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Il bunker-museo in Veneto, “pubblicizzato” da Zaia, con le guide che indossano le uniformi naziste

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2021-09-08

L’apertura di questo nuovo “polo museale” era stata sponsorizzata anche dal governatore. Poi le proteste dell’Anpi e la rimozione del post social

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L’apertura del nuovo polo museale di Recoaro Terme (in provincia di Vicenza), con la “restaurazione e riqualificazione” del bunker del federmaresciallo Albert Kesselring, era stata annunciata con grande gioia anche da Luca Zaia sulla sua pagina Facebook. Poi, dopo le proteste, il governatore del Veneto ha deciso di rimuovere il post e – di fatto – prendere le distanze dando la responsabilità di quel che accade lì dentro ad “altri uffici”. Di cosa si parla? Della scelta di presentare le “guide” vestite con le divise naziste della Wehrmacht.

Recoaro Terme, il bunker-museo con le guide vestite da militari nazisti

Partiamo dall’inizio. Dopo alcuni mesi di lavoro, quel bunker in cui si è rifugiato Albert Kesselring, comandante supremo delle truppe tedesche in Italia durante la seconda Guerra Mondiale. Il tutto è stato trasformato in un museo. L’iniziativa sembrava essere lodevole, ma la realtà ha offerto un’immagine riflessa ben differente. I visitatori, infatti, si sono trovati di fronte a una sorta di rievocazione storica e non a un’esposizione – contestualizzata e critica, in linea con la Costituzione italiana – di quella struttura. E tra le immagini “peggiori” troviamo le guide e i figuranti vestiti con le divise naziste.

“Nulla da eccepire se la riqualificazione del bunker fosse motivata da uno scopo di approfondimento dei terribili eventi bellici che nella nostra regione si prolungarono fino alla fine di aprile del 1945 e anche talora ai primi di maggio, in coincidenza con la ritirata delle truppe naziste – ha denunciato l’Anpi -. Però che la visita guidata venga fatta da persone in uniforme d’epoca della Wehrmacht lascia increduli tutti coloro che, nel rispetto della storia e della nostra Costituzione, condannano nazismo e fascismo e l’occupazione nazista dell’Italia che tanti lutti ha provocato al nostro Paese”. Proteste che hanno fatto accendere la spia rossa anche sul “cruscotto” social di Luca Zaia che sulla sua pagina Facebook aveva condiviso con gioia l’apertura di questo museo-bunker.

E nel pomeriggio di oggi, mercoledì 8 settembre (data dell’Armistizio di Badoglio), lo stesso governatore del Veneto ha rimosso quel suo post sul polo museale di Recoaro Terme, con le immagini delle guide e delle comparse con indosso la divisa della Wehrmacht. E il suo ufficio stampa ha diffuso una nota in cui si spiega:

Tutte le attività sui profili social riguardanti la promozione del territorio (turismo, sagre, fiere, mercati, arte, cultura, località di pregio, ambiti naturalistici, mostre, musei, ecc, ecc) sono svolte in assoluta autonomia da una apposita struttura […] La Presidenza si scusa, a nome della struttura responsabile, con tutte le parti che si siano sentite in qualche modo ferite da questo post, il cui intento non era certo quello di offendere sensibilità e memorie. Onde evitare ulteriori disagi, è stato dato ordine di cancellare il post.

(foto di Roberto Rizzotto pubblicata da Luca Zaia sul suo profilo Facebook)

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