Il delirio degli anarchici che rivendicano l’attentato all’ISS: “La medicina è un’istituzione oppressiva”

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-03-17

Perché l’hanno fatto? “Perché la medicina è una delle molteplici colonne su cui si fonda il sistema capitalista patriarcale tecnoindustriale. Perché era l’ultima giornata prima del ritorno in zona rossa e ci stava di passarla in allegria. E soprattutto, perché no?”

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“La medicina è un’istituzione oppressiva, l’abbiamo fatto per passare in allegria l’ultimo giorno prima della zona rossa”. Un bel biglietto da visita. Di chi è? Dei galantuomini che domenica 14 marzo intorno alle 20 a Roma hanno incendiato il portone dell’Istituto superiore di Sanità, cospargendo liquido infiammabile l’ingresso di viale Regina Elena. La rivendicazione è apparsa sul portale web roundrobin.Info, che si definisce: “Strumento di comunicazione orizzontale per la galassia antiautoritaria”. La “galassia antiautoritaria”, avete letto bene. Nero su bianco, si legge:

Un giorno non troppo lontano dall’ 8 marzo, incendiato il portone dell’Iss. Perché sul mio corpo decido io. Perché le responsabilità degli assassinii di Stato nelle carceri a marzo 2020 sono da cercare anche là dentro. Perché la medicina è un’istituzione oppressiva, una delle molteplici colonne su cui si fonda il sistema capitalista patriarcale tecnoindustriale. Perché era l’ultima giornata prima del ritorno in zona rossa e ci stava di passarla in allegria. E soprattutto, perchè no? Solidarietà con chi lotta dentro le carceri, contro di esse e contro ogni tipo di gabbia. Un pensiero ai virus oppressi di tutto il mondo.

Portone dell’Iss incendiato, le indagini

Chi indaga sta quindi cercando di capire chi si nasconda dietro quel portale. Solo alcune ore prima della rivendicazione di questi “antiautoritari” che definiscono la medicina “un’istituzione oppressiva”, c’era stato l’ennesimo sopralluogo dei carabinieri della compagnia Piazza Dante e del Nucleo Investigativo in Viale Regina Elena. Una ulteriore gatta da pelare per l’Iss, che combatte da mesi ormai giorno e notte contro l’avanzare della pandemia da mesi ormai. E, ovviamente, non solo.  Dopo l’attentato i responsabili dell’istituto (il presidente Silvio Brusaferro e il direttore generale Andrea Piccioli) avevano detto: “L’Istituto, fin dall’inizio della pandemia, lavora incessantemente per dare il massimo sostegno scientifico alla gestione dell’emergenza nell’unico interesse di tutelare la salute di tutti i cittadini e delle nostre comunità. Continueremo perciò a servire il nostro Paese per superare insieme questa pandemia”.

 

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