Opinioni
I poracci che lanciano urina contro i profughi
di dipocheparole
Pubblicato il 2015-10-01
Succede al campo del Bione. Intanto, sempre nel Lecchese, gli Scout hanno messo a disposizione dei profughi di stanza ai Piani Resinelli (36 persone) un loro edificio in modo che possa essere gratuitamente utilizzato per tenere dei corsi d’italiano e svolgere altre attività.
Spedizioni a sfondo razzista si sarebbero verificate in questi giorni al campo profughi di Lecco, nella zona del Bione, a sud di un centro sportivo, dove sono state montate le tende per decine di migranti. Si è trattato di azioni in auto di persone che hanno pronunciato insulti razzisti e soprattutto, in più di un’occasione, hanno lanciato anche delle bottiglie riempite con urina. Lo si è appreso al campo del Bione mentre sono arrivati nelle ultime ore i primi cinque container acquistati dalla fondazione Arca destinando parte delle somme messe a disposizione dal ministero per i richiedenti asilo. Intanto, sempre nel Lecchese, gli Scout hanno messo a disposizione dei profughi di stanza ai Piani Resinelli (36 persone) un loro edificio in modo che possa essere gratuitamente utilizzato per tenere dei corsi d’italiano e svolgere altre attività.
Resegoneonline ospita però un intervento della Fondazione Arca che ridimensiona l’accaduto:
Fondazione Progetto Arca, l’ente che gestisce il centro, però ridimensiona quanto accaduto: “si tratta di una mezza bufala che è rimbalzata su internet – spiega il presidente Alberto Senigallia – Si è verificato solo un singolo episodio avvenuto due o tre settimane fa a opera di due ragazzini ubriachi che hanno lanciato una bottiglietta contenete urina. Smentisco che questa notte ci siano stati lanci di sassi. Per cercare di proteggere un po’ di più gli ospiti abbiamo installato una rete oscurante lato ciclabile e l’entrate dei container che stiamo istallando sono rivolte verso l’interno del campo”.
Nelle sei settimane di apertura del centro è sicuramente capitato che automobilisti di passaggio gridassero insulti nei confronti degli ospiti. I responsabili del centro hanno quindi invitato i ragazzi a non rispondere a provocazioni.