Gli strumenti di tortura nella camera di Genovese

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-12-20

A Terrazza Sentimento, nella camera di Genovese c’era tutto l’armamentario da usare sulle ragazze dopo che erano state drogate

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Si moltiplicano le denunce per cessione di droga e violenza sessuale a carico dell’imprenditore del web Alberto Genovese, finito in carcere il 6 novembre con l’accusa di aver stordito con un mix di cocaina rosa e ketamina e stuprato una 18enne ospite nel suo appartamento in centro a Milano, dove era in corso un festino. E così il cosiddetto ‘mago’ delle start up digitali si ritrova ora indagato, proprio a seguito delle querele di altre ragazze, almeno per altri 3 episodi (di cui uno già emerso), oltre ai presunti abusi del 10 ottobre per i quali è rinchiuso a San Vittore da quasi un mese e mezzo. Due nuove denunce sono state presentate mercoledì scorso da altrettante giovani, che hanno partecipato alle sue feste a base di cocaina e che sono assistite dall’avvocato Ivano Chiesa, legale storico di Fabrizio Corona. Denunce che hanno portato, come automatismo per le verifiche, all’iscrizione nel registro degli indagati di Genovese anche per quei presunti abusi che, secondo il racconto delle giovani, sarebbero avvenuti tra Milano, Ibiza e Mykonos e sempre dopo il consumo di droghe offerte dall’imprenditore. E nella camera di Genovese, racconta La Stampa, c’era tutto l’armamentario da usare sulle ragazze dopo che erano state drogate:

Ma torniamo alla camera, dove in questa sequenza dell’orrore può avere inizio la tortura. Degli 85 oggetti sequestrati a casa di Genovese, quasi la metà servivano proprio per infliggere dolore. Prova ne sono le possibili tracce biologiche ed ematiche sulle due lenzuola di sopra e quella di sotto con due federe sequestrate dagli inquirenti durante la perquisizione dello scorso 12 ottobre alle 19.50, proseguita l’indomani mattina, come la coppia di asciugamani piccoli e grandi grigi dello stesso colore dell’accappatoio, ora a disposizione in busta sigillata. Ma, soprattutto, tra i 50 reperti portati via, primeggia il kit del torturatore: ecco una confezione di fascette nere, un’altra di fascette multicolore, ecco due palette in legno per sculacciare, due analoghe però in similpelle con borchie. Si prosegue con un’intera collezione di fruste, due nere, una nero-viola, una bianca e nera, un altro sculacciatore di colore rosso fino al classico battipanni dai molteplici usi e le immancabili manette con chiavi. E, ancora, un’infinità di vibratori di dimensioni, forme (dal classico al rotondo), materiali e colori diversi: dal lilla al bianco e fucsia, dal nero al bianco e nero, dal lilla e bianco al nero e grigio e altri oggetti e neri e rossi per le pratiche più estreme, fino a cravatte blu e rosse usate come corde

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