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Grafica Veneta: l’azienda che si lamentava di non trovare personale sotto inchiesta per capolarato e sfruttamento del lavoro
neXtQuotidiano 27/07/2021
Tre anni fa gli appelli per cercare manodopera, lamentandosi dei giovani che “non vogliono fare turni”. Oggi l’inchiesta con l’arresto di due manager
Aprile 2018: il numero uno di Grafica Veneta si lamentava – a mezzo stampa – dei giovani che non erano disposti a lavorare su turni. Un cliché che, anche negli ultimi tempi, abbiamo trovato spesso nelle dichiarazioni di vari ristoratori che hanno dato la “colpa” ai ragazzi e al reddito di cittadinanza per la mancanza di forza lavoro. Luglio 2021: due manager di quella stessa azienda finiscono agli arresti domiciliari con l’accusa di caporalato e sfruttamento dei lavoratori.
Grafica Veneta, l’inchiesta per caporalato e sfruttamento dei lavoratori
Le indagini sono partite nel maggio del 2020 e hanno svelato un vero e proprio sistema di sfruttamento di lavoratori stranieri, “ingaggiati” attraverso un’organizzazione di pakistani che utilizzavano propri connazionali per prestazioni lavorative con turni massacranti e stipendi bassissimi. In manette, ora ai domiciliari, sono finiti anche Giorgio Bertan e Giampaolo Pinton, rispettivamente amministratore delegato e direttore dell’area tecnica di Grafica Veneta.
Secondo le accuse, l’azienda – nota per la stampa e rilegatura di alcuni best seller come Harry Potter, ma anche per la biografia di Barack Obama – si avvaleva di lavoratori stranieri dipendenti presso la BM Services sas, una società gestita da due cittadini pakistani. E, secondo gli inquirenti, i due manager arrestati (in totale sono stati emesse 11 misure cautelari, con quattro persone che – ad oggi – risultano ancora ricercate) erano a conoscenza del brutale trattamento a cui venivano sottoposti i lavoratori stranieri. L’indagine, infatti, è partita nel maggio del 2020 quando – come riporta AdnKronos – “a Piove di Sacco, è stato trovato un cittadino pakistano legato con le mani dietro la schiena, che presentava lesioni sul corpo, chiaramente derivanti da pregresse percosse”.
Una vicenda che, purtroppo, non è nuova in Italia. A creare scalpore, però, era la posizione di Grafica Veneta nel 2018, riassunta in questi due titoli che mettono in evidenza un “paradosso” (per usare un eufemismo).
Si lamentano che non trovano lavoratori.
Oggi danno la colpa al #redditodicittadinanza.
Puntualmente si scopre che sfruttano i dipendenti: salari da fame, lavoro nero/grigio, caporalato.La storia di #graficaveneta è una sorta di autobiografia dell’imprenditoria di casa nostra. pic.twitter.com/REXrYfSKcv
— Giuliano Granato (@Giul_Granato) July 26, 2021
La posizione dell’azienda
“Grafica Veneta era del tutto all’oscuro, di quanto sembrerebbe emergere dalla inchiesta, e del resto l’oggetto della contestazione ai suoi funzionari riguarda solo ed esclusivamente un asserito ostacolo all’indagini, ostacolo che non è mai stato posto dalla società Grafica Veneta che intende invece collaborare con le forze dell’ordine e la magistratura per il ripristino della legalità in primis e quindi della verità”, ha dichiarato in una nota il presidente della società, Fabio Franceschi.
(foto: da Google Maps)