scorso di ripristinare le indennità di sindaco e consiglieri abrogando il taglio del 10% stabilito dalla precedente amministrazione di centrosinistra. A Biella “per ridare dignità” al lavoro del Primo Cittadino si è deciso per un aumento di mille euro al mese per Sindaco e Vicesindaco. E per fortuna che erano quelli che volevano uscire dall’euro.
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