I militari che coltivano la marijuana di Stato

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2015-03-19

A Firenze arriva la cannabis dell’Esercito: se ne produrrà un quintale l’anno

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Repubblica racconta oggi come funziona la storia dei militari che coltivano la marijuana di Stato, quella che viene prodotta dall’esercito nello stabilimento chimico militare di Firenze. I militari produrranno circa un quintale di cannabis l’anno, ma la richiesta potrebbe presto aumentare costringendoli a un superlavoro:

La coltivazione della“marijuana con le stellette”, l’unica autorizzata per l’uso a fini terapeutici nel nostro Paese, inizierà nei prossimi giorni. Per ospitare le piantine è stata ricavata un’ala in una zona che per motivi di sicurezza si è deciso di non rivelare, tra laboratori e uffici. L’ambiente adesso è buio, la luce naturale non può entrare in questa specie di grande container.Saranno le lampadea illuminare la serra agli orari prestabiliti, così da far crescere la canapa più velocemente possibile. Il raccolto si farà ogni tre mesi. Poi ci sarà la fase dell’essiccazione. Il lavoro seguirà standard rigidi, perché i due principi attivi, thc e cbd, devono rappresentareil 5-6% del peso del prodotto. Si tratta di un farmaco e bisogna essere certi dell’efficacia a seconda del dosaggio.
 

 
marijuana di stato
 
L’acquisto sarà possibile nelle farmacie di alcune regioni:
 

Oggi chi cerca questa parte della pianta la deve comprare all’estero, soprattutto in Olanda ,a 15 euro al grammo. Dallo stabilimento usciranno scatole tonde di plastica con 5 grammi di cannabis, da spedire alle farmacie delle varie Regioni che faranno richiesta, a prezzi non ancora stabiliti ma certamente più convenienti. Per adesso l’uso terapeutico della sostanza è previsto, con diverse sfumature, in Toscana, Puglia, Liguria, Sicilia, Veneto, Marche, Friuli, Abruzzo e Umbria. Il lavoro del farmaceutico fiorentino assicurerà anche regolarità alla fornitura.
Tutto in una struttura militare, che fa capo all’Agenzia industrie difesa, e che sembrerebbe distantissima dalla marijuana. «Siamo dei farmacologi, la nostra etica ci dice che nel momento in cui è riconosciuta l’utilità di un principio attivo è giusto produrlo — spiega il direttore dello stabilimento, il colonnello Antonio Medica — E la canapa, se impiegata nel modo giusto, ha effetti benefici. Non ha senso privarsene, perché migliora la vita di persone colpite da malattie gravi».

Leggi sull’argomento: A cosa serve la cannabis terapeutica

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