Il bluff dei controlli anti-Covid in Sicilia

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-07-15

Repubblica Palermo: termoscanner soltanto negli aeroporti, nessuna verifica nelle stazioni, l’app della Regione scaricata in un caso su due da chi è giunto nell’isola e niente test per chi approda in auto o in nave. Quello dei controlli anti-Covid-19 in Sicilia sembra proprio un grande bluff

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Termoscanner soltanto negli aeroporti, nessuna verifica nelle stazioni, l’app della Regione scaricata in un caso su due da chi è giunto nell’isola e niente test per chi approda in auto o in nave. Quello dei controlli anti-Covid-19 in Sicilia sembra proprio un grande bluff.

Il bluff dei controlli anti-Covid in Sicilia

Repubblica Palermo spiega oggi in un articolo a firma di Antonio Fraschilli che nell’Isola che nell’ultima settimana ha fatto meno test tra tutte le altre regioni d’Italia, l’agenda politica parla solo dei migranti ma non ci sono controlli capillari agli arrivi, negli aeroporti, nei porti e sullo Stretto di Messina. L’unico controllo che fa l’Usmaf, l’Ufficio del ministero della
Salute che si occupa dei punti di arrivo frontalieri, riguarda la misurazione della temperatura.

Negli aeroporti la misurazione agli arrivi è garantita con i termoscanner, nei porti viene misurata la temperatura a mano con il personale dell’Usmaf. E nelle stazioni ferroviarie e dei bus? A Messina, Catania e Palermo non si fanno controlli capillari. Stesso discorso all’imbarco negli aliscafi e nelle navi che collegano la Sicilia a Eolie,Egadi e Pelagie: nessun controllo, nemmeno della temperatura. Di certo sul fronte sierologico non è previsto alcun test, ma solo la compilazione di un modulo di autocertificazione sullo stato di salute e la comunicazione del luogo di soggiorno.

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E i test del tampone? Nell’ultima settimana ne sono stati fatti 4700 ogni centomila abitanti, mentre l’app Siciliasicura non viene scaricata:

A dimostrarlo ci sono i numeri degli arrivi negli scali principali di Palermo e Catania, senza considerare quindi anche quelli dei porti e dello Stretto di Messina. Ad esempio al Falcone e Borsellino di Palermo si sono registrati tra giugno e le prime due settimane di luglio 100 mila arrivi. A Catania si sono registrati 160 mila arrivi. L’App è stata scaricata da 123 mila volte nello stesso arco di tempo. Meno della metà e senza considerare anche gli arrivi via auto o via nave.

Poi c’è la questione delle mascherine sui mezzi di trasporto: mentre i passeggeri aumentano sulle navi e sugli aliscafi che collegano la Sicilia alle isole minori, i dispositivi di protezione individuale non vanno molto di moda: «In generale c’è un allentamento della tensione e questo è molto pericoloso — dice a Repubblica un componente del comitato tecnico della Regione — e i comportamenti sono fondamentali, perché non essendoci controlli capillari con test e tamponi agli arrivi l’unico mezzo per evitare il diffondersi del virus è quello del rispetto delle regole di distanziamento in luoghi chiusi, soprattutto nelle località turistiche ma non solo, e sui mezzi di trasporti, navi e aliscafi». La Sicilia ieri ha fatto registrare 15 nuovi casi (undici i positivi tra gli sbarcati a Pozzallo). I migranti risultati positivi, tutti asintomatici, sono stati già isolati in una struttura individuata dalla prefettura di Ragusa. I medici ed i sanitari dell’Asp hanno dapprima eseguito i test sierologici sull’intero gruppo individuando 19 soggetti ‘sospetti’ sui quali si è poi proceduto con il tampone che ha confermato la positività per 11 di loro. Per eseguire il più rapidamente gli esami per accertare la presenza del Covid-19 su migranti arrivati in Sicilia la Regione ha, tra l’altro, inviato 1.000 tamponi ed altrettanti test sierologici a Lampedusa e la macchina per l’analisi dei tamponi rino-faringei.

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