Cultura e scienze

Il ritorno dei lupi sull'Altopiano di Asiago

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-04-05

Allevatori e alcuni abitanti dell’Altopiano dei Sette Comuni sono preoccupati dalla presenza di lupi nella zona e invocano la necessità di abbatterli. Ma quanti sono davvero i lupi dell’Altopiano? La Forestale lo sta scoprendo grazie alle fototrappole di un appassionato

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Il lupo è tornato anche in Veneto, per la precisione sull’Altopiano di Asiago in provincia di Vicenza dove da qualche tempo si susseguono gli avvistamenti – prevalentemente notturni – di lupi e le segnalazioni agli agenti della Forestale che nel dicembre 2016 avevano verificato la presenza del lupo sull’Altopiano. Non si tratta di un branco ma, stando a quello che aveva dichiarato alla fine dell’anno scorso il comandante regionale del Corpo forestale dello Stato Daniele Zovi, gli esemplari in circolazione nel vicentino sarebbero tre: «Oggi possiamo dire con buona certezza che ce ne sono tre di quasi stanziali: uno nella Lessinia vicentina, o sull’Altopiano di Asiago e uno sul Grappa. Non si è ancora formato un branco, ma la presenza del lupo è di certo un buon segnale per la salute generale del territorio da punto di vista ambientale».

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Uno dei lupi dell’Altopiano, foto di Federico Povoledo

Perché il lupo è tornato sull’Altopiano?

Dal 1971 il Canis Lupus è stato inserito nella lista delle specie “particolarmente protette” dal momento che era quasi completamente estinto nel nostro Paese. Per questo motivo in Italia è vietato abbattere o uccidere i lupi e chi lo fa rischia di incorrere in pesanti sanzioni. Dagli Anni Settanta ad oggi molto è stato fatto – e molto è stato speso da parte di Governo e Regioni – per tutelare l’esistenza del lupo in Italia, per salvaguardare la popolazione superstite e per ripopolare alcune zone montane dove, a causa dell’assenza di predatori naturali, alcune specie sono diventate particolarmente infestanti e dannose per le attività umane. Quella dell’Altopiano è una storia diversa perché il lupo non è stato importato ma è arrivato da solo perché ha trovato sull’Altopiano un ecosistema in grado di fornirgli sostentamento come certificava Zovi:

Stiamo assistendo ad un grandissimo aumento degli ungulati, in particolare di caprioli, cervi, camosci e cinghiali, in tutta la provincia. I lupi sono degli ottimi regolatori di questa crescita, perchè cacciano queste specie. Vent’anni fa vedere un cervo nella nostra provincia era una rarità assoluta, oggi invece sono numerosi. Sull’Altopiano di Asiago i camosci sono centinaia, ed è un bel vedere. Qualche giorno fa sono stato sul Grappa e ne ho visti sette, in gruppo. Significa che si sono riappropriati del territorio, e questo non può che arricchire i nostri ambiti

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Uno scatto notturno di due lupi dell’Altopiano, foto di Federico Povoledo


Il lupo però è un predatore e non si accontenta solo di caprioli, mufloni o altri animali selvatici ed in un territorio come quello dell’Altopiano dei Sette Comuni non sono rari gli episodi di predazione ai danni degli animali da allevamento.  C’è chi dice – come ad esempio Federico Povoledo che grazie alle sue fototrappole ha documentato la presenza dei lupi sull’Altopiano – che in realtà sembrerebbe essere già presente sull’Altopiano un piccolo branco composto da quattro o cinque lupi (uno dei quali parrebbe essere una femmina alfa). Questi gruppo di lupi a fine marzo fa ha assalito e ucciso un’asina poco distante da una malga e Povoledo è stato testimone – ad una distanza appena una cinquantina di metri – del ritorno dei lupi alla carcassa dell’animale il giorno successivo (generalmente i lupi non divorano tutta la preda ma si limitano a mangiare come prima cosa le interiora). I lupi non hanno minimamente cercato di attaccare l’umano, come del resto è nella loro abitudine di animali schivi e guardinghi che preferiscono un altro genere di prede. Un altro avvistamento è stato fatto, sempre nella zona dell’altopiano, da un automobilista che ha caricato su Facebook il video di un lupo a passeggio per la strada in zona Campomezzavia.

