I cento milioni che Renzi taglia ai fondi per la SLA

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2014-10-24

La realtà del taglio di 100 milioni dal Fondo per le Non Autosufficienze… e i tweet del premier

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Questo tweet di Matteo Renzi è del 16 ottobre scorso, subito dopo l’approvazione della Legge di Stabilità in CDM:
matteo renzi sla
I simpatici sostenitori della scarsa aderenza tra tweet e realtà saranno contenti di sapere che il governo ha deciso di tagliare 100 milioni di fondi per la SLA. Nell’incontro di ieri,  Le organizzazioni hanno sottolineato la distanza tra gli impegni presi e la realtà. «Dal canto suo, la FISH aveva anche espresso al presidente del Consiglio Renzi la necessità di una sua presenza non simbolica all’incontro, giacché erano sul tavolo scelte strategiche di enorme importanza per il Paese, decisioni che possono condizionare lo sviluppo, svincolandosi da quella stessa austerità che più volte il Presidente del Consiglio ha voluto stigmatizzare. «Renzi – sottolineano gli esponenti della Federazione – ci ha risposto di confrontarci con i Sottosegretari. Lo abbiamo fatto per rispetto istituzionale e per senso civico. Ma, non avendo ottenuto alcuna svolta decisa, non ci resta che la via della mobilitazione e della piazza, per attirare la giusta attenzione e un cambio di rotta». O una doccia fredda. Freddissima.
Del Nomenclatore tariffario abbiamo parlato qui e qui.
Edit: Renzi ieri alla Leopolda ha preso l’impegno di riportare i soldi nel fondo per le non autosufficienze.

«Prendo qui l’impegno che il fondo sociale della non autosufficienza sarà confermato nella sua entità il prossimo anno».Lo detto il premier Matteo Renzi, dal palco della Leopolda, dopo l’intervento di RiccardoBonaccina, direttore della rivista «Vita». Nella legge di Stabilità 2015-2018 il fondo per la non autosufficienza per i malati di Sla (la sclerosi laterale amiotrofica)ha infatti subito un taglio di 100 milioni di euro suscitando diffuse critiche nel mondo politico e in quello della ricerca.

Leggi sull’argomento: Disabilità e SLA, verso il presidio del 4 novembre

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