Grillo minaccia Conte: se ci saranno deroghe al doppio mandato, lascerà il M5S

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2022-07-27

Il garante, secondo quanto riportato da AdnKronos, ha lanciato un aut aut al Presidente pentastellato

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La frattura è servita. Dopo giorni in cui si è parlato di presunte e probabili richieste di deroghe per aggirare uno dei principi cardine del MoVimento 5 Stelle, ecco arrivare il colpo di scena: Beppe Grillo minaccia Giuseppe Conte. Il caso è quello del vincolo del secondo mandato, ovvero quella regola interna che impedisce ai rappresentanti pentastellati di ricoprire un ruolo istituzionale (quindi deputato, senatore, sottosegretario, ministro, consigliere comunale o regionale) per più di due legislature. Voci che si sono rincorse nei giorni scorsi, soprattutto perché ben 49 parlamentari M5S non potranno ricandidarsi alle elezioni del 25 settembre proprio per questo limite già raggiunto.

Grillo minaccia Conte sulla deroga al vincolo del doppio mandato

Come riporta l’agenzia AdnKronos, oggi sarebbe arrivato l’aut aut di Beppe Grillo a Giuseppe Conte:

“Se deroghi al secondo mandato dovrai fare a meno di me, lascio il Movimento 5 Stelle”.

Il co-fondatore e attuale garante, dunque, sarebbe pronto a dire addio a quelle sua creatura politica in caso di superamento di quella regola alle base della sua idea di politica. Un concetto già espresso e ribadito dallo stesso Grillo nel recente passato, confermando come quel principio (che, comunque, era già stato bypassato nel recente passato, come nel caso della terza candidatura di Virginia Raggi a Roma) sia ineludibile.

Perché, secondo quanto ricostruito negli ultimi giorni, Giuseppe Conte stava aumentando il proprio pressing sul garante dello statuto pentastellato. Non per tutti i parlamentari che non potrebbero più candidarsi (con il MoVimento 5 Stelle), ma per alcuni fedelissimi che vorrebbe avere al suo fianco in vista del voto del 25 settembre e del futuro parlamentare (ridotto per via del taglio del numero dei parlamentari e per consensi che sono nettamente calati rispetto alle Politiche del 2018). Anche perché il simbolo del M5S resta di proprietà del comico genovese e una frattura con Conte lascerebbe “l’avvocato” senza un partito. Senza un simbolo depositato.

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