Il caracat di Milano

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2017-11-26

Alla fine spunta la padrona dell’Est Europa per l’animale fotografato a Milano; costa 10mila euro e non dovrebbe far parte della specie vietata

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Qualche giorno fa il Comune di Milano ha pubblicato un appello alla ricerca di quello che definivano un “caracal”, felino selvatico che vive in Asia e in Africa, definito come “un pericolo per tutti”. Oggi il Corriere della Sera pubblica alcune informazioni sull’animale e sulla padrona, specificando che però si tratta di un caracat, ovvero di un gatto ibrido, e non di un caracal:

Con chi l’ha interpellata non celando un timido sospetto all’area cani dei giardini Montanelli, in centro a Milano, la donna ha tagliato corto: «Lo tratto bene. L’ho pagato più di 10 mila euro. Al mio paese abbiamo la femmina e le faremo fare i cuccioli». Il piccolo Caracal o Caracat (la versione ibridata con il gatto domestico) non ha più di cinque mesi.
Nel giro di pochi giorni gli scatti fatti dai passanti sono esplosi sul web così da mettere in allarme il garante degli animali Gustavo Gandini. Infatti, se si trattasse di un Caracal, un felino, in quanto animale selvatico le nostre leggi non ne consentirebbero la detenzione. L’altro ieri è così partita una «caccia» al Caracal/Caracat e attraverso Facebook il Comune è riuscito a mettersi in contatto con la donna , quarantenne, di origine cecoslovacca la quale avrebbe detto di essere in Italia «perché il cucciolo deve essere operato».
Nei prossimi giorni dovrà consegnare la documentazione d’acquisto ma non è escluso che si proceda anche a un esame del Dna. Per questo, sono già stati allertati i carabinieri della Forestale.

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La foto del caracat sulla pagina de II Milanese Imbruttito

Nell’articolo si sostiene che il Caracat della signora cecoslovacca sia un F3 (ovvero un ibrido di terza generazione) e in quanto tale “perfettamente legale”, ma legale dovrebbe essere la detenzione di quello di quarta generazione (F4); in più, l’animale avrebbe dovuto essere denunciato alla ASL e quindi non si capisce perché il Comune di Milano non l’abbia consultata; se lo ha fatto, significa che l’animale non è stato registrato e quindi la situazione è ancora più strana.
 

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