Ignazio Marino e Mafia Capitale

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2014-12-04

L’ordinanza racconta: il «marziano a Roma» era difficile da avvicinare per il sodalizio criminale di Carminati e Buzzi. Per questo l’infiltrazione è passata attraverso uomini vicini al sindaco della Capitale. Con cui bisognava «prendere le misure»…

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Il nome di Ignazio Marino compare molte volte nell’ordinanza su Mafia Capitale, e in tutte le occasioni l’attuale sindaco di Roma viene dipinto come un problema, più o meno, per il sodalizio criminale. Come un elemento da avvicinare attraverso i suoi collaboratori, su cui «prendere le misure», come dicono spesso nelle intercettazioni allo scopo di testare la sua disponibilità. E in tante parti del racconto dell’ordinanza si ribadisce che il sindaco è un corpo estraneo rispetto alla linea di potere che era stata infiltrata.
 
MAFIA CAPITALE: IL RUOLO DI IGNAZIO MARINO
In questa conversazione con Giovanni Fiscon, Salvatore Buzzi, a capo della holding di cooperative che si aggiudicava gli appalti su immigrati e nomadi in Comune, spiega che con il sindaco sarà più difficile intrattenere rapporti, citando presunte difficoltà ma anche “l’area Zingaretti” (Luca, il presidente della Regione Lazio, che già aveva governato la provincia di Roma) e la possibilità che una nomina che riguarda il primo possa andare a buon fine.
mafia capitale ignazio marino
 
In un’altra conversazione, sempre di Buzzi ma con Emilio Giammuto, si fanno una serie di nomi che rappresenterebbero i punti di contatto dell’organizzazione con la nuova amministrazione comunale. Tra questi, uno degli assessori indagati. Poi c’è l’ormai famosa intercettazione delle minigonne, in cui Carminati si informa del lavoro di lobbying dell’amico Buzzi presso gli esponenti della giunta Marino.

Dell’inizio delle contrattazioni per avviare i 200 nuovi rapporti con l’amministrazione capitolina di centro sinistra, BUZZI Salvatore discuteva con CARMINATI Massimo in data 14.06.2013201; il BUZZI riferiva, infatti, di trovarsi “in giro per i Dipartimenti a saluta’ le persone”, circostanza favorevolmente accolta dal CARMINATI che riteneva necessario “vendere il prodotto amico mio, eh. Bisogna vendersi come le puttane ades… adesso”; il BUZZI esprimeva la difficoltà di muoversi nell’ambito della nuova situazione politica romana in quanto in quel momento “solo in quattro sanno quello che succede e sono nell’ordine Bianchini, Marino, Zingaretti e Meta”, ricevendo in risposta dal CARMINATI “e allora mettiti la minigonna e vai a batte co’ questi amico mio, eh… capisci”. Il BUZZI, nel riferire che la situazione era “sotto controllo”, spiegava la propria preoccupazione inerente la possibilità che “sbagliano qualche nomina”, circostanza che li avrebbe costretti ad avere a che fare con amministratori non disponibili per cinque anni, ovvero per l’intera durata del mandato.

 
BUZZI E IL PROBLEMA DEL MARZIANO
In una conversazione immediatamente successiva Buzzi, con due interlocutori, parlava dei contatti con Marroni e Ozzimo. I tre proseguivano parlando del fatto che quasi nessuno dei dirigenti esterni, che il neo sindaco stava cercando di impiegare presso il Comune, stava dando la propria disponibilità in considerazione che lo stipendio da assessore o consigliere ammontava solo a 3500 € mensili. Poi c’è la già citata conversazione tra Buzzi e Carminati su Marino:

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La conversazione tra Buzzi e Carminati (ordinanza Mafia Capitale, pag. 157)

E i rapporti con un dirigente vicino al sindaco, da usare come testa di ponte all’interno della nuova amministrazione:

I rapporti con la nuova amministrazione comunale da parte di Buzzi sono costituiti da una relazione con il capo della segreteria del sindaco, Mattia Stella, che s’intrecciano con quelli con Coratti, massimamente in relazione alla questione AMA. Eloquente nel senso della costruzione di un rapporto privilegiato con Stella è la conversazione nella quale Buzzi chiamava Carlo Guarany, 289 lo informava che prima sarebbe andato in AMA e successivamente sarebbe andato presso il Gabinetto per incontrare Mattia (Mattia Stella, dirigente nella Segreteria del sindaco Marino),conversazione nella quale Guarany diceva che occorreva “valorizzare” Mattia e “legarlo” di più a loro.La costruzione di un rapporto privilegiato che passava anche con incontri personali inluoghi diversi da quelli istituzionali, come quello monitorato dal pedinamento della seradel 22.1.14292, nel contesto temporale di un programma corruttivo, delineato da Buzzi al mattino della stessa giornata ai suoi collaboratori:

E l’sms con cui Buzzi e Stella si accordavano per vedersi dopo l’appuntamento con Mirko Coratti è una ulteriore prova del tentativo di avvicinamento. O meglio, si trattava di prendere le misure: «mò se perde devo dare quarantamila euro a Panzironi ….. sull’Eur, glieli dovrei do sull’Eur, poi vedo Massimo se glieli vò dà …….. l’avevamo comprati tutti ….. se vinceva Alemanno ce l’avevamo tutti comprati ….. poi ce pigliamo le misure con Marino….».
Vignetta in copertina di Artefatti
L’ordinanza Mondo di Mezzo 

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