Il dossier su Delrio e Padoan scelto dalla cricca

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2016-04-07

Dalle intercettazioni dell’inchiesta di Potenza un florilegio di accuse ai compagni di governo da parte della Guidi e tante insinuazioni nei confronti di ministri: dal responsabile delle infrastrutture e dalle foto con membri della ‘ndrangheta alle accuse nei confronti del ministro dell’Economia. Fino alle battute su Renzi e Montezemolo che non hanno mai lavorato

article-post

«Se tu metti una combinazione, Renzi – Montezemolo, due che mezzora di lavoro nella loro vita non l’hanno mai fatta…»: un tentativo di dossieraggio con ricatto nei confronti di Delrio. Le mosse della ministra per agevolare il compagno e la guerra con gli uomini di Renzi. C’è di tutto nelle intercettazioni dell’inchiesta Tempa Rossa che oggi i giornali raccontano in attesa dell’interrogatorio come testimone di Federica Guidi in programma a Potenza.

Il dossier su Delrio e le altre intercettazioni sui ministri

La parte più interessante riguarda il dossier sul ministro delle infrastrutture Graziano Delrio che viene annunciato da Walter Pastena a Gianluca Gemelli in una conversazione del 29 gennaio 2015. Pastena è consulente allo Sviluppo Economico e collaboratore della Guidi dopo essere stato funzionario della Ragioneria dello Stato. Dopo aver parlato della nomina di Mattarella e della possibilità di epurare quelli che non sono sottomessi a Renzi nel governo. Infine la conversazione si sposta su Delrio:

Gemelli: Io vengo mercoledì e sto fino a venerdì, giovedì, venerdì, quindi problemi non ce n’è però dobbiamo organizzare in fretta quella cosa!
Pastena: allora ci organizziamo…intanto la andiamo a trovare… io ti devo parlare da vicino, molto da vicino… addirittura ti puoi togliere pure qualche sfizio… ma serio ti puoi togliere qualche sfizio..eh? tieni conto che i Carabinieri prima che tu venissi là, sono venuti a portarmi il regalo in ufficio, perché tu non stai attento. Hai visto il caso di Reggio Emilia? Finito sto casino usciranno le foto di Delrio Cutro con i mafiosi… Tu non ti ricordi quello che io ti dissi, che c’era un’indagine, quelli che hanno arrestato a Mantova, a Reggio Emilia, i Cutresi, quelli della ‘ndrangheta no, te l’ho detto, perché chi ha fatto le indagine è il mio migliore amico, e adesso ci stanno le foto di Delrio con questi.

Di cosa stanno parlando? Di una storia nel frattempo venuta fuori un mese dopo. Delrio non è mai stato indagato, e sia i pm sia lo stesso dossier di Libera lo riconoscono come “sempre schierato in maniera decisa contro le infiltrazioni mafiose nella sua terra”. Nel 2012 gli inquirenti lo vollero sentire come persona informata sui fatti assieme ad altri amministratori del territorio, anche per capire come la comunità dei cittadini originari di Cutro fosse inserita nel contesto reggiano. In quella occasione era stata rievocata la trasferta dell’allora sindaco nel paese in provincia di Crotone, in occasione della festa religiosa del Santissimo crocifisso nel 2009, quando a Reggio Emilia era in corso la campagna elettorale. Delrio aveva confermato di essersi recato in Calabria, nel nome del gemellaggio tra Reggio Emilia e la cittadina calabrese e senza secondi fini, come quello di procacciarsi voti in vista della consultazione amministrativa. E lui replicò al Fatto Quotidiano e a Libera che lo chiamavano in causa: «Preciso, ancora una volta e una volta per tutte, che la mia partecipazione alla processione settennale a Cutro fu un impegno istituzionale, insieme ad altri primi cittadini, in risposta a specifico invito dell’allora sindaco. Allo stesso modo, preciso che fu un incontro istituzionale quello al quale accompagnai tre consiglieri comunali eletti, di origine cutrese, dal Prefetto De Miro, d’intesa con il prefetto stesso, perché intendevano rappresentare la solidarietà della maggioranza onesta dei cittadini di origine cutrese alla sua iniziativa e la loro preoccupazione. Entrambi gli impegni furono assunti con consapevolezza per dare coraggio ai tanti cittadini reggiani di origine cutresi onesti e perbene. Ho sempre saputo benissimo chi è Grande Aracri e cosa rappresenti. Ho già ricordato che il Comune di Reggio Emilia commissionò una ricerca sulla ‘ndrangheta a Reggio Emilia al professor Enzo Ciconte, quando l’opinione pubblica non ne parlava come oggi. Ritengo ovvio il fatto di non sapere quale sia la sua casa natale». Repubblica invece riporta una vicenda che riguarda gli Aeroporti di Firenze:

