Houda Emma: la bambina rapita è stata liberata e sta per tornare in Italia

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-03-10

Sta per tornare in Italia Emma Houda Kharat, la bambina rapita nel 2011 dal padre che l’aveva portata in Siria. Nel novembre del 2016 l’uomo era stato arrestato dall’Interpol in Turchia. Nel tardo pomeriggio Emma potrà riabbracciare sua madre Alice a Malpensa

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Houda Emma Kharat, la bambina rapita sei anni fa dal padre Mohamed Kharat, è libera e sta per tornare in Italia. A darne notizia il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale in un comunicato dal quale apprendiamo che la bambina oggi arriverà in Italia. Houda Emma è partita oggi con un volo da Istanbul e il suo arri all’aeroporto di Malapensa a Milano è previsto per il tardo pomeriggio di oggi quando finalmente potrà riabbracciare la madre, Alice Rossini, che non la vede da quasi sei anni.

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Mohamed Kharat il padre di Emma

«Così non vedrò mai più il sorriso sul tuo volto»

Houda Emma, che è nata nel marzo del 2010 e che a breve compirà sette anni, è stata rapita dal padre il 18 dicembre 2011, quando aveva poco più di un anno. A rapirla è stato il padre, il cittadino siriano Mohamed Kharat da tempo residente a Monza che l’aveva portata con sé in Siria ad Aleppo. Quella di Kharat è apparsa fin da subito come una vendetta nei confronti di Alice Rossini, sua moglie e madre di Emma, che dopo una serie di violenze e soprusi aveva deciso di andarsene di casa e porre fine al loro matrimonio. I due si conoscevano dal 2007 ed erano già separati quando il padre decise di rapire la figlia – che viveva con la madre – e portarla con sé in Siria. Per Mohamed accettare la fine della relazione era qualcosa di inaudito così quella sera di dicembre però Kharat prende Emma e con la complicità di una donna italiana che si spaccerà per la madre di Emma riesce ad imbarcarsi su un volo per Atene e da lì arrivare in Siria. In una delle ultime conversazioni telefoniche avute con Alice Mohamed le disse che con quel gesto le avrebbe tolto per sempre il sorriso dal volto. Del caso si sono a lungo occupate le autorità italiane ma per molto tempo non si è saputo nemmeno se Emma fosse ancora viva o se fosse morta durante il conflitto che sta devastando il Paese. Anche Pablo Trincia, inviato delle Iene, che nel 2013 aveva girato un reportage sulla guerra siriana e nel 2014 la Iena Mauro Casciari si sono interessati alla drammatica vicenda riuscendo ad avere diversi incontri con il padre di Emma e riuscendo ad appurare quello tutti speravano ovvero che la bambina era ancora viva e relativamente al sicuro. Dopo tre anni le Iene erano riuscite anche ad organizzare un incontro tra Alice Rossini e Mohamed/Nadeem al confine tra Turchia e Siria. In quell’occasione però il padre di Emma si era presentato senza la bambina e aveva chiesto – come già aveva fatto in precedenti occasioni con i mediatori delle Iene – il pagamento di un riscatto di trecentomila euro e la promessa del ritiro delle denunce per sottrazione di minore per poter “restituire” la bambina a sua madre e consentirle di ritornare in Italia.

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L’ultimo incontro tra Alice Rossini e Mohamed Kharat, in Turchia nel 2014

L’arresto in Turchia e il rimpatrio di Emma

A quel punto i contatti e le trattative si sono interrotte e nel frattempo l’uomo è stato condannato in primo grado dal Tribunale a Monza, quindi in Appello Milano, a dieci anni in contumacia per sequestro di persona e sottrazione di minore. Su Mohamed pende da anni un mandato di arresto europeo e uno di cattura internazionale e nel novembre del 2016 l’uomo era stato individuato e arrestato in Turchia dall’Interpol. Dalla Farnesina fanno sapere che il ritorno di Emma in Italia è il frutto di un interrotto e silenzioso lavoro di mediazione che è stato reso possibile anche grazie alla collaborazione del Governo di Ankara: «In tutti questi anni il Ministero degli Affari Esteri e il Ministero dell’Interno, in stretto contatto con l’Autorità Centrale Italiana presso il Dipartimento della Giustizia Minorile del Ministero della Giustizia, hanno lavorato, senza sosta ma silenziosamente, per giungere al risultato di oggi, che sarà confermato dall’esame del DNA, da effettuare in Italia, a conclusione dell’iter della procedura di riconoscimento». Il ministro Angelino Alfano sottolinea come la risoluzione della vicenda sia frutto della «eccellente collaborazione con la Turchia» e che le autorità turche consapevoli della valenza umanitaria della vicenda, hanno facilitato l’arrivo dalla Siria e il transito in Turchia della piccola Houda Emma.

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