I soldi delle mascherine per la Protezione Civile che finiscono alle Cayman

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-30

Un’azienda veronese controllata dai costruttori romani Cucchiella, aveva vinto una serie di lotti nelle gare Consip per mascherine e altri dispositivi per essere poi esclusa dopo le verifiche. Agmin che peraltro è stata, nel 2018, esclusa per 3 anni dalle gare della Commissione Ue per irregolarità in una fornitura in Bielorussia

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Ci sono contratti per oltre 350 milioni di euro stipulati dalla Protezione Civile per comprare mascherine, guanti e altri Dispositivi di Protezione Individuale. E 97 milioni di euro già pagati, di cui un quarto finiti  alla Only Italia Logistics di Irene Pivetti. Ma soprattutto, c’è un’offerta della Agmin, accettata dalla Protezione civile e allegata alla documentazione della fornitura di mascherine e tute, che indica di effettuare il pagamento su un conto inglese intestato a un fondo basato alle Cayman. Il direttore commerciale della Agmin – firmatario della documentazione – ha dichiarato che si è trattato di «un errore».

I soldi delle mascherine che finiscono alle Cayman

La strana storia della salatissima contabilità delle mascherine, illustrata oggi da Gianluca Paolucci e Matteo Civillini sulla Stampa, ci fa pensare che i soldi pubblici rischiano di finire un po’ ovunque. Anche in paradisi fiscali, che poco c’entrano con produzione e vendita di dispositivi anti-Covid.

La Stampa e IrpiMedia hanno potuto visionare i contratti stipulati finora per l’emergenza coronavirus dall’organismo che sta gestendo la crisi. Si tratta di 91 contratti per l’approvvigionamento di dispositivi di protezione individuale (Dpi), per un totale di 356,5 milioni di euro. Al 10 aprile scorso, risultano pagati oltre 97 milioni di euro. Tra questi, forniture di mascherine per una cifra compatibile con un prezzo finale di 0,50 euro ce ne sono davvero poche.

La Pluritex srl ad esempio ne ha vendute 100 mila, con un contratto del 3 marzo. La Protezione Civile le ha pagate 70 centesimi ciascuna. Alla Imagro spa invece le stesse mascherine chirurgiche sono state pagate 10 centesimi in meno ciascuna. Il prezzo record lo strappa però la giapponese Tokyo Medical Consulting, che si fa pagare 1,67 euro l’una 260 mila mascherine chirurgiche, per un totale di 435 mila euro già liquidati. Si tratta in questo caso di un contratto stipulato tramite il ministero degli Esteri e l’Ambasciata d’Italia.

Certo, erano i giorni più cupi dell’emergenza, quando mezzo mondo cercava mascherine e sul mercato era davvero complicato trovarne. Certamente compatibili con il tetto di 0,50 euro in negozio sono i quasi 4 milioni di pezzi comprati dalla Mediberg, azienda italiana specializzata proprio nella produzione di dispositivi medici, che ha fissato un prezzo di 0,24 euro nei giorni caldi dell’emergenza (due contratti del 5 e 8 marzo). Difficile rientrare nel limite invece con gli 0,44 euro pagati alla Only Italia Logistics di Irene Pivetti. Il contratto, firmato dalla stessa ex parlamentare – adesso indagata dalla procura di Siracusa -, prevedeva la fornitura di mascherine Ffp2 e chirurgiche, per un valore complessivo 25,2 milioni di euro.

La Protezione Civile ha accettato anche alcuni fornitori respinti invece da Consip. Oltre alla Winner Italia, azienda produttrice di medaglie e trofei, c’è la Agmin Italy. Azienda veronese controllata dai costruttori romani Cucchiella, aveva vinto una serie di lotti nelle gare Consip per mascherine e altri dispositivi per essere poi esclusa dopo le verifiche. Agmin che peraltro è stata, nel 2018, esclusa per 3 anni dalle gare della Commissione Ue per irregolarità in una fornitura in Bielorussia.

La particolarità del contratto con la Protezione Civile (mascherine e tute isolanti) è però un’altra. La società di Verona indica come estremi di pagamento un conto presso la British Arab Commercial Bank di Londra. Intestato allo Scipion Active Trading Fund delle Isole Cayman, paese sulla lista nera dei paradisi fiscali. Anche se l’indicazione di un soggetto terzo per il pagamento in un appalto pubblico non è ammesso dalla normativa vigente. Per le commesse della Agmin non risultano pagamenti effettuati alla data del 10 aprile scorso.

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