Uno di questi dossier, si legge nelle carte, è quello legato «al presidente degli Aeroporti Toscani». È la stessa ministra a parlare con Gemelli dell’aiutino dato. Siamo a fine giugno 2015, di lì a pochi giorni Marco Carrai sarebbe diventato presidente della nuova società nata dalla fusione tra l’Aeroporto di Firenze di cui il presidente era, appunto, Carrai, e la Società Aeroporto Toscano di Pisa. Il 26 giugno, Gemelli manda un sms alla ministra Guidi. «Luglio sta per arrivare», scrive per ricordarle, in maniera un po’ sbrigativa, dell’impegno da lei preso di incontrare il rappresentante di un’azienda «di interesse del Gemelli», la Trevi. La ministra al telefono replica: «Questa cosa mi mette in difficoltà». I due discutono. «Nel corso della lite — scrivono gli investigatori — Gemelli rinfaccia alla Guidi di essersi interessata per il presidente degli Aeroporti Toscani, mettendosi a sua completa disposizione, telefonando e presentandogli una società che copriva tratte aeree». «Per lui ti sei esposta, per me no».

Il Giglio Magico e Padoan

Una parte delle intercettazioni riguarda invece Matteo Renzi e il suo Giglio Magico. Il 14 gennaio 2015, parlando con Franco Broggi, capo ufficio appalti della Tecnimont, Gemelli parla dei contrasti interni al governo. E della nomina di Montezemolo all’ICE con conseguente messa in capo dell’Istituto per il Commercio Estero al ministero dell’Economia:

Dice Gemelli: «Ti volevo solo dire quello che sto facendo… Allora, Federica l’ho messa in croce, gli ho detto “senti, figlia mia”, ma io non perché anche l’hanno fatta incazzare Renzi, poi c’è ‘sto testa di c… di questo qua di Luxottica, come si chiama, Andrea Guerra che glielo hanno messo a controllare la cosa dell’acciaieria e l’Ilva! E le stanno rompendo…ho detto “senti tu mollali”, ora c’è Montezemolo che vuole prendersi l’Ice però sotto la Presidenza del Consiglio, no sotto il Ministero dello Sviluppo Economico, voleva fare la guerra di crociate, gli ho detto “senti fammi ‘na cortesia , stà cosa, guarda, se tu metti una combinazione, Renzi – Montezemolo, due che mezzora di lavoro nella loro vita non l’hanno mai fatta e che devono… Non solo questo, però m’ha detto: “Gianlu io c’ho Luca Lotti che mi sta massacrando su ogni cosa di queste ci mette il becco”. Dico, “tu non ti preoccupare».

E ci sono anche le frasi su De Vincenti ieri rivelate da Repubblica e oggi circostanziate dal Fatto Quotidiano. Il “giochino ”si sfascia per una riunione sul piano Finmeccanica svoltasi il giovedì precedente alMise. Appaltie affari all’ordine del giorno. La ministra aveva chiesto uno spostamento della data. Non la prendono neppure in considerazione. A presiedere il “tavolo” va l’allora sottosegretario De Vincenti. Lei è imbufalita. “…Dì ai tuoi amici che mi sono accorta che nonostante tutte le loro balle, io ho in casa un pezzo di merda, e siccome la merda non me la prendo io per parargli il culo al loro amichetto…lo tratto da pezzo di merda… Non è che facciamo un favore a De Vincenti , allora stiamo meglio tutti,hai capito? E io non mando a puttane come ho già rischiato di fare un pezzo della mia roba per fare un favore a tutta quella combriccola lì, Claudio De Vincenti è un pezzo di merda”. Infine, sempre il Fatto rivela cosa pensasse la ministra Guidi di Pier Carlo Padoan,  scelto a suo dire da quelli del “quartierino”, dagli uomini della “combriccola”, da un “clan” che conta membri oggi accusati di associazione per delinquere:

“Gianluca, Padoan viene fuori, ma sai chi glielo ha messo lì Padoan, te lo devo spiegare io? Glielo ha messo sempre quel quarterino lì. Innocenti, l’hai capito chi glielo ha messo Padoan? Non è che ti devo spiegare. Sempre quel quartierino. Oltre al fatto che si conoscono perché andavano a scalare insieme da vent’anni, lui De Vincenti e Padoan… ma glielo ha messo sempre quel quartierino lì… Quelle pedine, cioè De Vincenti da me, non è un caso, non è per farmi un favore, perché De Vincenti è bravo, capito? Come non hanno messo lì Pier Carlo per fare un favore a Matteo, perché Pier Carlo è bravo”.

Potrebbe interessarti anche