Da dove vengono i lupi dell’Altopiano di Asiago?

Ciononostante sull’Altopiano la paura dei lupi, e soprattutto dei danni che potrebbero procurare agli allevatori una volta che inizierà la stagione dell’apertura delle malghe, è particolarmente sentita. La polemica e la voglia di alcuni abitanti di “farsi giustizia da soli” (seminando bocconi avvelenati intorno alle carcasse) che accusano il progetto Life Wolf Alps di aver forzato l’introduzione del lupo nella zona si Asiago senza tener conto della forte antropizzazione del territorio ha coinvolto anche le istituzioni dopo un servizio dai toni decisamente allarmistici mandato in onda da Rete Veneta dove si parlava di centinaia di episodi di predazione commessi dai lupi.

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Due lupi sorpresi sull’Altopiano, foto di Federico Povoledo


L’assessore assessore regionale all’Agricoltura e caccia Giuseppe Pan precisa in una nota che la presenza del lupo sulle montagne venete è totalmente spontanea mentre il progetto progetto Life WolfAlps cofinanziato dall’Unione Europea, ha come unico obiettivo quello di conservare la specie esistente. In una nota l’assessore Pan precisa che:

Nessuna introduzione ad arte, e nessun incrocio: il lupo sta tornando in Veneto per effetto delle migrazioni spontanee di esemplari dagli Appennini e dalla Slovenia. Non si tratta, quindi, di pericolosi e sospetti incroci ma di naturali accoppiamenti tra esemplari, che testimoniano il ritrovato equilibrio di alcune parti del nostro ecosistema che consente al lupo di riprodursi e di sopravvivere. Ricordo, inoltre, che il lupo non attacca mai l’uomo: appare quindi scorretto e immotivato anche solo insinuare il velato sospetto che la sua presenza sia un pericolo per la pubblica incolumità. Diverso è invece il caso, peraltro confermato anche dai rilievi effettuati dai servizi veterinari anche sull’Altopiano di Asiago, della crescente presenza di cani lupo randagi. Un effetto, questo, connesso all’abbandono e alla spopolamento della montagna, che contribuisce a favorire l’inselvatichirsi di specie domestiche.

Ed in effetti ci sono stati casi di mufloni ed altri ungulati trovati uccisi, ma non mangiati, nella zona ed in seguito si è accertato che i responsabili erano alcuni cani da pastore sfuggiti al controllo dei proprietari.

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La coppia di lupi fotografata qualche tempo fa Federico Povoledo


La forestale e il servizio veterinario, anche grazie alla collaborazione di Povoledo e delle sue fototrappole, stanno lavorando per capire chi siano i lupi che sembrano essersi stabiliti nella zona dell’Altopiano di Asiago e quale sia il loro areale dal momento che i lupi sono animali che battono un territorio molto ampio. Questo è il primo passo per comprendere in che modo la popolazione di lupi interagisca con la fauna selvatica e domestica e per poter prendere le adeguate misure di difesa (recinzioni, cani da guardiania) per proteggere le greggi da eventuali attacchi. Altro capitolo sono i risarcimenti agli allevatori per i capi di bestiame uccisi dai lupi che in teoria sono previsti ma che nella pratica spesso procedono molto a rilento esasperando la popolazione locale. Forse su questo versante, di stretta competenza umana, si potrebbe fare qualcosa di più per agevolare il lavoro di chi vive in montagna.

Regione Veneto crede che la convivenza tra uomini e lupi sia possibile e porta come esempio quanto sta accadendo ora nei monti Lessini.
Foto di copertina e foto dell’articolo credits: Federico Povoledo

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