Attualità

Ma Grillo lo sa che il primo vaffa di Trump è all'ambiente?

Giovanni Drogo 10/11/2016

Cosa succede quando un anziano autocrate auto nominatosi guru e capo politico di un MoVimento detta la linea sulla politica estera senza sapere nulla? Ad esempio che ora il M5S si trova molto più vicino alle politiche anti-ambientaliste di Trump di quanto avrebbe dovuto

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Forse c’era un motivo per cui fino a ieri il MoVimento 5 Stelle aveva evitato accuratamente di pronunciarsi sulle elezioni americane, ma evidentemente quel motivo è sfuggito a Beppe Grillo che ieri è salito fuori tempo massimo sul carro del vincitore. Perché Grillo magari aveva capito qualcosa degli USA ai tempi di “Te la do io l’America” (1981, lo stesso anno in cui Donald Trump ha acquistato l’edificio che sarebbe poi diventato il Trump Plaza) ma di queste elezioni ha dimostrato di non averci capito nulla. Il che per un guru non è generalmente un buon segno.
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Perché Grillo non ha dato retta a chi ci aveva capito qualcosa di queste elezioni?

Non così ad esempio quello che da sempre viene definito il Ministro degli Esteri di un eventuale governo Cinque Stelle, Alessandro Di Battista, che invece per evitare di esprimere una preferenza tra Clinton e Trump aveva spiegato che – se fosse stato un cittadino statunitense – avrebbe votato per Jill Stein la candidata dei Verdi USA. Una risposta, quella di Di Battista, politicamente accorta e per di più in sintonia con quanto dichiarato alla vigilia delle elezioni da Julian Assange (che uno degli “amici” del MoVimento tant’è che aveva parlato in video conferenza ad Italia a 5 Stelle a Palermo) che ha spiegato che l’unica piattaforma per la quale il fondatore di Wikileaks aveva accettato di esporsi pubblicamente dal momento che la Stein era l’unica che in nome della trasparenza aveva dichiarato di voler difendere i whistleblower, persone come Snowden o Manning ad esempio. Anche Manlio Di Stefano un altro degli esperti di politica estera del MoVimento (molto attivo nell’organizzare contatti con Putin) aveva dichiarato di preferire una terza via tra Trump e Clinton: «Mi suiciderei piuttosto che votare uno di quei due, uno gli rovinerebbe la vita internamente, l’altra li porterebbe alla terza guerra mondiale». E forse Beppe Grillo avrebbe fatto bene a dare retta a quelli che lavorano per lui, che magari avevano colto gli aspetti problematici e imbarazzanti di Donald Trump (e della Clinton). Ma il Capo Politico del M5S non è tipo che ascolta i pareri e le opinioni degli altri, il MoVimento funziona così: lui detta la linea e sta agli altri seguirla anche a costo di fare acrobazie. E così si è passati da quel «se è quello che esprimono oggi gli Stati Uniti non è una cosa straordinaria» detto da Grillo in riferimento a Trump a quel «È pazzesco. Questa è la deflagrazione di un’epoca. È l’apocalisse dell’informazione, della Tv, dei grandi giornali, degli intellettuali, dei giornalisti. Questo è un VAFFANCULO generale. Trump ha fatto un VDay pazzesco». Sbattuto in faccia agli elettori del MoVimento poche ore dopo l’affermazione del candidato repubblicano sulla Clinton.
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Donald Trump e la stella dell’Ambiente del MoVimento

Un’uscita quella di Grillo che già ha iniziato a mettere in imbarazzo il MoVimento oggi che si è appreso che Trump ha intenzione di fare più che qualche regalo a lobbisti, banchieri e finanzieri ma che rischia di causare danni ben maggiori quando Donald Trump renderà noti i nomi delle persone che faranno parte della sua squadra di Governo. Durante questi 71 giorni di Presidential Transition che separano Trump dalla cerimonia di insediamento (che è prevista come consuetudine per il 20 gennaio 2017) Trump dovrà scegliere i componenti del suo gabinetto. E per restare in tema “verde” come diretto della Environmental Protection Agency (EPA), ovvero l’agenzia governativa che negli USA è quanto di più simile ad un ministero per l’Ambiente, Trump sta pensando di indicare una persona con la quale sa di avere delle affinità. Durante tutta la campagna elettorale Trump ha sempre ribadito un concetto chiave: l’agenzia per l’ambiente deve smetterla di imporre regolamenti assurdi che impediscono la crescita delle imprese e ha pure promesso di eliminare le regolamentazioni vigenti in materia di perforazioni per l’estrazione di idrocarburi in modo da aumentare la produzione di combustibili fossili (non male se pensate che la posizione del MoVimento 5 Stelle nel referendum “sulle trivelle” andava nel senso opposto). C’è di più: Trump è uno che crede che il riscaldamento globale sia un complotto dei cinesi (forse allora qualche affinità con il M5S c’è davvero).

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Anno 2012, Trump ci spiegava il complotto cinese del riscaldamento globale.


Per aiutarsi nella scelta del nuovo direttore dell’EPA Trump si è affidatoMyron Ebell, direttore del Center for Energy and Environment presso Competitive Enterprise Institute, un centro di ricerca finanziato dalla società petrolifera ExxonMobil. Ebell è uno dei fedelissimi del neo Presidente ed è un predicato per diventare il futuro Direttore dell’EPA ma soprattutto è una persona che da sempre sostiene che l’effetto serra non sia un vero e reale pericolo. In più di un’occasione Ebell ha sostenuto che quello sull’effetto serra è solamente allarmismo e che non è assolutamente vero che le attività umane abbiano contribuito al riscaldamento globale. Ma la lotta per l’ambiente del Presidente si svolgerà anche su altri fronti: Trump ha già proposto di abrogare alcuni provvedimenti importanti di Obama come il Climate Action Plan e il Clean Power Plan il cui obiettivo era quello di ridurre le emissioni nocive delle centrali elettrice americane (Trump ha detto che il clean power plan è illegale). Inoltre Trump ha anche intenzione – ha detto che “incostituzionale” – di ritirare l’adesione americana all’Accordo di Parigi sul clima (COP21) – che però gli USA hanno già ratificato – che prevede una riduzione delle emissioni entro il 2020 (ovvero entro la fine del primo mandato di Trump). Dulcis in fundo pare che come Segretario all’Interno Trump abbia intenzione di nominare Forrest Lucas, il cofondatore della società petrolifera Lucas Oil. Ora prendete tutto questo e confrontatelo con il programma del MoVimento 5 Stelle, che mira alla riduzione delle emissioni inquinanti e all’incentivazione della produzione di energia pulita da fonti rinnovabili (una delle poche cose incontestabilmente buone della battaglia dei Cinque Stelle) e capirete come ora sia più che mai necessario per il MoVimento sbarazzarsi di Grillo, o quanto meno metterlo sotto tutela.

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