Igor Vaclavic: il sospettato dell'omicidio di Davide Fabbri a Budrio

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-04-04

Nei suoi confronti non ci sono elementi sufficienti ad emettere un fermo – e quindi, se rintracciato, verrebbe arrestato in esecuzione del provvedimento di Ferrara – ma è in alto nella lista dei ricercati, le sue foto segnaletiche sono sui cruscotti delle auto delle forze dell’ordine

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Igor Vaclavic, ricercato per varie rapine commesse con modalità violente nel Ferrarese, è l’uomo sospettato dell’omicidio di Davide Fabbri, il barista di Budrio. Vaclavic, 41 anni, un passato nella fanteria dell’Esercito russo, aveva assaltato una guardia giurata a Consandolo la sera del 29 marzo per rapinarla di una pistola, una Smith&Wesson calibro 9 argentata. L’arma potrebbe essere quella usata sabato sera nel Bolognese per uccidere il barista di 52 anni.

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Igor Vaclavic (a destra) e Davide Fabbri, il barista ucciso a Budrio (La Repubblica, 4 aprile 2017)

Igor Vaclavic: il sospettato dell’omicidio di Davide Fabbri a Budrio

Questo il nesso, tutto da dimostrare, che lega il latitante russo all’omicidio di Budrio. Nei suoi confronti non ci sono elementi sufficienti ad emettere un fermo – e quindi, se rintracciato, verrebbe arrestato in esecuzione del provvedimento di Ferrara – ma è in alto nella lista dei ricercati, le sue foto segnaletiche sono sui cruscotti delle auto delle forze dell’ordine e la caccia si estende ad altri ambienti, come i trasporti e gli ospedali dove il killer del barista potrebbe essere andato per farsi medicare da ferite rimediate sabato sera.

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La ricostruzione dell’omicidio di Davide Fabbri a Budrio (Corriere della Sera, 3 aprile 2017)

I suoi complici sono stati arrestati e confermano. Negli assalti alle ville (tutti nel Ferrarese) c’era anche lui, Igor, pregiudicato e più volte finito in carcere in Italia. Dov’è approdato una decina di anni fa con la fama — non è chiaro se reale oppure no — di ex militare della fanteria del suo Paese.

La caccia all’uomo a Budrio

Il Corriere della Sera racconta che le ricerche del rapinatore in fuga sono partite da pochi spunti:  la corporatura, la giacca da cacciatore che indossava, il fatto che avesse agito con una doppietta da caccia, che avesse avvicinato la vittima sparando un colpo per terra, che fosse arrivato a piedi. Dettagli-fotocopia di un’altra rapina avvenuta pochi giorni prima ai danni di una guardia giurata, nel Ferrarese:

La sua foto segnaletica adesso è sul cruscotto di tutte le forze di polizia d’Italia. Ma ancora una volta la Procura di Bologna, per bocca del pubblico ministero Marco Forte, invoca prudenza: «Collegamenti certi fra il suo nome e l’omicidio di Davide Fabbri non ne abbiamo ancora». Soltanto indizi. Per esempio l’ormai famoso giaccone verde militare da cacciatore che Igor Vaclavic indossava durante le incursioni nelle ville. Oppure la corporatura robusta, le movenze, quel fucile sempre in spalla.

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Gli investigatori attendono gli accertamenti sul DNA: è probabile che quello del russo esista già negli archivi della polizia.

In attesa dei dati scientifici gli investigatori ripescano quelli criminali sul presunto ex militare russo. Nel 2007 fu arrestato per aver rapinato agricoltori, minacciati con arco e frecce, tra Ferrara e Rovigo. Lo fece con la faretra sulle spalle, un coltello legato a una gamba e una bandana nera in testa. Pare che all’epoca lo chiamassero «Lupo solitario». In effetti diversi testimoni dopo i fatti di Budrio hanno raccontato di averlo visto girare da solo, con una bicicletta elettrica, nelle campagne fra Ferrara e Bologna. Forse è ancora nascosto da quelle parti, forse è ferito. Di sicuro è molto pericoloso.

Leggi sull’argomento: Davide Fabbri: il barista ucciso a Budrio

 

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